Hidan. Vita e morte di un immortale

di DHero
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1. Il mostro nero

Il mostro nero della cascata. E' cosi che lo chiamiamo, noi del villaggio.
L'uomo, anzi, la bestia le cui "gesta" sono ben note, è davanti a me. La bestia che 50 anni fa ha trucidato le alte sfere del governo del Villaggio della Cascata mi sta guardando. L'incubo della nostra gioventù è qui.
"Tu sei Hidan delle Calde Primavere, non è così?"
Che cosa devo fare?
"Rispondi."
L'ordine mi risuona in testa infinite volte. Quante volte ho ascoltato, spaventato, mio padre e mia madre quando, da bambino, mi raccontavano del mostro nero della cascata, che rubava il cuore dei bambini cattivi? Sciocche leggende, diceva qualcuno.
"S-Si... sono io, Hidan delle Calde Primavere, Chuunin del villaggio delle Calde Primavere, figlio del capovillaggio."
E' il terrore a farmi ricordare come si risponde con i ninja di grado più alto. Sto sudando freddo, non posso muovermi.
Ma che diavolo sto facendo?
"Prendi la tua attrezzatura e vieni con me."
Quante volte ho sognato questa immagine, da bambino? Io nel mio letto, sudato e tremante, e sul davanzale il mostro che mi osserva, con i suoi occhi gialli. Gli occhi gialli della morte. Ma questo non è un sogno, è chiaro.
"Devo ripetere?"
Maledizione Hidan, opponiti! Sei un ninja, nonchè un adepto della gloriosa chiesa di Janshin! Agisci! Agisci!
Agisci!

Maledizione, sul comodino dev'esserci un kunai...
Un solo maledetto movimento dei miei occhi, e il suo braccio è già stretto attorno al mio polso, con una fortissima presa di ferro.
Un conato di vomito mi sale su per la gola quando vedo l'orribile organo, grondante di sange, nascosto fra i suoi tentacoli.
"Odio ripetermi. Ripetermi mi fa infuriare. E tu non vuoi che io mi infuri, vero?"
Devo raccogliere il coraggio e fare qualcosa.
"Papa! Hiina! Presto! Aiutatemi!"
Non ho intenzione di venire con te, mostro. Non so quale sia la tua intenzione, ma posso immaginare che se ti seguo non farò mai più ritorno. Non voglio venire con te.

Improvvisamente la porta della stanza si spalanca. Mio padre, spada ben stretta in mano, è già in piedi sul mio letto, davanti a me.
"Hai fatto bene a chiamarmi, Hidan."
Posso distinguere bene il suo volto, irradiato dalla luce lunare. Sta sorridendo.
"Non ti preoccupare. A lui ci pensiamo noi."
"Sono venuto a riscuotere il pegno, piccolo Higo. Dammi il ragazzo."
Higo è il nome di mio padre, l'uomo più forte e saggio del villaggio, il secondo profeta della nostra chiesa, ma non ho mai sentito nessuno chiamarlo per nome. "Signor Capovillaggio" è l'appellativo con cui si riferiscono a lui. Tutti lo chiamano così, tutti tranne me e Hiina. La mia sorellona. Noi possiamo chiamarlo affettuosamente papà.

Rapida come un lampo, la punta di una lancia compare dal petto del mostro, esattamente dove si trova il cuore.
"Maledetto! Non lascerò che tu prenda il mio fratellino!"
"Hiina!". Lacrime di gioia scendono dai miei occhi. "L'hai ucciso! Sapevo che sareste intervenuti!"
Niente di meglio dalla kunoichi più veloce del villaggio. Hiina delle Calde Primavere, Il Fulmine Immortale, è stata sconfitta in duello una volta sola. Solo quell'uomo l'ha umiliata, sia in potenza che in velocità. Il Lampo Giallo della Foglia.
Ma questo mostro non è certo all'altezza di quell'uomo.
Un rivolo di sangue esce dalla ferita del mostro, ma la sua mano afferra saldamente la punta della lancia. Con l'altra continua a stringermi il braccio. Le sue unghie, dipinte di viola, affondano nella mia carne fino a farla sanguinare.
E' ancora vivo.
"Complimenti, Higo. La tua piccola è veramente promettente. Con questo, direi che uno dei miei cuori è andato."
La maschera del mostro si increspa in un sorriso demoniaco, mentre spinge via con una forza terribile la lancia e mia sorella. E distinguo chiaramente una goccia del sudore di mio padre mentra scivola giù per la sua schiena, anche se ho gli occhi irritati dall'infinità di lacrime che li bagnano.
"Adesso basta scherzare. Sai cosa succede quando mi arrabbio sul serio, Signor Capovillaggio?"





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