Siero PSA

di HolyZaera
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PROLOGO
 
 
16 giugno

La notte era già calata, le strade della città deserte, i semafori lampeggianti. Il silenzio si propagava per le vie, spezzato solo dall'abbaiare di un cane in lontananza, troppo presto per sentire il cinguettio degli uccelli. Charles e Meredith stavano tornando a casa dopo una lunga serata amorosa a base di champagne e cocaina percorrendo Victoria Boulevard, illuminati dal chiarore della luna e dai lampioni ai lati della strada, si prospettava una nottata di fuoco. I due amanti storditi dall’inebriante mix, non diedero importanza al volume delle loro voci, si sentivano forti e invincibili, pronti a conquistare il mondo assieme. Nessuno poteva più ostacolarli, erano loro due contro il mondo e questa volta avrebbero vinto loro. Si sentivano liberi da qualsiasi costrizione, si sentivano i re e la regina della notte. Nell’euforia iniziarono a concedersi libere effusioni in pubblico, a urlarsi il loro amore, a ridere e a essere per una volta veramente felici. Tutto ciò venne interrotto da un rumore lontano, che man mano si face sempre più vicino, diventando più forte e affannoso. Di primo impatto lo associarono al ringhio di un cane rabbioso in preda ad un raptus, poi cercarono di capire da dove provenisse, finche non notarono un’ombra minacciosa fare capolino dal vialetto di fronte. In quell’oscurità si accesero due piccoli puntini brillanti: un paio di occhi rossi come rubini. L’ombra sembrava continuare a deformarsi, finche prese pian piano le sembianze di un uomo, non avevano mai visto niente di così ripugnante. Un uomo gobbo con le braccia semi aperte, come se stesse aspettando e di afferrare qualcosa, in cerca della sua prossima vittima, si trovava davanti a loro. I due capirono che la fonte di quel respiro affannato e rabbioso proveniva da lui. La sensazione di essere invincibili sparì e sopraggiunse un senso di angoscia e paura, Meredith fece due passi indietro, cercando di ripararsi dietro le forti spalle del suo uomo. Charles era impietrito, ma non volle far trasudare nessuna emozione, fu così che prese coraggio ed iniziò a gridare contro la figura minacciosa -Hey, tu! Vattene o sarò costretto a chiamare la pol...!- Si sentì un rumore più forte, poi un urlo e infine il silenzio. Tutto tornò a una paca tranquillità.

Dall'altra parte della città un gruppo di ragazzi era in cerca di un bar aperto tutta la notte dove poter completare la serata, ma la ricerca si fece man mano più ardua. Tra una chiacchiera e l'altra si ritrovarono verso una zona periferica della città e dopo aver percorso le due strade principali, si fermarono in un vicolo a loro sconosciuto. Molti iniziarono a lamentarsi, altri iniziarono a litigare ma tutto quel casino fu interrotto da strani rumori sinistri. In partenza non ne fecero caso, finche non si accorsero che quei respiri affannosi li stavano lentamente circondando, rimbombando per tutte le strade. L'idea arrivo a tutti in meno di un secondo, -saranno i cani della cinofila cazzo, disperdiamoci prima che ci becchino- Si separarono in fretta e furia, metà corsero verso la città e metà andarono a nascondersi in mezzo ad un campo di grano poco distante. Furono trovati morti il mattino seguente, smembrati dalla gola fino all’inguine, non avevano risparmiato nessuno, di loro rimaneva poco e niente.

 
Alle 5 del mattino le vittime ammontavano a 105




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