Sguardi
Felicity era a casa da sola a vedere
un film mentre
aspettava che Oliver finisse di lavorare, quando la sera era libero
cenavano
insieme guardavano la televisione e si raccontavano vicende della loro
infanzia.
Invece quando lui era in discoteca
appena smontava andava a
casa sua anche solo per dormire fianco a fianco, abbracciati.
Fel sarebbe andata volentieri qualche
volta al Verdant, ma
aveva paura di incontrare Laurel e di finire nei guai, quindi preferiva
rimanere a casa da sola ad aspettare il suo uomo.
Era già mezzanotte passata
e Felicity si era appisolata sul
divano davanti alla televisione accesa quando senti qualcuno bussare
alla sua
porta.
Confusa dal sonno e sicura della
persona che si trovasse
dall’altra parte della porta, si alzò velocemente
e senza guardare dallo
spioncino aprì sorridente.
Il sorriso scomparve in mezzo secondo
dal suo volto quando
vide che non era Oliver davanti casa sua, al suo posto c’era
un uomo alto e
muscoloso che aveva uno sguardo minaccioso.
L’istinto gli disse di
chiudere immediatamente la porta e
chiamare la polizia ma non riuscì a fare nulla di questo,
l’uomo con un sorriso
beffardo sul volto gli afferrò un braccio e la spinse contro
il muro.
Fel provò a urlare ma la
mano del suo assalitore si
posizionò sopra la bocca impedendo a qualsiasi suono di
uscire.
«Calma bambolina.
Sé starai buona non ti succederà nulla di
male.»
La bionda annuì aveva
troppa paura, sicuramente si trattava
di un ladro e se avesse fatto ciò che lui gli diceva
l’avrebbe lasciata libera
nel giro di pochi minuti, purtroppo si sbagliava di grosso, ma lei
questo non
poteva saperlo.
L’uomo allentò
leggermente la presa sopra la bocca della
ragazza.
«Non ho molti soldi con
me.»
«Non sono venuto qua per i
tuoi soldi, ragazzina.»
«Allora cosa vuoi da me?
Oddio! Ti prego no! Non vorrai mica
approfittarti di me.»
«Mi piacerebbe, ma ho
promesso al mio capo che ti avrei
portata tutta intera. Forse mi permetterà di giocare con te
dopo.»
Inorridita da quelle parole Fel
provò a scappare e urlare,
ma ancora una volta le forti e veloci mani del suo assalitore erano su
di lei,
la sbatté contro la porta mentre con l’altra gli
diede un colpo strategico alla
base del collo per farla svenire.
Adesso non gli restava altro che
lasciare il messaggio per
il ragazzo e portare la biondina nel posto stabilito.
Un’ora dopo Oliver aveva
finalmente finito di lavorare,
amava molto il suo lavoro ma da quando nella sua vita era entrata
Felicity gli
dispiaceva lasciarla a casa da sola, avrebbe preferito passare quel
tempo
insieme con lei.
Fel lavorava dal lunedì al
venerdì con normali orari
d’ufficio mentre lui si ritrovava a casa sua da solo, il fine
settimana era
diverso lui era molto più impegnato mentre lei rimaneva a
casa da sola.
L a mattina dormiva fino a tardi, e
fin lì la cosa poteva
andare bene, il problema arrivava nel lungo e interminabile pomeriggio.
Prima di Fel lui andava in giro a
rimorchiare ragazze per
farsele nel suo “camerino”al Verdant, con la
speranza di farsi scoprire da
Laurel e fare in modo di essere mollato definitivamente.
Adesso aspettava con trepidazione le
sei per poterla vedere,
cenere con Felicity, passare qualche ora insieme prima di andare al
lavoro.
Fortunatamente quella sera al locale
non c’era quasi nessuno
e Oliver era potuto tornare a casa prima del solito.
Notò subito che qualcosa
non andava, di solito bussava e
Felicity che dormiva beatamente sul divano per aspettarlo si alzava e
andava ad
aprirgli la porta, quella sera però la porta era socchiusa.
In silenzio Olli entrò
dentro, cercava di orientarsi al buio
cercando di capire dove fosse Felicity.
Fece un giro completo delle stanze e
non trovandola da
nessuna parte accese la luce.
L a casa era apposto, nulla era in
disordine, ma di Fel non
c’era traccia.
Forse era scesa a comprare qualcosa
nel piccolo supermercato
all’angolo che stava aperto anche la notte.
Passarono venti minuti ma Felicity
non tornava, in questo
tempo aveva più volte provato a chiamarla al cellulare ma lo
trovava sempre
staccato.
Girava nervoso per casa guardando
spesso dalla finestra sé
la scorgeva di sotto ma di lei non c’era traccia.
Dopo più di
mezz’ora era ormai deciso a chiamare la polizia
quando avvicinandosi al telefono di casa vide un biglietto sopra il
mobile,
forse prima di andare via gli aveva scritto dove si fosse cacciata.
Leggendo il biglietto una doccia
gelata lo colpì quando
lesse quello che c’era scritto.
Sé vuoi rivedere la
tua ragazza sana e salva
vieni da solo al
magazzino 37 del porto di Starling City
non chiamare la
polizia o la biondina farà una brutta fine.
Il panico, Oliver era nel panico
più completo, lesse più
volte il biglietto incredulo.
Chi mai poteva avercela con Felicity,
lei una ragazza così
dolce e tenera, poi capì, il problema non era lei ma lui, la
sua “per forza”
fidanzata doveva sicuramente aver combinato qualcosa negli ultimi
giorni era
stata fin troppo buona e non l’aveva stressato per
trascorrere del tempo
insieme.
Uscì velocemente di casa
sbattendo la porta, prese le chiavi
inforcò la moto e partì alla velocità
della luce per arrivare il prima
possibile da lei.
Sfrecciava tra le auto incurante
degli automobilisti che gli
suonavano, doveva correre, chissà quanto fosse spaventata
Felicity, per fortuna
dopo una decina di minuti arrivò al porto.
Parcheggiò e si diresse
verso il magazzino che gli era stato
indicato, era molto agitato ma cercava di mantenere
un’apparenza calma, sé
doveva trattare con Laurel e non far accadere niente di male a Felicity
doveva
stare molto calmo.
Trovò quasi immediatamente
il magazzino che stava cercando ed
entrò, la stanza era completamente al buio non sentiva
rumori né vedeva nessuno
nei paraggi,qualcosa non andava oppure aveva sbagliato luogo.
Continuò a girovagare
all’interno ma non c’era traccia di
nessuno lì dentro, stava quasi per uscire quando
all’improvviso si accese la
luce e Oliver fu accecato da essa.
La sua vista si era abituata al buio
e gli ci volle un
minuto prima di riuscire a vedere bene quello che stava succedendo
intorno a
lui.
Spostò lo sguardo in alto
e finalmente la vide.
Felicity aveva le mani legate dietro
alla schiena e la bocca
tappata da del nastro adesivo, dal suo sguardo capì che era
terrorizzata,
accanto a lei c’era un uomo massiccio che la stava tenendo
saldamente per un
braccio.
Non riuscivo a staccare gli occhi da
quella scena, il mio
corpo era immobilizzato dalla paura che gli potesse accadere qualcosa
di male,
sentii un rumore di tacchi che piano piano si stava avvicinando a m, ma
non
avevo bisogno di voltarmi per sapere chi fosse la persona dietro a
tutto
questo.
«Laurel ho capito subito
che ci fossi tu dietro a tutto
questo.»
«Mi hai riconosciuto dal
profumo Olli?»
«Non ti azzardare a
chiamarmi mai più Olli.»
«Serata storta Oliver? Io
né ho avute tante ultimante mio
caro.»
«La colpa è solo
tua e della tua ostinazione verso di me.»
«Quando capirai che sono io
la donna della tua vita? Le
altre sono solo scopate occasionali per farmi rabbia, per
vendetta.»
«Hai ragione le altre erano
solo scopate per farti
arrabbiare e costringerti a lasciarmi. Le altre, non lei, lei
è diversa.»
Oliver spostò il suo
sguardo in alto, Felicity tremava e
stava quasi per piangere.
«Laurel ti prego liberala.
Prenditela con me, cosa centra
Felicity.»
«È da
più di una settimana che il mio amico lassù vi
tiene
d’occhio e mi fa dei resoconti giornalieri. Non ti eri mai
comportato così con
nessuna ragazza con la quale mi tradivi, di solito le portavi a letto
un paio
di volte e finiva lì. Con questa insulsa biondina
è diverso, tu sei diverso.»
«Hai ragione è
diverso. Io mi sto innamorando di lei.»
Laurel rimase senza parole dopo
l’affermazione di Oliver,
non si aspettava questo. Sperava che lo spavento di questo rapimento
bastasse
per farli smettere di vedersi, ma dopo queste parole sapeva bene che
Oliver
testardo com’era non si sarebbe arreso così presto.
Una dolorante Felicity osservava
dall’alto i due ragazzi che
parlavano cercando di capire qualcosa visto che non riusciva sentire
nulla.
Ogni tanto gli occhi di Oliver
incontravano i suoi e poteva
leggere la disperazione sul suo volto, la solita che sicuramente aveva
anche
lei dipinta sul viso.
«Laurel ti prego lasciala
libera, non sei così cattiva,
lasciaci liberi entrambi, non penso tu voglia al tuo fianco una persona
che non
ti ami, meriti qualcuno migliore di me.»
«Io voglio te e nessun
altro.»
Oliver furioso si mise a urlare.
«Perché
quest’ accanimento nei miei confronti? Perché mi
vuoi al tuo fianco a tutti i costi?»
«Sei tu quello che non
capisci. Io sono innamorata di te da
quando eravamo bambini e andavamo al mare tutti insieme con i nostri
genitori,
per me non è cambiato nulla.»
«Laurel l’hai
detto tu stessa eravamo dei bambini. Siamo
adulti ora le cose non possono rimanere le stesse.»
«Parli bene tu. Io ti amo
come allora.»
«Io non ti amo e forse mai
lo fatto. Ero un cretino che
correva dietro a qualsiasi ragazza in cerca di sesso e tu eri sempre
disponibile perché ti piacevo, tu eri convinta che stessimo
insieme ma io
continuavo a farmi la mia vita e le mie esperienze senza rispetto per
nessuno.
Mi dispiace, sono stato uno stronzo e mi sono meritatola tua vendetta
fino a
ora ma adesso basta. Guarda come ti sei ridotta. Rapire una ragazza per
tenere
al tuo fianco un uomo che non ti vuole. Sei migliore di questo Laurel,
lo so io
ti conosco.»
«Non credo che tu mi
conosca così bene come dici. Io
riuscirò ad averti in un modo o nell’altro. Adesso
basta non riuscirai a
convincermi.»
«Laurel ti prego finiamola
qui.»
«Oliver ascoltami bene,
libererò quella sgualdrina della tua
amichetta tra una settimana appena tu ed io ci saremo
sposati.»
«Non stai parlando
seriamente, non può essere vero.»
«Non scherzo mio caro. Ho
chiamato un mio amico giornalista
domani uscirà un articolo su di noi dove annunciamo il
nostro matrimonio, sarà
il matrimonio dell’anno.»
«Sei pazza. La cercheranno.
Qualcuno cercherà Felicity si
chiederanno dove sia finita, non puoi passarla liscia. Quando
sarà libera andrà
alla polizia e ti denuncerà per quello che gli hai
fatto.»
«Non sono una stupida ho
già sistemato tutto con le giuste
conoscenze puoi ottenere quello che vuoi. Alla Palmer Tecnology credano
che la
sua povera mammina si sia fatta male e lei sia corsa a Central City per
aiutarla e grazie a mio padre non ci saranno problemi sul fronte
polizia.»
«Mi fai schifo! Ricattare
tuo padre perché è un alcolista.
Sei caduta in basso. Comunque io non mi sposerò con te. Per
nessuna ragione al
mondo.»
«Oliver non hai capito, tu
non hai scelta. O meglio sé
scegli la strada sbagliata la biondina morirà e nessuno
troverà più sue tracce.
Sé vuoi essere tu quello che la ucciderà per me
non ci sono problemi, una
persona in meno con la quale lottare per averti.»
«Non ci credo. Non sei
così folle. Basta Laurel finiamola
qui. Lasciaci andare via e nessuno dei due farà niente
contro di te.»
«Non mi credi. Ok, dopo non
dirmi che è colpa mia. Slade sai
cosa fare.»
Un uomo massiccio e pieno di muscoli
comparve alle spalle di
Felicity gli afferrò il collo e cominciò a
strangolarla.
Il ragazzo guardava senza fiato la su
ragazza che si
dimenava per liberarsi, ma la mancanza d’aria si faceva
sentire e gli sforzi
della bionda la indebolivano velocemente, stava per perdere i sensi.
Oliver
urlò con tutta
la voce che aveva in corpo, mentre calde lacrime iniziavano a solcare
il suo
volto.
«BASTAAAA. LAUREL TI PREGO
FALLO SMETTERE.»
«Slade fermati.»
Le mani intorno al collo della bionda
cessarono di stringere
e l’aria riprese a riempierle di nuovo i polmoni, vide sotto
di lei Oliver
spaventato e in lacrime, capiva di essere in pericolo ma voleva sapere
cosa
stesse succedendo tra quei due.
«Mi credi adesso Oliver?
»
« Hai vinto, dimmi cosa
devo fare.»
«Bravo hai preso la
decisione giusta. Torna a casa domani
sarà una lunga giornata, dobbiamo organizzare un matrimonio
in sette giorni.»
«È
Felicity?»
«Lei rimarrà qui
e non gli sarà torto un capello, quando ci
saremo sposati Slade la lascerà libera. Non dovrete
più rivedermi chiaro?»
«Posso salutarla e
spiegargli cosa sta succedendo?»
«No. Domani gli
parlerò io, devo spiegargli che contro di me
non ha scampo e che una volta libera gli converrà fare finta
di nulla se non
vuole che gli succeda qualcosa di strano.»
«Laurel mi hai promesso che
non gli succederà nulla sé
accetto questa cosa.»
«Tranquillo sé
farà la brava non gli accadrà nulla.»
Felicity dall’alto guardava
Oliver, era spaventatissima e
non capiva perché lui non corresse a salvarla.
Poi lo vide in volto, era annientato
dalla disperazione, nel
suo volto poteva leggere paura e rassegnazione.
Oliver abbassò gli occhi e
rimase per alcuni secondi a
fissare il pavimento poi tornò a guardarla e lei
capì tutto, il suo sguardo era
chiaro non poteva fare nient’altro doveva lasciarla
lì per ora ma era sicura
che Oliver avrebbe trovato un modo per salvarla.
Olli continuò a fissarla
per un tempo indefinito sperando
che i suoi occhi gli trasmettessero quello che a voce non poteva
dirgli, adesso
non poteva fare nulla doveva lasciarla lì ma
l’avrebbe salvata da questa storia
a tutti i costi.
Felicity annuì e sorrise a
Oliver poi Slade la afferrò per
un braccio e la porto via.
Oliver guardò tutta la
scena chiuse gli occhi respirò
profondamente e sé né andò lasciando
Laurel sola e soddisfatta per aver vinto
questa battaglia.
CONTINUA ……
|