Come mi sono innamorato di te

di gaialittrell
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Pioveva.
Erano le 8:00 del mattino quando mi svegliai e mi accorsi che ero completamente solo nella mia stanza d’albergo, dove la sera prima io e il mio migliore amico avevamo fatto baldoria.
Non mi piaceva stare solo, perché mi faceva sentire escluso e non partecipante ai momenti mattutini del gruppo... Ma d’altronde, chi è che poteva essere sveglio a quell’ora?
Siccome non avevo nulla di interessante da fare a parte scrivere canzoni o inventare coreografie, decisi di andare alla finestra e osservare silenziosamente il ticchettio della pioggia contro il vetro.
Qualche ora dopo, sobbalzai per colpa di qualcuno che bussava violentemente alla porta.
Mi allontanai dalla finestra e mentre mi avvicinavo alla porta per aprirla, speravo che fosse lui, il mio biondino, il mio migliore amico, il mio Frack... E l’uomo che amavo.
“Chi è che fa tutto questo baccano alle 9:00 del mattino?!”
“Oh Frick, è mezzogiorno, non sono le 9:00.”
“Oh... Buongiorno Nick... Come stai?”
“Buongiorno Brian, comunque sto bene grazie... Un po’ stanco, ma sto bene.”
“Di solito alla mattina sono sempre io che ti devo svegliare... Oggi è stato il tuo turno.”
“Per gli amici questo e altro...”
Non faceva che ripetermi quella frase dal giorno in cui ci incontrammo per la prima volta. E io ne ero innamorato da 5 anni. Lui era il mio punto di riferimento, la mia spalla su cui piangere. E stessa cosa io per lui. Gli parlavo di tutto, di qualsiasi dubbio che avessi... Ma non della mia omosessualità. Gli unici a sapere del mio problema erano mio cugino Kevin e i miei due amici fidati AJ e Howie. Lui no. Perché sapevo che se lo avessi detto, lui mi avrebbe odiato ed escluso per il resto della mia vita. Avevo sempre avuto la voglia di dirgli ‘Ti amo.’, ma non potevo. Comunque, fui risvegliato dal sognare come sarebbe stata la mia vita se anche lui avesse ricambiato i miei sentimenti, da una pacca sulla spalla.
“Brian, stasera... Ti va se andiamo a mangiare fuori?”
Il mio cuore stava già battendo fortissimo dopo che ebbi sentito quella frase.
“Ehm... Si certo... Perché?”
“No, nulla di importante. Kevin ha proposto di fare una pizzata di gruppo... Come quelle che facevamo i primi tempi... Ricordi?”
“Si certo che ricordo quando tu mi vomitavi tutte le patatine su i pantaloni.”
“Ahah, scemo. Comunque stasera alle 19:00 ti voglio pronto giù nella hall.”
“Sarà fatto.”
Mi sorrise e uscì dalla stanza. Mi ero appena ricordato che lui non era gay e che non vedeva l’ora di uscire con delle donne tutte gonfiate di silicone.
Non sapevo certo cosa mettermi la sera. Perché io ero più un lupo solitario che un animale da festa. Così, presi il telefono e chiamai AJ, chiedendogli di venire in camera mia alle 17:00.
Nel frattempo, mi misi a comporre una canzone che un giorno, nessuno sapeva quando, avrei cantato a Nick. Il tempo passò in fretta e in un batter d’occhio, mi trovai AJ in camera.
“Bri, mi apri?”
“Si certo, entra.”
Appena entrato, si stese sul letto e cominciò a guardarmi perplesso, tipo ‘perché sono qui?’.
“Allora, fammi capire. Tu mi hai chiamato per chiedermi come vestirti stasera, giusto?”
“Giusto.”
“Ma amico, noi abbiamo due stili completamente diversi, cioè, io sono un metallaro e tu sei un ragazzo di campagna.”
“AJ, ti prego. Solo per stasera.”
Cominciai a fargli la faccina con gli occhi dolci che tanto gli piaceva.
“Non farmi quella faccia! Va bene, va bene, accetto. Però, ad una condizione...”
“Qualsiasi cosa.”
“Ti vestirai nel mio stile.”
“Benone, allora.”
Lui cominciò a rovistare nelle mie valigie e tutto quello che riuscì a tirare fuori furono solo una cintura nera e un paio di boxer neri.
“Brian... Ma lo stile? Non esiste per te?”
Uscì dalla stanza e tornò dopo 10 minuti con una borsa piena di roba. In un quarto d’ora mi ritrovai vestito in ‘totally black’. Però mi piaceva. Dopodiché aspettai che si fecero le sette per andare giù e aspettare l’arrivo di Nick. 




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