English Guard
Love in London
-Jason, Jason, mettigli un dito nel naso!-
-Falla finita, Testa d'alghe!-
-Che c'è?! Tanto quello mica si muove!-
-Percy, non gli metterò il dito nel naso... Però posso fargli le corna!-
-Ragazzi, andiamo, non avete ancora finito?- commentò Piper
mentre il suo ragazzo faceva le corna al soldato in divisa scarlatta.
Ormai erano bloccati da mezz'ora davanti ai cancelli di Buckingham
Palace e, dopo tutte quelle foto, Nico stava seriamente valutando se
compiere un genocidio (anche se poi avrebbe dovuto risolvere il
problema "occultamento dei cadaveri") o un suicidio, opzione molto
più allettante.
-Okay, l'avete fatta tutti la foto con la guardia?- chiese Annabeth
ricevendo un Sì generale, giusto prima che un Nico seccato
venisse spinto in avanti dalla sorella.
-Aspetta Annabeth, Nico non l'ha fatta!-
-Hazel, lascia stare- protestò monocorde il moro mentre raggiungeva il soldato in prima fila.
-Nico, niente storie! Ci sei anche tu in questa vacanza, però
l'unica foto che hai fatto finora è stata quella al Binario 9 e
3/4!-
-Ma perché era anche l'unica che mi interessava fare! Non
sono così interessato a fotografare qualche vecchio
monumento...-
-Ma questo qui non è un monumento e noi non ce ne andremo
finché non farai questa foto!- rispose Hazel, piazzandolo
accanto al soldato. Nico sbuffò in risposta.
-E cerca di sorridere-
-Ora chiedi troppo- La sorella gli lanciò un'occhiataccia poi si
spostò per lasciar campo ad Annabeth. Ovviamente il ragazzo
neanche provò a sorridere, assunse solo la sua aria da
"Facciamola finita il più in fretta possibile".
-Nico, Nico, mettigli un dito nel naso!- gridò Percy saltellando alle spalle di Annabeth.
-Oh e basta, Testa d'Alghe!- commentò la sua ragazza mentre Nico si limitò a fulminarlo.
Dopo qualche scatto fu finalmente libero. Annabeth gli fece
vedere le foto, ma Nico non le guardò più di tanto.
-Okay, ora andiamo, siamo in ritardo sulla tabella di marcia!-
annunciò la bionda, attirando l'attenzione di tutti. Leo
agitò spasmodicamente per aria una mano come a chiedere la
parola.
-Ora possiamo andare all'Hard Rock Cafè?-
-Sì, Leo, ora ci andiamo. E dopo, dobbiamo assolutamente
fermarci in quel posto che dicevo e...- Lentamente, la compagnia
cominciò a incamminarsi.
-Ripetimi perché sono venuto a Londra con voi- borbottò
Nico sottovoce alla sorella mentre gli altri li superavano.
-Perché non volevi perderti gli Harry Potter Studios- rispose lei con un'alzata di spalle.
-Già, hai ragione. Allora perché sono venuto con voi
oggi se tanto agli Studios ci andiamo domani?- Hazel
ridacchiò e gli mollò uno scappellotto
-Zitto e cammina, brontolone- quindi lo superò, raggiungendo il fidanzato.
Nico scosse la testa rassegnato e fece per seguire anche lui il gruppo. Poi, però, ci ripensò.
I suoi amici erano davvero stati terribili con quella guardia, tra
segnacci, solletico e smorfie di ogni tipo. Sapeva che quelli ci erano
abituati, che praticamente era una routine per loro avere a che fare
con turisti stupidi. Però un po' gli dispiaceva comunque.
"Tanto non può muoversi o parlare, giusto?" pensò per
auto convincersi di ciò che voleva fare, per poi maledire quel
suo stupido buon cuore che lo fece tornare indietro. La guardia era
ancora lì sull'attenti, quindi imbarazzato si avvicinò e
gli borbottò a bassa voce:-Grazie. E scusa per i miei amici,
certe volte fanno un po' gli stupidi-
E accadde in un lampo.
Le cose erano due: o la stanchezza accumulata gli stava
giocando brutti scherzi e si era immaginato tutto, oppure quella
guardia aveva davvero guardato Nico per un secondo dritto negli occhi.
E che occhi poi, notò subito il ragazzo, rapito: azzurro
chiaro, limpidi come il cielo d'Inghilterra in una rara giornata
di sole.
-Nico!- chiamò improvvisamente sua sorella e il ragazzo si
risvegliò da quella trance. Le fece cenno con la mano e si
avviò dietro l'allegra compagnia che lo aveva distanziato.
Nah, non doveva pensarci.
Sicuramente, si era immaginato tutto.
*
-Io le toccai i capelli,
Lei mi disse non son quelli,
Va' più giù che son più belli,
OOOOOH!
Amor, se mi vuoi bene,
più giù tu devi andar!
E allora più giù, più giù, più giù,
E allora più giù, più giù, più giù,
E allora più giù, più giù, più giù, Più Giùùùù!- cominciarono a cantare Percy e Jason in piedi sul tavolo del pub.
Leo da sotto agitò in aria la sua birra e, assieme a tutti i
presenti nel pub, cominciò tutti a intonare le varie strofe.
Certo nessuno avrebbe mai potuto immaginare un simile finale quando
Annabeth aveva proposto di passare la serata in un vero pub londinese.
Nessuno di loro era proprio "sobrio" quando erano entrati e avevano
chiesto un tavolo. Però Percy, Jason e Leo avevano cominciato a
bere sul serio mentre Frank e le ragazze avevano deciso di darsi un
freno: qualcuno avrebbe dovuto riportare a casa quei tre.
Nico, più che altro, beveva per tenere la bocca occupata e non
dover socializzare, supportato dalla sua alta resistenza all'alcol.
Osservò Percy tirare sul tavolo Leo e incominciare una specie di cancan a ritmo con la canzone.
Scosse la testa e diede un'ultima golata alla sua birra. Era ora di fare il pieno.
Avvertì Hazel delle sue intenzioni e si diresse da solo verso il
bancone. Peccato che lì ci fosse parecchia gente e i
baristi indaffarati continuavano a correre avanti e indietro. Quindi il ragazzo non poté fare
altro che accaparrarsi uno sgabello e aspettare che qualcuno si
degnasse di servirlo.
Nell'attesa sentì lo scampanellio della porta d'ingresso
risuonare poco dietro le sue spalle. Così, per pura noia, si
voltò a guardare chi era entrato.
Due fari color celeste lo investirono in pieno, lasciandolo un attimo
imbambolato a fissare un biondo alto e abbronzato, circondato da un
gruppetto di amici.
Improvvisamente, lo sguardo del biondo scese su di lui, i loro occhi
si incontrarono e l'ambiente attorno a loro sembrò sparire.
Nico si chiese dove avesse già visto prima quegli occhi: gli
sembravano familiari, tanto simili a quelli di Jason ma anche
completamente diversi. Solo dopo si rese conto che lui e il ragazzo si
stavano fissando già da un po' e arrossì.
Tossicchiando per ridarsi un contegno, si voltò di nuovo verso
il bancone e tentò di attirare l'attenzione di un barista con
una mano, più che altro per fare qualcosa.
Sentì dietro di lui qualcuno chiamare un certo "Will" ad alta voce, poi quella compagnia si allontanò verso i tavoli.
Mentalmente si diede dello stupido per aver fissato così a lungo uno sconosciuto e non essere riuscito a controllarsi.
Da quando Nico di Angelo si faceva incantare da un paio di occhi?
Sicuramente, dovevano ricordargli qualcuno che conosceva e che in quel
momento non gli veniva in mente. Non poteva certo esserne rimasto
stregato così!
Scosse la testa per allontanare quei pensieri e cominciò a
fissare male un barista, sperando che si sentisse a disagio e si
voltasse nella sua direzione.
I suoi amici ancora cantavano la stessa canzone e niente di strano successe per quasi cinque minuti.
Poi una mano abbronzata si appoggiò accanto a lui sul bancone, il suo proprietario fuori dal campo visivo di Nico.
-Ehi Dakota, che ne dici di servire anche questo lato del pub? Il bel
moretto qui sta aspettando già da un po' e io ho proprio
bisogno di fare il pieno!- esclamò una voce allegra.
Nico si voltò verso la voce con tutt'altro che buone intenzioni
perché, andiamo, nessuno lo poteva chiamare "bel moretto" e
sopravvivere per raccontarlo.
Ovviamente, ci rimase di stucco quando scoprì che al suo fianco si era seduto quel biondino, il quale gli stava sorridendo.
Ogni suo istinto omicida scemò e Nico si accorse di essere
rimasto a fissarlo imbambolato solo quando il barista gli chiese cosa
volesse.
Si riscosse velocemente e ordinò una Bombardier Bitter mentre
internamente si chiedeva che razza di faccia avesse fatto per tutto
quel tempo.
Da quando Nico di Angelo non aveva l'assoluto controllo di sé o delle sue espressioni facciali?
Intanto il biondo aveva ordinato una Guinness e aveva cominciato a tamburellare con le dita sul bordo del bancone.
-Allora... Ti piacciono le rosse?- domandò improvvisamente, cogliendo Nico di sorpresa.
-Scusa, come?- chiese Nico confuso a sua volta.
-Tra le birre. Intendevo, se preferisci le birre rosse- Nico
corrugò le sopracciglia, stranito. Era un po' indeciso se rispondere o meno, però si stava anche
annoiando ad aspettare da solo. Così decise di passare quel
tempo stando al gioco.
-In realtà, preferisco le bionde. Ma avevo bisogno di qualcosa
di forte- rispose accennando con la testa al suo gruppo di amici che
ancora dava spettacolo. Il biondo si voltò nella direzione
indicata e si mise a ridere di cuore.
-Sono la tua compagnia?-
-Già-
-Siete americani?-
-No, siamo inglesi, veniamo da fuori. Ma è la prima volta a
Londra per tutti- Il biondo corrugò le sopracciglia ma senza
smettere di sorridere.
-Tu, però, hai un accento strano per essere un inglese-
-Questo perché sono mezzo italiano e ho vissuto a Venezia per un po' prima di venire qui-
-Ah- esclamò il biondo, voltandosi ancora verso la compagnia di
Nico che aveva finito il piccolo show e stava venendo applaudita.
-Non sembrano tanto male- commentò quindi, guardandoli ridere e brindare con le loro birre in mano.
-Non lo sono. Solo, sanno essere "inappropriati" certe volte, e io
non amo essere al centro dell'attenzione- rispose sporgendosi per
prendere la pinta di birra che gli aveva portato il barista. Fece per
tirare fuori il portafoglio e pagare ma il biondo lo bloccò con
un gesto e disse al barista di mettere tutto sul suo conto.
-Questo giro lo offro io- e gli fece l'occhiolino. Nico inarcò
un sopracciglio ma non protestò (chi mai avrebbe rifiutato
dell'alcol gratis?). Mugugnò un "Grazie", bagnandosi poi le
labbra nel liquido ambrato.
Il biondo stava ancora aspettando il suo ordine mentre Nico, a quel punto, avrebbe dovuto tornare dai suoi amici.
Avrebbe dovuto, ma l'idea di ritornare in mezzo a quella ressa
chiassosa e smaniosa davvero non lo allettava. Pensò così
di sfruttare ancora un po' quella compagnia non del tutto spiacevole.
-E-e tu- tentò di continuare la conversazione. -Tu, invece,
preferisci le more?- chiese impacciato, attirando lo sguardo dell'altro
su di sé.
-No- rispose quello tranquillo. Poi allungò una mano e
gli passò il pollice sul labbro superiore per togliergli i
residui di schiuma. -In realtà, preferisco i bei mori tenebrosi
dallo sguardo scuro duro, ma con un cuore di panna- finì di dire
portandosi il dito alle labbra e leccandolo sensualmente.
Nico rimase spiazzato e sentì le proprie guance scottare.
Non si parlava più di birre, questo era sicuro.
-Ci... Ci stai provando con me?- gli chiese stupito, tanto per esserne certo.
-Assolutamente- rispose quello, sorridendo maliziosamente e assaggiando finalmente la birra che gli era stata portata.
Nico si prese un secondo per metabolizzare la cosa poi lo guardò
negli occhi, provando ancora quella sensazione di famigliarità.
-Noi... Ci siamo già incontrati, vero?- Il sorriso del biondo si
fece più furbo e il ragazzo si sporse un po' verso di lui
appoggiandosi al bancone.
-Ti dice niente oggi pomeriggio, ora di pranzo, Buckingham Palace?-
Nico spalancò gli occhi e cominciò a boccheggiare.
Non poteva essere.
Non Poteva Essere!
Non poteva essere...
-Tu! Tu sei quella guardia!-
-Bingo!- confermò il ragazzo facendogli ancora l'occhiolino -E
sappi che tu sei il turista più carino che io abbia visto
finora- Nico arrossì per l'inaspettato complimento e
spostò lo sguardo imbarazzato.
-M-ma che ci fai qui? Non state tipo in una caserma o che so io?-
-Sì, ma ogni tanto ci danno un week end di riposo e io e miei
amici veniamo sempre qui alla sera. Si fanno incontri parecchio
interessanti...- Nico boccheggiò per qualche secondo, non
sapendo che dire: non era abituato a delle avance così spudorate!
Una vocina dentro di lui gli gridò che lui era Nico di Angelo,
non poteva certo essere da meno di un biondo ragazzo di città,
con gli occhi magnetici e il sorriso impostato di default.
Qualcosa dentro di lui scattò e si sporse a sua volta sul
bancone, avvicinandosi pericolosamente al suo volto. Si morse l'interno
della guancia mentre o sguardo gli cadeva su quelle labbra.
Il biondo sogghignò maliziosamente e Nico decise che la serata era appena migliorata.
-Sono assolutamente d'accordo-
*
*
*
*
*
Note dell'Opera:
...mi piace far finire a Nico con una frase ad effetto! ^^ non so perché, ma ormai l'ho presa in fissa!
Comunque, dovete sapere che questa os me la tiro dietro da questo
gennaio, quando sono stata a Londra (questo per farvi capire quanto io
sia lenta e quanto la mia Musa si faccia desiderare -.-")
Comunque, sono stata anche a Buckingham Palace e ho visto il cambio
della guardia, ma questa cosa delle foto con le guardie che stanno
immobili non si poteva fare perché non c'erano guardie al
cancello T^T (e non ho ancora capito se era perché non si
può più fare o era proprio solo per il periodo in cui
sono andata io :-/)
Comunque la mia contorta mente, delusa dalla situazione, ha partorito
questa assurda storiella che classificherei come "Cose che non
succederanno mai in questa o in nessun'altra vita" [ma che era troppo
fluffosa dolciosa e non ho saputo resistere! ^^]
Ora: non so se le guardie vivano tipo in una caserma o simili, non mi
sono informata, e di sicuro non so se gli diano il week end libero, ma
voi fate finta che sia così ;)
Invece, la scelta di rendere tutti quanti inglesi e non americani
deriva solo dal fatto che volevo rendere possibile la relazione
Solangelo (impostare una plausibile relazione a distanza in una os non
era proprio il mio ideale)
Comunque, se per caso qualcuno di voi non conoscesse la canzone da osteria di Percy e Jason, vi lascio QUI il link per andare ad ascoltarvela. È simpatica, in più non sapevo quale altra mettere ^^"
Un grazie speciale va a Grimmjowswife che si legge, mi corregge e mi rassicura su questi parti di follia!
Spero sul serio vi sia piaciuta!
Alla prossima,
La vostra OperaIncompiuta chiude ^^
P.s. Il mio profilo Facebook
P.P.S. Comunque, quanti "comunque" ho messo in una nota sola'! xD
...Okay, ora vado, giuro.
|