Long fic
Salve
a tutti! Premetto che ogni riferimento a cose e presone è
puramente casuale e che non scrivo a scopo di lucro. I My Chemical
Romance non mi appartengono e questi sono solo i caratteri che io e la
mia fervida immaginazione gli abbiamo affibbiato e che probabilmente,
per non dire sicuramente, non corrispondono a quelli reali.
Love is made to hurt us - long fiction
Anna’s pov
Mpf.
Sbuffai sonoramente
continuando a
picchiettare con il piede sul pavimento davanti al bagno..
Era più di
mezz’ora che lo scroscio
dell’acqua nella cabina doccia si confondeva con
l’insistente canticchiare di
quel decelebrato.
Basta. La mia pazienza
ha un
limite.
-Gerard Way se non
porti entro
trenta secondi il tuo culo fuori da questo cavolo di
bagno, entro e ti butto fuori a calci!
Ok ok avevo strillato,
ma volevo
essere sicura che mi sentisse.
Sentii l’anta
della cabina doccia
aprirsi e lui sgusciarne fuori zampettando.
La porta si aprì
ed io lo guardai
molto molto male.
La sua espressione
oscillava tra il
terrorizzato e l’interdetto e se non fossi stata così
infuriata probabilmente
sarei anche scoppiata a ridere ma data la situazione mi trattenetti.
Gli strappai la porta
di mano ed
entrai richiudendomela violentemente alle spalle.
Mentre mi spogliavo per
entrare
sentii dei passi trascinati avvicinarsi alla porta davanti alla quale,
dedussi,
stava Gerard ancora sconvolto.
-Gee? Che le hai fatto
per farla
strillare così??
Era Mikey.
-Ma che ne so!!
Sarà la sindrome
premestruale!
Ridacchiai senza farmi
sentire.
Erano ormai tre mesi
che Julie,
Giulia ed io condividevamo l’appartamento con Frank, Gerard e
Mikey.
In Italia avevamo
frequentato una
scuola di musica tra le più prestigiose e avevamo vinto una
borsa di studio.
Così siamo
finite nella grande
America a condividere un appartamento pagato dalla scuola con tre
sgallettati.
Loro erano
all’ultimo anno, Julie
ed io al terzo e Giulia al secondo.
Mi
infilai sotto il getto caldo dell’acqua e lasciai che mi
scorresse
addosso mentre io stavo immobile con gli occhi chiusi.
A volte mi mancava la
mia famiglia.
Mio fratello…
Sapevo che stando
così lontana mi
stavo perdendo i passi più importanti della sua vita. Non lo
stavo vedendo
crescere. Non ero presente come avrei voluto.
Era un pensiero che mi
assillava.
Ogni giorno, ogni santo giorno gli telefonavo per farmi raccontare
delle sue
giornate.
A 10 anni cominciava
già a parlare
delle prime cotte…di quella bimba con le codine bionde che gli
piaceva tanto…di
quel compagno che cercava di fare il bullo e di come lui, mi diceva
fieramente,
gli teneva testa.
Ogni volta che i miei
genitori
discutevano lui prendeva il telefono e
mi chiamava.
La sua voce triste, il
suo bisogno
di me che traspariva chiaramente da ogni parola era una pugnalata per
me.
Lo volevo tra le mie
braccia.
Volevo poterlo stringere a me e dirgli che niente, NIENTE sarebbe
potuto andare
storto se eravamo insieme.
Ma non eravamo insieme.
Una lacrima mi
rigò la guancia
confondendosi con le gocce d’acqua..
Ero sempre stata molto
emotiva.
Forse troppo.
Davanti agli altri
sempre forte e
strafottente. Ma dentro no.
Le uniche persone che,
in quel
momento, mi conoscevano tanto da sapere cosa provavo davvero dentro di
me erano
Julie, Giulia e Mikey.
Le tre persone che mi
tenevano li
in America da tre mesi. Che in qualche modo impedivano che prendessi il
primo
aereo diretto per Catania.
Mi passai le mani sul
viso cercando
di lavare via i segni della mia tristezza temendo che quella lacrima
avesse
bruciato la mia pelle come un tatuaggio e che gli altri potessero
vedere ciò
che davvero sentivo.
Mi lavai e uscii dalla
doccia
avvolgendomi nell’accappatoio.
Mi
avviai verso la stanza mia e delle altre e,
entrata, mi richiusi la porta alle spalle.
Trovai Julie intenta a
infilarsi un
calzino.
-Buon giorno!! Che
è successo
stamattina? Mi è parso di udire i tuoi toni soavi…
Ecco. Riusciva sempre a
farmi
sorridere. Ma doveva esserne uscito fuori un sorriso poco allegro da
come mi
guardò sospettosa.
-Gerard non può
monopolizzare il
bagno…- risposi cercando di sembrare allegra ma la mia voce
somigliava più ad
un rantolo.
-Hey…che
c’è?- mi chiese mentre mi
sedevo sul letto accanto a lei.
-Niente…
-Se certo come
no…
Poggiai i gomiti sul
ginocchio e
nascosi il viso fra le mani.
-Mi manca
Giovanni…
Mi abbraccio ed io
nascosi il viso
tra i suoi capelli mentre i singhiozzi cominciavano a scuotermi.
-Hey hey Anna? No! Stai
calma….è
tutto apposto. E’ normale che ti manchi ma…puoi farcela,
lui non vuole che tu
butti via il tuo futuro per lui.
-Ma ha bisogno di
me…-singhiozzai.
-Ma tu continui ad
essere presente
nella sua vita….vi sentite ogni giorno…io i miei genitori
li sento una volta a
settimana se va bene!!
Rimasi in silenzio e
lei mi tenne
stretta per almeno 5 minuti finchè non mi scostai e mi asciugai
le lacrime con
la manica dell’accappatoio
-Grazie…
-E di che?
-Di avermi consolata
come al
solito…sono una pessima amica…sempre a dovermi fare
consolare...piuttosto che
hai deciso di fare con Frank?
-Ma finiscila! Beh con
Frank…taccio. Che dovrei fare?
-Parlargli?- proposi
nonostante la
cosa fosse ovvia.
-E rovinare
un’amicizia? Naah.
-Ma che ne sai! Magari
lui vorrebbe
che tu parlassi perché non ha il coraggio di prendere in mano la
situazione!
-Se magari…sono
solo la sua
migliore amica…niente di più.
-Bah sai qual è
la mia idea!
-Ma non sei infallibile.
-Grazie eh!!- esclamai
mettendo il
broncio.
-Eddaaaaai moschy!!!!
-Nono vai via!
Rise e uscì
dalla stanza mentre io
la guardavo sconvolta. Mi aveva preso in parola!
Mi vestii e raggiunsi
gli altri in
cucina.
-Buon giorno a tutti,
belli e
brutti…Gerard…-esclamai
sussurrando l’ultima parola con aria malefica.
Lui mi guardò
molto male ma lo
ignorai correndo a schioccare un bacio sulla guancia
a Mikey.
-Hey! Ciao gattina!- mi
chiamava
sempre così. Diceva che sapevo essere dolce dolce ma al momento
opportuno
sfoderare gli artigli e dimostrarmi molto pericolosa.
Mi buttai su una sedia
accanto a
lui e affondai il viso nelle braccia con aria afflitta.
-Dobbiamo proprio
andare a scuola?-
chiesi con aria lamentosa.
-Direi di si...hey!!
Sono i miei
corn-flakes!- esclamò Frank mentre Ju gli toglieva la tazza
davanti e cominciava tranquillamente a
fare colazione.
-Mmmh…direi che
ERANO i tuoi
corn-flakes.- lo corresse lei sorridendo soddisfatta e ricevendo in
risposta
un’occhiata più che eloquente.
Ma io nello sguardo di
Frank ci
vedevo dell’altro. Più di una semplice amicizia,
più di un semplice affetto
fraterno nei confronti di Julie.
Non ero mai stata
un’esperta di
sguardi ma mi sembrava parecchio evidente che dietro la maschera dei
migliori
amici quei due giocavano alle calamite.
Sentii la porta di casa
aprirsi e
Giulia entrare con passo leggero e saltellante.
-Salve!!-
esclamò entrando in
cucina.
-Dove sei stata?-
chiesi severa e
con tono indagatore.
-Mmh ho dormito da
Samantha. E’
distrutta perché il suo ragazzo l’ha lasciata e non mi
andava di lasciarla
sola.- spiegò lei e mi sembrò sincera. Stranamente. Di
solito era la
riproduzione moderna e femminile di pinocchio.
-Faccio finta di
crederti!
-Ma dico la
verità!
E a questa affermazione
esplose un
“Seeeeeee” collettivo.
Lei mise il broncio e
si sedette
accanto a Gerard.
Lui le faceva il filo
da quando
eravamo arrivate in America ma lei non sembrava interessata.
-Io ti
credo…anzi voglio
crederti…-le disse con aria da uomo vissuto.
-Grazie
Gee…almeno tu!- disse grata
lei schioccandogli un bacio sulla guancia.
-Mmh..che
ringraziamento poco
esauriente…
Lei gli diede uno
scappellotto e
lui si zittì ridacchiando appena.
Eravamo un gruppo
abbastanza
affiatato nonostante i giri, e i rapporti oscillanti.
-Anna, ti ricordi che
stasera
dobbiamo suonare al Master vero?- mi chiese Julie ben sapendo che la
mia
memoria non andava oltre il pasto della sera precedente. Come avevo
potuto scordare un'esibizione delle Revenge?
-Uh…si…si
certo che ricordo! Per
chi mi hai presa?!
-Se certo, perdonami se
ho
insinuato una simile ignominia…
-Ma devo portare la mia
batteria o
ne hanno una già li?- intervenne la pratica Giulia.
-Nono ce l’hanno
già…- confermò
l’altra.
-Bene adesso andiamo a
scuola?-
propose Frank alzandosi e tirando Julie per una manica.
Nessuno rispose ma ci
alzammo tutti
e con le cartelle in spalla uscimmo.
La scuola non era
lontana da casa e
così ogni mattina facevamo la strada a piedi.
-Oggi che materie
avete?- mi chiese
Mikey accostandosi e sorridendomi come sempre.
Adoravo il suo sorriso.
Era uno dei
sorrisi più belli che ci fossero, anzi il più bello di
tutti.
Era luminoso e sincero
come pochi.
Quando le sue labbra non eccessivamente carnose si incurvavano
all’insù
sembrava che niente potesse andare storto.
Era il mio migliore
amico e non
potevo fare a meno di lui. Sapeva tutto di me. Tutto.
Non mi giudicava, non
mi accusava.
Mi appoggiava sempre e comunque, mi consigliava se sbagliavo, mi tirava
su quando
ero triste. Era la colonna portante dei miei giorni.
-Mmh…Biologia…storia…letteratura...
e poi i corsi di musica.
Cominciò a
gongolare stringendo le
labbra in una smorfia che sprizzava soddisfazione da ogni piega.
-Noi abbiamo solo
educazione fisica
e i corsi di musica oggi…nananananna!- infierì con fare
dispettoso ed io lo
spintonai scuotendo divertita il capo.
Ci guardammo
intensamente negli
occhi sorridendo appena.
Dietro le spesse lenti
dalla
montatura nera i suoi occhi sembravano contenere allegria e
frustrazione in
egual misura.
Era un po’ di
tempo che vedevo
questa leggera ombra offuscare la sua luce ma non avevo ancora avuto il
coraggio di chiedergli cosa fosse. Di solito era lui a raccontarmi
tutto senza
che io glielo chiedessi. Non avevo mai voluto essere invadente ma capii
che
c’era qualcosa che dovevo sapere per poterlo tirare su.
Se non sapevo contro
cosa o chi
lottavo come potevo vincere?
Bene,
immagino già le vostre facce sconcertate.
Si,
le mie amiche si chiamano entrambe -Giulia- anche nella realtà e
dato che questa storia in realtà non nasce finalizzata
alla pubblicazione ma ad...ehm...uso personale! allora ho lasciato i
loro nomi modificando solo leggermente quello di una delle due il cui
nome comincia con la G solo nel registro scolastico e all'anagrafe
probabilmente perchè per il resto adora la J.
Le
Revenge esistono davvero ma la formazione è leggermente diversa
e ancora non suoniamo da nessuna parte se non nelle nostre adorate e
appartate camerette.
Sentirete
parlare spessissimo nelle mie fanfiction (e probabilmente in quelle di
JuFrankstein che nella mia storia è Julie ed è la
bassista delle Revenge nella finzione e nella realtà) della
nostra band perchè siamo leggermente fissate xD.
E'
una storia senza troppe pretese che però spero possa
piacervi...fatemi sapere che ne pensate!
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