Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Tony e Peter
Steve
guardò Tony tenere la fronte corrugata, un pugno chiuso e la
schiena curva.
"Non
essere così teso. L'Hydra sta cercando il bambino, ma non
immaginano sia qui" gli disse.
Tony
roteò gli occhi e si rizzò incrociando le braccia.
"Cosa
vuoi me ne importi?" chiese.
Ondeggiò
sul posto agitando la testa ritmicamente, storse il labbro.
"L'HYDRA
può avere il mio indirizzo, se mi dà quello di
qualche parente del neonato così posso recapitarlo da chi lo
ha perso".
Steve
strinse le labbra un paio di volte, gli diede le spalle e raggiunse una
pila di pannolini.
"Hai
già troppa gente in casa tua?" chiese.
Tony
si morse il labbro, sospirò sonoramente e abbassò
il capo. Chiuse gli occhi, si gettò seduto in terra e si
guardò fisso la punta dei piedi.
"Qual
è la cosa che temi di più, Cap?".
Scrollò
le spalle, continuando a fissare il pavimento.
"Io
non sono in grado di occuparmi di un bambino. Più gli sto
lontano, meno gli farò male".
Steve
prese un pacco e se lo mise sotto il braccio, scrollando le spalle.
"Te
lo terrò lontano, promesso".
Si
fermò e strofinò il piede sul pavimento.
"Però
non credo che il laboratorio di Banner sia un posto adeguato a un
neonato.
O
pensi che i suoi poteri siano peggio di quelli di Hulk
perché è un neonato? ".
Tony
scrollò le spalle, si alzò e sospirò
afferrando sfilando il pacco da sotto il braccio di Steve.
"Lo
terremo in un posto adeguato. Avrò anche il terrore di
romperlo, farlo diventare uno psicolabile o distruggere la culla per
sbaglio, ma non posso certo lasciarlo in un posto pieno di armi
appuntite".
Steve
guardò il pacco e inarcò un sopracciglio.
"Vuoi
cambiargli il pannolino?" domandò.
Tony
scosse il capo, camminò nella stanza a passi lunghi e
grugnì.
"Tu
tieni il marmocchio, io sollevo i pesi. Così siamo pari e
facciamo tutti e due qualcosa".
Steve
arrossí e indicò la porta con la testa.
"Vieni
in laboratorio con me?" chiese.
Tony
annuì, sorrise e indicò con un gesto plateale la
porta.
"Avanti,
cerchiamo di far finta d'essere adulti finché c'è
un neonato".
Steve
uscì dalla porta e proseguì lungo il corridoio,
ridacchiando.
"Questo
è lo spirito, Tony" disse, addolcendo il tono.
Tony
rise forte camminando alle sue spalle, scrollò il capo
ondeggiando a destra e sinistra.
"Ho
sempre avuto il terrore di fare del male ad un eventuale neonato. Sai
come si dice, no?", chiese, "Beh, forse no. Però se lo
prendi tu, non è un problema".
Steve
sporse il labbro inferiore e sbatté le palpebre, voltandosi
verso di lui.
Tony
scosse il capo e alzò le spalle.
"Quando
hai un pessimo padre, l'80% delle volte lo sarai a tua volta, ecco come
si dice".
Steve
gli mise una mano sulla spalla e strinse, le sue iridi azzurre
divennero liquide.
"Tuo
padre era stato reso una brutta persona, ma in fondo al cuore era lo
stesso meraviglioso uomo che avevo conosciuto.
E
tu sei più forte di lui, sono convinto che saresti un buon
padre, solo in futuro, magari".
Le
sue labbra divennero rosse, tolse la mano mentre le sue gote si
coloravano e si allontanò.
Raggiunse
la porta del laboratorio di Banner e la aprì, sporgendo il
capo all'interno. Scoppiò a ridere vedendo un tavolo
ribaltato, il bambino seduto su uno degli spigoli e Bruce che scuoteva
il capo sospirando.
"Non
ha apprezzato le tue analisi?" chiese a Banner.
Tony
lasciò cadere il pacco, corse in avanti e afferrò
il bambino in braccio, lo sollevò e lo guardò
corrucciando la fronte.
"Lo
sai che è appuntito, quello?" chiese.
Indicò
lo spigolo, scosse il dito davanti al bambino.
Bruce
aprì la bocca, la richiuse, la aprì di nuovo e si
sbatté la mano in faccia.
Steve
sorrise fino a mostrare i denti candidi, si strinse l'addome con le
braccia e si piegò in avanti ridacchiando.
Ansimò, si raddrizzò e diede un paio di pacche
sulle spalle a Bruce, camminando fino al pacco e riprendendolo da terra.
Tony
si voltò stringendo il bambino al petto, sporse le labbra e
inarcò un sopracciglio.
Bruce
si passò la mano tra i capelli.
"Pensavo
tu odiassi i bambini".
Tony
guardò il bambino, grugnì, raddrizzò
il tavolo e vi ci appoggiò il bambino al centro
Steve
lo raggiunse e gli diede un bacio sulla guancia, sentendola bollente e
appoggiò il pacco sul tavolo.
"Non
si è rotto, visto?" gli chiese. Fece stendere il piccolo che
dimenò i piedi e allungò le mani verso Tony,
gorgogliando.
"Ti
piace Tony?" gli domandò il Capitano. Peter tirò
su con il naso e fece una serie di bolle di saliva.
"Banner,
come hai consigliato, Tony ha comprato la roba per il bambino.
Vedi
se è arrivata l'armatura che deve recapitarle?"
domandò.
Bruce
storse il labbro guardando i due, annuì e uscì
dalla stanza. Tony si mise seduto su una sedia, incrociò le
braccia allargando le gambe.
"E'
stato stupido, ammettilo" disse.
Steve
si abbassò e aprì uno stipetto, tirandone fuori
del borotalco.
Si
rialzò in piedi, aprendolo e tolse il vecchio pannolino al
piccolo che scalciò, gli mise il borotalco e il piccolo
starnutì.
"Vorrei
facessi sempre stupidate come questa, piuttosto che lasciarti cadere
dai buchi spazio dimensionali" rispose a Tony. Mosse l'indice davanti
al naso del piccolo che lo seguì con lo sguardo.
"Come
pensi che possiamo trovare la sua famiglia?" domandò.
Tony
dondolò sulla sedia mugolando, alzò lo sguardo al
soffitto.
"Non
posso scegliere cosa serve a salvare il mondo. E non mi pareva ti fossi
offerto volontario per farlo tu".
Sbuffò
passandosi la mano tra i capelli e chiuse gli occhi.
"Li
cercherò io, non ci vorrà più di
mezz'ora con i miei sistemi".
Steve
socchiuse gli occhi, strinse le labbra ed annuì, chiudendo
il pannolino nuovo al piccolo.
"Ora
torni a casa, piccolo" disse con voce rauca. Il neonato
guardò Tony e sporse le mani verso di lui, aprendo e
chiudendo le manine. Lanciò una ragnatela che si
incollò al braccio di Stark e la strattonò verso
di sé.
Tony
cadde in avanti, sbatté contro il tavolo grugnendo, prese il
bambino in braccio e lo ondeggiò su e giù.
"Tornerai
a casa", disse, "ma potrei sempre venirti a trovare".
Steve
aiutò Tony a rimettersi ben ritto, togliendogli la ragnatela
dal braccio e corrugò la fronte.
"Forzuto
questo bimbo. Lo sapevo che era speciale, anche se ha pessimi gusti in
fatto di amici" brontolò. Il piccolo gorgogliò,
sbadigliò e appoggiò la testa sul petto di Tony,
sotto la conca all'altezza dei pettorali.
"Dallo
a me, così vai a cercare i suoi".
Tony
strinse il bambino al petto e guardò Steve con gli occhi
dilatati, sporse il labbro inferiore.
Steve
appoggiò la testa sulla spalla di Tony, tenendolo
abbracciato da dietro.
"O
puoi farlo a distanza con J".
Tony
deglutì, chiuse gli occhi cullando il bambino e sorrise.
"Agli
ordini, mamma" sussurrò.
Steve
sbuffò, arrossendo.
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