Autumn's
tears.
La
caducità dell’autunno, e delle sue foglie,
è tristemente eguale a quella degli uomini sulla terra.
Così
triste e così prevedibile eppure, ognuno, conscio della sua
prevedibilità non può far nulla per arrestare la
sua folle caduta, ed Inuyasha, questo, lo sapeva fin troppo bene.
-Cos
’hai Inuyasha?-
Sobbalzò
impercettibilmente, sentendosi interpellato.
Quella
domanda… quella domanda uguale, in tutto, a quella di tanti
anni prima.
- Cos’
hai Inuyasha?-
La dolce voce di Izayoi s’infranse sulle candide orecchie del
figlio, che si strinse di più nel caldo abbraccio della
madre.
-Nulla-
-Bugiardo-
Inuyasha,
sorrise appena, sentendo la secca risposta di Kagome.
-Stai male e
si vede- continuò imperterrita –Dimmi cos’hai…-
Sembrava quasi
una supplica.
Una
supplica…
-Cos’hai
piccolo mio? Perché piangi?-
Il piccolo Inuyasha scosse la testa, singhiozzando tra le braccia
materne.
Izayoi gli carezzò i folti ed argentati capelli.
–I bambini del villaggio…?-
Non finì la domanda, non ne ebbe la forza, ma strinse
più forte il frutto del suo amore proibito , che ora,
piangeva forte.
-E’
l’anniversario della morte di mia madre.-
Lo disse
piano, calibrando ogni parola, cercando di trattenere, sillaba dopo
sillaba, il dolore sempre presente e sempre lancinante della perdita di
sua madre.
Kagome
trattene il fiato. Mai avrebbe immaginato una
simile verità; osservò la schiena di Inuyasha e
si chiese, fuggevolmente, quanto dolore avesse dovuto sopportare da solo.
Piano, quasi
con riverenza, si avvicinò alla sua statica figura posando
delicatamente una mano sulla sua forte spalla.
-Mi dispiace.-
-Mi dispiace.-
Calde lacrime bagnarono le bianche orecchie del mezzo demone.
Il suo dolce Inuyasha era tornato a casa tardi quella sera, aveva
cercato di nascondersi dalla madre, ma non potè nascondere
allo stesso modo il grosso livido sotto l’occhio e i numerosi
tagli sul suo viso ancora di bambino.
Era cresciuto Inuyasha, ma con lui, cresceva anche l’odio.
-Mi dispiace…- Ripetè, ancora ed ancora.
E fragili braccia strinsero il piccolo Inuyasha.
-Mi dispiace…-
E le lacrime di madre e figlio si confusero in un solo,
triste, abbraccio.
La calda mano
di Kagome lo fece voltare, con un mesto ed ironico sorriso sul volto,
che quasi sembrava una pacata smorfia.
-Io…io
non immaginavo…- La ragazza balbettò, sentendosi
fuori posto.
Tanto. Troppo,
il dolore negli occhi del mezzo demone.
Abissi di
dolore color miele profondi e, tuttavia, insondabili.
Inuyasha
cercò la mano di lei, stringendola senza farle male.
-Non andar
via.-
-Non andar via!-
La concitata supplica del piccolo raggiunse, come una pugnalata, le
orecchie della donna distesa, pallida e stanca, su di un futon
finemente ricamato.
Cominciò a piangere forte, Inuyasha, ed una mano non
più calda ma ancora più fragile, gli
asciugò le calde lacrime.
-Non piangere piccolo mio.-
-Sai…feci
una promessa a mia madre-
Inuyasha
sussurò piano, lo sguardo fisso sulla rovinata pietra
tombale davanti a sé.
-Quale?- lo
strozzato bisbiglio raggiunse quasi a stento le orecchie
dell’hanyou.
-Quella di non
piangere mai più-
Era autunno,
pieno autunno.
Inuyasha poteva chiaramente vedere le fogli dorate cadere,
una dopo l’altra, danzando col vento sempre più
freddo.
Freddo come la sua mano
Osservò dolorosamente i segni della malattia sul volto della
sua dolce mamma.
-Madre?- Il sussurò roco sgorgò inarrestabile
dalle sua labbra.
-Sì piccolo mio?- La sua voce, stanca e già
lontana, era una pugnalata per il piccolo hanyou.
Inghiottì a forza il nodo che gli attanagliava la gola.
-Ti voglio bene, mamma.-
-Anch’io piccolo mio, anch’io…-
Se ne andò così la bella mamma, tra un dolce
sorriso e una lacrima di rimpianto, la sua vita si spense.
Cadde
Cadde come le foglie dorate in cortile sospinte da un vento ormai
gelido.
-Cosa fai
Kagome?-
L’hanyou
alzò il volto della giovane percorso dalle lacrime.
-Piango…piango
per te- sussurò tra un singhiozzo ed un altro.
- Non devi
infrangere la tua promessa- continuò a stento –
piango al posto tuo-
Inuyasha
sorrise.
E fu un
sorriso dolce il suo, carico di gratitudine e tristezza.
Con un braccio
circondò la vita della giovane, avvicinandosela al petto, ed
i suoi singhiozzi rimbombarono nel suo petto, accordandosi al
silenzioso pianto del suo cuore.
Ed una foglia
dorata cadde vicino alle orchidee
blu, poste ad ornamento della piccola tomba.
La
caducità dell’autunno, e delle sue foglie,
è tristemente eguale a quello degli uomini sulla terra.
Così triste e così prevedibile
eppure ognuno, conscio della sua prevedibilità, non
può far nulla per arrestare la sua folle caduta, ed
Inuyasha, questo, lo sapeva fin troppo bene.
...
Piaciuta? *_*
Spero tanto di sì! Commenti e critiche
sempre ben accetti.
Red.
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