~~CAPITOLO
7 – DI ADDII
«Bene» disse
Arianna, posando la tazzina di caffè sul tavolo del bar
«Quindi è finita?»
«Speriamo»
rispose Sam,
bevendo un sorso da quella minuscola tazza e strabuzzando gli occhi «Ma
è
fortissimo!»
«È
caffè e non quella
robaccia che bevete voi in America» rise Arianna «Ma ne ho bevuti di
più forti»
«Comunque
se ci dovessero
di nuovo essere problemi» aggiunse Dean, pensando ancora alla domanda
di
Arianna «Puoi chiamarci»
La
ragazza prese il numero
di cellulare scritto su un foglietto che Dean le porgeva e fece per
metterlo in
tasca, ma Sam le prese il polso per fermarla. Lei lo guardò stupita.
«Scusami»
disse il bruno
«Ma noi non siamo parte del tuo mondo. Voglio dire, in questo universo
noi
siamo personaggi fittizi, giusto?»
«Sì,
ve l'ho detto»
«E
allora questo non sarà
il numero di cellulare di Dean, credo, ma quello di un qualunque
americano»
Arianna
non rispose, ma gli
rivolse un sorriso sornione e davanti ai loro occhi chiamò il numero
che le
avevano appena dato. Dopo qualche secondo, nel bar si diffuse la voce
di Robert
Plant che cantava a squarciagola Immigrant Song. Dean mostrò lo schermo
del
cellulare ad Arianna, che gli confermò che si trattava proprio del suo
numero.
«Così
alla fine il dottore
sapeva davvero di cosa stava parlando» considerò la ragazza a mezza
voce li
rimettendo in tasca il cellulare insieme al foglietto con il numero di
Dean.
«Il
Dottore Chi?» chiese
Dean.
Arianna
rise: «Esatto!»
I
due fratelli la
guardarono come se fosse stata pazza. Per tutta risposta, lei scosse la
testa,
continuando a ridere.
«Un
amico» spiegò infine «Ma...
Beh, è una lunga storia. Forse un giorno ve la racconterò» ci fu una
pausa in
cui ciascuno di loro sembrò ponderare attentamente quell'affermazione,
poi
Arianna si riscosse «Beh, comunque ora anche voi avete il mio numero,
in caso
ci servisse»
Sam
annuì, poi tutti
insieme si alzarono per andar via. Arianna insistette invano per pagare
e Dean lasciò
i soldi sul tavolo, poi tornarono alla Impala. La donna provava quasi
un timore
reverenziale nei confronti di quell'automobile, quindi si avvicinò con
molta
cautela. Lei e Sam si strinsero la mano e si dissero arrivederci, poi
il
giovane si allontanò con discrezione.
«Arianna,
io» cercò di
cominciare Dean, senza sapere bene cosa dire.
«Ok,
questa non sarà una di
quelle scene in cui la donna sta a guardare mentre l’uomo le fa qualche
discorso appassionato in cui le dice che non la dimenticherà mai e le
sarà
sempre fedele e lei ci crede come una scema, per poi scoprire vent’anni
dopo
che non è andata proprio così»
«Che
vuoi dire?» Dean
sembrava interdetto e confuso dall'interruzione.
«Che
se anche era quello
che volevi dirmi, e non credo lo fosse, né io né tu lo pensiamo. Quindi
evitami
questa parte di suspense. Quello che è successo ieri sera rimane a ieri
sera.
Ci avete salvato la vita, mi hai salvato
la vita: questo è quello che conta. Detto ciò, divertiti, sei giovane e
affascinante, non sarò io a impedirti di andare con chi vorrai. Chissà,
magari
un giorno ci rivedremo, magari no. Se dovesse capitare, potrebbe essere
tutto
cambiato per me, per te o per entrambi. Lasciamoci così, ti va? Niente
pretese,
niente promesse. E lasciamo fare al caso, che ogni tanto qualcosa di
buono lo
tira fuori»
Dean
rise e Arianna si unì
a lui.
«D’accordo,
mi sembra una
buona idea» disse il biondo «Però almeno un saluto…»
«Chi
sono io per dirti di
no?» rispose Arianna con un sorriso che aveva qualcosa di malizioso. Si
baciarono un’ultima volta, senza pensare al futuro, senza chiedersi se
si
sarebbero mai rivisti. Stavano bene in quel momento e tanto bastava.
Infine
si separarono e Dean
salì in macchina, raggiunto poco dopo dal fratello.
«Fate
buon viaggio» li
salutò Arianna.
«E
tu sta’ attenta!» le
rispose Dean, lei annuì ridendo.
«Saluta
Giulia» disse Sam
«Sarà
fatto!»
La donna continuò ad
agitare la mano finché la macchina non raggiunse l’angolo, poi si avviò
verso
casa a passi lenti. Cosa aveva quel posto di speciale? Era un crocevia
degli
universi o cosa?
N.d.A:
Ho
finito, ho finito, ho finito! Non ci posso davvero credere… È la prima
long che
finisco, dopo appena centomila anni di lavoro (no, dai, neanche uno)
per solo
otto capitoli :D
Mi
sento
come se mi fossi liberata di un grande peso e allo stesso tempo non
vedo l'ora
di scrivere il seguito di questa storia, anche perché ho lasciato
aperta questa strada per il cross-over SuperWho e non so se scriverla o
lasciarla lì ad aspettarmi. Ma più che altro vorrei sapere se ci
sarebbe
qualcuno disposto a leggere il cross-over o il seguito, voi lo sareste?
Let me know!
Che
gli
dèi siano con voi!
-Magic
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