Cosa resta
se non un pugno di parole
da stringere forte quando sento le lacrime
straripare dagli occhi miei,
come un fiume
che non conosce argini
nemmeno se chiudo gli occhi
perché niente rimane
nemmeno se stringo forte le mani
tu non resti
sebbene il tuo nome ancora
riduca in cenere il mio cuore
ed io vorrei
non saper più tornare.
Forse una preghiera
se credessi in dio
detta sottovoce
con un sisma al centro del petto
e crollano i cedri
e le ginocchia mie
in ceramica spezzata
redimimi, redimimi
col fuoco amaro
di chi teme ancora la lontananza
eppure
non sa ancora avvicinarsi.
Concedimi almeno il perdono
se non posso avere te
quanto basta per poter morire
senza più incubi
quanto basta per poter dormire
senza rimpianto alcuno.
Cosa resta
quando anche il mio sguardo frana
di fronte a quella
tempesta calda nel cuore
dei tuoi occhi artigliati ai miei
ed io
che sulle spalle non reggo
nemmeno il peso del cielo quando piove
né posso sostenerti più
perché ci sono braccia più forti
delle mie a farlo.
- Solve et coagula -
tu che mi hai distrutta
tornerai mai a raccogliermi pezzo per pezzo?
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