ORO E POTERE O FAMIGLIA E ONORE?
Thorin era impietrito, di fronte a lui
sul ponte stavano due figure incappucciate. Una di esse, quella più
vicina e minuta, teneva Kili per un braccio e lo faceva sbilanciare
sull'abisso al di là del ponte, mentre l'altra teneva un pugnale
nero posato sotto la gola di Fili. L'incappucciato più vicino
parlò: "Non provate ad avvicinarvi o questo nano cade di sotto e
posso assicurarvi che non sarà un bello spettacolo". Thorin allora
prese coraggio e urlò: "Chi siete? Cosa volete dai nani della
montagna?". L'uomo rise: "I nani della montagna? Secondo me è
meglio dire i nani che hanno perso la montagna".
A quelle parole Thorin impallidì e lo
stesso fecero i nani alle sue spalle, mentre i due prigionieri
provavano a dibattersi per liberarsi. Il ragazzo parlò ancora: "Non
sto scherzando. Se vuoi riavere indietro i tuoi nipoti e non due
cadaveri, voglio la tua parola d'onore che tutto l'oro della Montagna
Solitaria appartiene a noi". A quel punto esplosero le voci dei
nani che cominciarono a gridare improperi contro i due forestieri. Fu
l'incappucciato a zittirli: "Scegli Thorin Scudo di Quercia,
scegli: preferisci l'oro e il potere o la famiglia e l'onore?
Tieni di più a diventare re o alla vita dei tuoi due nipoti? Perchè
vedi, a noi non cambia nulla dover uccidere uno di loro, nessuno o
tutti voi, in un modo o nell'altro ci prenderemo quest'oro".
A quelle parole Thorin crollò in
ginocchio, nei suoi occhi e nella sua mente si susseguivano le
immagini di Erebor al suo più alto splendore: le sale piene di
pietre preziose, la gloria che derivava dall'oro che veniva estratto
dalle viscere della montagna, gli infiniti banchetti e le molte feste
piene di ricchezza e sfarzo. Il sapere che tutto quello che lo
circondava ora gli apparteneva, che era finalmente diventato il Re
sotto la Montagna lo riempiva di una gioia immensa, e poi l'oro,
montagna infinite di oro che ora appartenevano a lui e solo a lui.
Finalmente non era più solo uno povero principe senza casa nè
corona, ora era un Re e possedeva ricchezze che avrebbero fatto
impallidire chiunque al confronto. Era arrivato finalmente dove
doveva essere, aveva finalmente preso il posto che gli spettava di
diritto: regnare su Erebor e su tutti i nani, grazie al potere
dell'oro e dell'Arkengemma.
Ma a tutto questo potere e ricchezza si
sovrapponevano i ricordi dei nipoti: loro appena nati, le prime
baruffe, le prime vittorie e le prime sconfitte, la loro crescita
fino a quel momento: due nani adulti, forti e coraggiosi che avevano
seguito lui, Thorin Scudo di Quercia, fino a là, fino alla Montagna
Solitaria per riprendere una casa che non avevano mai conosciuto ma
solo ascoltato dai racconti.
A quel punto
Thorin scelse: "Va bene, avrete l'oro della montagna in cambio
della vita dei miei nipoti". I due uomini vestiti di nero
sorrisero, e il secondo parlò per la prima volta: "Bene, Thorin
Scudo di Quercia, vedo che sei in grado di ragionare. Ma vedi la tua
parola non ci basta, vogliamo che tu lo metta per iscritto, vogliamo
un contratto". A quelle parole i nani si indignarono, gridando e
protestando che non si potevano permettere di non fidarsi della
parola d'onore di Thorin Scudo di Quercia. Thorin chiuse gli occhi e
si rivolse a Balin, suo fidato consigliere: "Balin erigi un
contratto: tutto l'oro di Erebor appartiene a loro". I nani
ricominciarono a protestare, mentre Kili e Fili si dimenarono ancora
di più pregando lo zio di ripensarci e di non dare a quei due tutte
le loro ricchezze. I due ragazzi strattonarono duramente i
prigionieri per farli calmare, poi ridendo: "I miei complimenti
nano, hai fatto la scelta giusta. Mi raccomando, nel contratto
vogliamo anche l'Arkengemma". A quelle parole le proteste
raddoppiarono e Thorin impallidì ancora di più, ma le parole che
dissero erano calme e decise: "Balin aggiungi anche l'Arkengemma
nel contratto". Balin balbettando: "Mio signore ne sei proprio
sicuro?" "Si, sbrigati". Mentre Balin andava a prendere carta e
penna per compilare il contratto i nani fremevano di rabbia, l'unico
ad essere troppo sconvolto per parlare era Thorin, aveva appena
rinunciato a tutto quello che sognava per amore dei suoi nipoti. Kili
e Fili erano disperati, non volevano essere la causa di una così
grande sconfitta, ma ormai era cosa fatta, infatti poco dopo tornò
Balin con il contratto, mancava solo la firma di Thorin e i nomi dei
due aguzzini. Quando il contratto fu posto davanti a Thorin lui
esitò², ma solo per un momento. Appena la firma fu scritta i due
incappucciati lasciarono andare Kili e Fili. Appena i due furono
liberati, gli altri nani corsero all'assalto dei forestieri, subito
fermati dall'urlo di Thorin che ordinava loro di non fargli del
male: "Abbiamo firmato un contratto, la vita di Kili e Fili in
cambio dell'oro della Montagna Solitaria, siamo nani, rispettiamo
sempre i patti". Fu Thorin stesso a consegnare il contratto ai due
ragazzi. Appena lo ebbero in mano lo firmarono a loro volta e il
patto fu concluso: avevano appena ottenuto l'oro contenuto nella
montagna solitaria e il potere sui nani derivato dall'Arkengemma.
Mentre i nani si allontanavano sconsolati uno dei due parlò: "Oggi
è stata fatta la storia: Thorin Scudo di Quercia ha rinunciato a
tutto l'oro di Erebor per la vita dei suoi nipoti, ha scelto la
famiglia al posto della ricchezza, l'amore al posto del freddo
metallo e l'onore al posto del potere. Ebbene Thorin Scudo di
Quercia Re Sotto la Montagna" e a queste parole Thorin e tutti gli
altri nani si fermarono, "Oggi hai cambiato la storia: hai
dimostrato la tua vera forza, hai dimostrato che non sei tuo nonno,
che non ne hai ereditato la debolezza e che la malattia dell'oro ti
condiziona solo fino a un certo punto. Hai scelto di essere un Re
senza corona e senza ricchezza ma pur sempre un Re che mette il bene
della sua gente prima dell'oro". I forestieri a quel punto si
tolsero i cappucci e sorrisero ai nani che li guardavano sconvolti:
il ragazzo più vicino, quello che aveva sempre parlato, in realtà
era una femmina, che stracciò il contratto sotto gli occhi attoniti
dei nani che non capivano cosa stesse succedendo.
La ragazza rise di gusto e per poco non
cadde giù dal ponte mentre guardava le espressioni attonite dei
nani, che non avevano la più pallida idea di chi fossero e che cosa
volessero da loro. Quando si fu calmata un po' si rivolse all'altro:
"Sai fratellone, penso che li abbiamo leggermente sconvolti.." e
l'altro rispose, divertito: "Ma davvero?!? Tu dici? Perchè sai,
non me ne sono accorto.." "O ma quanto siamo permalosetti oggi..
Che c'è, è la sveglia presto ad averti reso così poco
collaborativo?" "Ma come ti permetti?!? Piccola ingrata
ragazzina! Guarda che se non era per me tu qui manco ci saresti
arrivata!!" "Come, come, come? Scusa ma ti devo ricordare chi è
il cialtrone che ha sbagliato strada tre volte, e dico tre volte,
prima di capire di star andando dalla parte sbagliata!?!?"
I due ragazzi continuavano a
bisticciare come due mocciosi di 10 anni e i nani non riuscivano
proprio a capire chi diavolo fossero quei due e cosa avessero appena
combinato. Thorin, che non è mai stato un monumento di pazienza,
alla fine sbottò infuriato: "VOLETE SMETTERLA DI BISTICCIARE COME
DUE RAGAZZINI E SPIEGARCI CHI DIAVOLO SIETE?!?!!". A quel punto i
due ragazzi smisero di sbraitarsi contro e si rivolsero, un po'
imbarazzati, ai nani che li stavano fissando: "Scusate, non
volevamo mancarvi di rispetto.." rispose la ragazza. "Già ,
scusate" completò il ragazzo. Poi, fatto un respiro profondo, la
ragazza cominciò a spiegare: "Chi siamo in realtà non penso che
sia il momento per dirvelo, tutto quello che dovete sapere per il
momento è che siamo dalla vostra parte". Thorin, annui pensoso poi
aggiunse: "Bene, quindi non siete qui per derubarci. Ma allora
perchè siete qui?". I due si scambiarono un'occhiata d'intesa e il
ragazzo continuò: "In realtà non abbiamo mai detto che non siamo
qui per derubarvi.." "Cosa? Ma avete appena strappato il
contratto nel quale ottenevate tutto l'oro della Montagna Solitaria!
Se non siete qui per rubare quello che cos'altro potreste rubare?!?".
La ragazza a quel punto sorrise, e non fu un sorriso felice, anzi, fu
un sorrisetto furbo, di quelli che fanno i gatti quando ormai sanno
di avere il topo in trappola: "O, ma noi abbiamo già rubato..
Perchè dovete sapere, che noi non siamo volgari ladri di ricchezze.
No, noi siamo ladri di maledizioni".
"Ladri di maledizioni? Ma che cosa
significa si può sapere?!?" domandò allora Thorin sconvolto.
"Significa, mio nanico amico, che, come ladri, ci intrufoliamo nei
luoghi più protetti e segreti della terra, e rubiamo, non le volgari
pietre preziose o i gioielli, ma le maledizioni che rendono queste
ricchezze così importanti e di valor" rispose la ragazza con fare
cospiratorio. A quel punto i nani erano più confusi che mai, fino a
quando Balin, il saggio del gruppo, non commentò: "Ladri di
maledizioni, è? Si ne ho sentito parlare. Si tratta di un ordine di
folli che si divertono a trovare, interpretare e spezzare le
maledizioni. Se non sbaglio si chiamano appunto gli 88 folli,
giusto?" "Mio saggio amico, sono colpito, in pochi sanno della
nostra esistenza e ancora di meno sanno che siamo folli" rispose il
ragazzo con una strizzata d'occhio in direzione di Balin. "In
verità, questa volta non siamo qui solo per spezzare la maledizione,
ma anche per aiutarvi nella battaglia che state per affrontare. Il
capo del nostro ordine, ci ha mandati da voi per combattere al vostro
fianco e sconfiggere gli orchi che cercheranno di uccidervi". Poi
guardando in direzione di Thorin, Fili e Kili, che erano rimasti
vicini allo zio, aggiunse: "Soprattutto voi tre, dovremo tenervi
d'occhio e impedirvi che vi uccidiate come dei cretini. Non vorremmo
mai che vi facciate seriamente del male. Il capo ci squarterebbe..
Vero, fratellone?"Il ragazzo guardò la sorella e mimando un
brivido di freddo aggiunse: "Assolutamente si. Voi tre, vedete di
non fare cazzate che io ci tengo alla mia vita!" concluse alla fine
indicando i tre in questione.
Thorin ci stava capendo meno che mai,
ma decise di lasciar perdere e concentrarsi su qualcosa di più
semplice, come per esempio i loro nomi: "Bene, appurato che siete
completamente pazzi, mi piacerebbe sapere i vostri nomi, nel caso
moriate nel tentativo di salvarci.." La ragazza sorrise e rispose
con brio alla domanda: "è vero che sbadati, non ci siamo nemmeno
presentati come si deve. Comunque io sono Maria Rebecca Blake e lui è
mio fratello maggiore Marcus Romulus Blake, si lo sappiamo sono dei
nomi di M, ma a mamma piacevano e quindi.." A questo punto i nani,
uno alla volta si presentarono davanti ai due estranei, che sorrisero
a ogni nano e strinsero loro la mano. Finite le presentazioni Thorin
non aveva ancora deciso se ucciderli seduta stante o lasciare loro un
minimo di possibilità per salvarsi.
Angolo autore: Ho aggiornato il testo con delle spaziature perchè non risulti troppo soffocante, ma non cambia nulla nella prima parte e ho solo aggiunto tutto il pezzo sotto la doppia spaziatura. Ho deciso che così com'era non si capiva molto, non che così cambi qualcosa per quello, ma ehi se la scrivessi tutta diventerebbe davvero troppo lunga e al momento non ho tempo per farlo come si deve.
Una precisazioni: 88 folli so perfettamente che è ripreso da Kill Bill di Quentin Tarantino ma è una cosa troppo geniale da non utilizzare.
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