A volte si diventa diavoli solo perché hanno umiliato l’angelo che eri

di Yuki_sama
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Era già calata la notte, e la luna splendeva pallida e timida, là nel cielo.
Con le iridi cremisi, Lei la guardava, affascinata.
 
Dopo essere stata cacciata dal suo principe morto, non aveva ormai più niente: né una casa, né una famiglia, né un lavoro, né una vita, tantomeno l’amore. Forse solo la forza di trattenere le lacrime e fuggire via, zoppa, lasciandosi il maniero alle spalle, le era rimasta. Ma si esaurì, non appena si sentì mancare le energie.
“Dove stai andando?”
Le domandò, fermo, il dottore della Peste, dietro un albero, i cui rami spogli erano ricoperti di neve. Stava respirando rumorosamente lei, tenendosi le mani sulle cosce divaricate e la schiena ricurva in avanti. Stava cercando di recuperare fiato.
“Sei una preda facile per i lupi”
Col bastone le indicò il fianco dove era stata gravemente ferita, per colpa di Yuri. Giusto per ricordarle che nelle sue condizioni non sarebbe andata lontana. Soroka era una città sperduta innevata. Troppo pericolosa per Lei.
“N-no-non posso star qui. Non v-vo-vooglio star qui...”
“Lo so. Io sono la Presenza assente. So tutto”
La interruppe, indicandosi con la mancina inguantata, dove teneva gli anelli.
“Sei troppo preziosa per essere divorata dai tuoi tormenti, dai lupi, dai Mickalov... da Viktor.”
E nel frattempo le si avvicinava e i loro occhi si erano incatenati all’unisono.
“Io sono un Dio geloso. Non avrai altri dei all’infuori di me”
E un turbine di vento mosse la neve sotto i loro piedi. Uno scatto disumano. Il cappello scappò e il bastone cadde sul tappeto argentato. Frattaglia non ebbe il tempo di dire “beh” poiché gemette. Il Dottore della Peste le stringeva le spalle con le dita, mentre affossava le zanne nella sua giugulare, facendo l’amore col suo sangue.
 
Lei amava la Morte, e Lei stessa diventò Morte. Si formò un cenno di sorriso a quel pensiero.
A volte si diventa diavoli solo perché hanno umiliato l’angelo che eri.
 
Aveva Venezia ai suoi piedi.

 




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