WHERE ARE YOU NOW?
WHERE ARE YOU NOW?
-Where are you now?
Was it all in my fantasy
Where are you now?
Were you only imaginary?-
Faded-Alan Walker
Clarke era tornata ad Arkadia insieme a Bellamy ed Octavia,
che avevano consegnato Pike ai Terrestri come era stato pattuito con Lexa. Solo
che lei non c’era più e la nuova Heda aveva tutte le intenzione di sterminare
il Popolo del Cielo, tutti quanti lo sapevano ormai.
Nessuno si accorse che la ragazza che avevano riportato era totalmente
cambiata, sia dalla ragazza che aveva lasciato Camp Jaha, sia da quella che
avevano incontrato in Polis il giorno dell’ingresso nella coalizione, sia il
giorno in cui era stato indetto il blocco.
Nessuno vedeva il suo sguardo vuoto, nessuno dei suoi amici, nessuno dei suoi
conoscenti, soltanto sua madre notò che il colore dei suoi occhi era sbiadito,
ma non capì come poterla aiutare.
Clarke si allontanò dal gruppo, dirigendosi verso la parte più isolata della
base, dove c’era ancora un piccolo spazio d’erba. Non si accorse però che Abby
l’aveva seguita per assicurarsi che stesse bene, per sapere cosa affliggeva in
quel modo la figlia.
Estrasse con cura la scatola che conteneva l’Intelligenza Artificiale, che
conteneva Lexa, prima di aprirla per prendere il suo contenuto.
Si rigirò il chip tra le mani ed iniziò a piangere silenziosamente.
“Oh
Clarke…non piangere per me” pensò Lexa, seduta vicino al suo amore.
Sapeva che lei non poteva sentirla, sapeva che ogni contatto era solo una sua
illusione, ma non riusciva ad evitare di starle vicino, di provare a farsi
sentire.
Si alzò lentamente e si inginocchiò di fronte a lei, mettendo le sue mani sul
viso per asciugarle le lacrime, cosa che non poteva fare.
Iniziò a piangere anche lei, sussurrando il nome dell’amata con un tono che
aveva potuto usare soltanto una volta, quando erano stese sotto le coperte poco
prima che Clarke lasciasse il suo letto.
-Lexa ho bisogno di te- disse la ragazza, non
sapendo di essere ascoltata da sua madre, che quando udì il nome della scorsa Heda
si sbalordì. Perché aveva bisogno di lei?
-Sono qui Clarke. Ci sono, non essere
triste.- le sussurrò in risposta stringendole il viso tra le mani.
-Lexa ti prego- continuò. Ormai il suo pianto era scosso dai singhiozzi e
sua madre sbiancò, quando un pensiero iniziò a farsi largo tra la sua mente.
Pensava che sua figlia odiasse il Comandante dei Terrestri, per quello che
aveva fatto alla Montagna, era rimasta in Polis per controllarla appunto. Se ci
fosse stato dell’altro?
-Mi prenderò cura di te Clarke, te lo
prometto. Sono qui, non vado da nessuna parte. Non piangere, beja Klark.-
continuò Lexa incominciando ad accarezzare i capelli biondi dell’altra, non
preoccupandosi delle lacrime che stavano uscendo dai suoi stessi occhi verdi.
-Lexa rispondimi- supplicò aprendo gli occhi e guardando il chip alla ricerca
di una qualche risposta, che non arrivò mai.
Abby era ormai stupefatta. Aveva capito che quello che c’era tra sua figlia e
la scorsa Comandante non era più un semplice rapporto tra due leader, ma
qualcosa di più, il loro legame era più profondo di quanto nessuno potesse
credere. Quando era successo? Quando avevano stretto quel tipo di relazione?
Come aveva fatto lei, sua madre, a non accorgersene e a non supportarla?
-Vorrei farlo Clarke. Vorrei che mi
potessi sentire, perché sono insieme a te amore. Non ti lascerò facilmente,
dopo che ho passato così tanto tempo separata da te. Anche se non mi senti io
sono qui.- le rispose ancora, appoggiando le sue labbra sulla fronte di Clarke,
baciandola. Rimase così a lungo, godendosi quella sensazione che provava solo
quando era al suo fianco. Le accarezzò gentilmente le guance prima di passare
le mani sulle sue braccia.
-Ti amo Lexa. Scusa se non te l’ho mai detto, scusa se ho esitato, scusa se
non te l’ho dimostrato. Per favore torna qui da me Lexa, ti prego- i singhiozzi
di Clarke si fecero più forti, quasi non riusciva respirare.
Abigail si asciugò le lacrime che erano riuscite a scenderle, nonostante avesse
cercato di controllarle, vedere sua figlia con il cuore a pezzi era troppo
doloroso per lei. Si avvicinò lentamente, sperando di non spaventarla,
ricordando come era stata la figlia dopo che Jack era stato espulso.
-Ai hod yu in seintaim Klark. Beja non
piangere. Non scusarti per aver esitato, sono state le mie azioni, le mie
scelte a fartelo fare. Non scusarti per non avermelo dimostrato, perché lo hai
fatto Clarke, ho visto il tuo amore per me, ho visto tutti i tuoi sentimenti.
Sarò sempre con te Clarke, anche se non fisicamente. Sono qui con te.- la Heda
prese ancora il viso dell’amata tra le mani e posò un bacio sulle sue dolci
labbra. Non si staccò anche se l’altra non poteva ricambiare, le bastava il
solo contatto.
Notò la madre avvicinarsi quindi si allontanò leggermente dal suo viso.
Clarke sentì i passi di qualcuno avvicinarsi, quindi ripose l’Intelligenza
Artificiale nella sua custodia e la mise dentro la sua armatura, prima di
asciugarsi gli occhi e volarsi in direzione del rumore.
-Ho sentito tutto.- disse Abby sedendosi al suo fianco e guardandola dritta
negli occhi, lucidi a causa delle lacrime e vuoti come non mai.
Sembrava che con la sua morte Lexa avesse portato via tutta la luce nella
ragazza.
Clarke annuì lentamente prima di essere stretta in un abbraccio dalla madre.
-Continua a fare quello che stavi facendo. Sfogati. E raccontami tutto, voglio
sapere ogni cosa quando non ti farà troppo male.- le disse accarezzandole i
capelli.
La giovane Griffin rispose all’abbraccio e scoppiò a piangere ancora,
stringendo forte Abby tra le sue braccia.
-Dove sei Lexa?- sussurrò piano Clarke, tra i singhiozzi.
-Sono qui con te, ai hodnes- sussurrò Lexa baciandole i capelli e sedendosi al
suo fianco, guardando finalmente la sua amata sfogarsi con qualcuno.
-Where are you now?
Another dream
The monsters running wild inside of me
I’m faded
I’m faded
So lost, I’m faded-
Faded- Alan Walker
Note dell'autrice: Traduzioni per il Trigedasleng
-Beja: Ti prego
-Ai hod yu in seintaim: Ti amo anche io
-Ai hodnes: Amore mio
|