Dolore e Rabbia
Dolore. Era brutto,
orribile. Un sentimento così ti lacera dentro, ti cambia. E
quando passi tutta la vita a provare dolore, inizi a capire che non
puoi adattarti ad un mondo che non ti accetta perché sei diverso.
Solo l’essere un Diclonius ti
targa a vita come diverso ed è allora che la gente ti evita, ti
maltratta. Finché sembri un comune umano, nessun problema.
Ma quando scoprono cosa sei, diventi un emarginato.
Ed è allora che in me
esplode la rabbia. Quella rabbia perversa che basta a far scattare la
scintilla. Quella rabbia potente che si risveglia dopo un torpore
eterno nel mio animo. Quella rabbia che fa di me ciò che sono. E
in poco tempo, di tutti coloro che mi circondano e che mi rifiutano non
resta altro che una pozza di sangue, a volte anche qualche arto.
Per tutto ciò, provo solo
disgusto. La violenza, la morte: sono le uniche armi che abbiamo per
sopravvivere, per impedire agli umani di prendere il sopravvento su di
noi.
E tutto ciò non fa altro che
rendermi ancora più emarginata. I miei poteri di Diclonius non
fanno altro che allontanarmi ancora di più dal genere umano che
verso la mia razza non prova altro che odio e disgusto.
Non esiste nessuno capace di
provare affetto verso un Diclonius? Io non sono poi così diversa
dagli umani: ambedue le nostre razze hanno bisogno d’affetto.
Ma è su noi Diclonius che
gli umani provano i loro stupidi esperimenti. Ci trattano alla stregua
di animali da macello. Ci trattano come pezzi di carne senza anima
né intelletto.
Credono davvero che noi siamo solo
creature depravate che provano piacere ad uccidere? Ci credono davvero
incapaci di provare sentimenti umani?
Di nuovo in me, esplode la rabbia:
questo genere di discriminazioni mi disgustano. Ed ecco che nuove
stragi avvengono attorno a me, ad opera mia. Non posso più
sopportare questo genere di ingiustizie e distinzioni infondate. Non
posso più sopportare tutto ciò che ho sopportato per
tutto questo tempo, per tutta la vita.
Gli umani sono esseri spregevoli.
Si crogiolano nel piacere di infliggere dolore al prossimo al solo
scopo di sentirsi superiori, di sentirsi migliori e più forti.
Vedono la paura riflessa negli occhi degli altri e ve ne aggiungono
altra, senza badare al dolore che provocano. Si fanno forti della
violenza, ma in realtà sono solo patetiche creature senza
midollo.
Io odio gli umani.
Però, fra di essi, qualcuno
che tenta di differenziarsi c’è. Qualcuno che talvolta
prende le difese dei deboli senza pensarci troppo. Qualcuno che non si
fa forte del terrore che incute negli altri. Qualcuno che non
discrimina in base alla razza.
Ma questi sono davvero un numero esiguo che va restringendosi sempre più.
Anche noi Diclonius siamo pari agli umani. I nostri poteri ci rendono differenti, ma dentro siamo tutti uguali.
Alcuni di noi si comportano come i
più spregevoli esempi di umani. Ce ne sono di vari tipi, di
Diclonius e di umani. Ma nella maggioranza, rappresentano solo la parte
peggiore della società.
Quei patetici umani... loro non
sanno cosa vuol dire emarginazione. La infliggono, ma non sanno che
vuol dire subirla. Dolore. Lo provocano, ma non hanno idea di quanto
male faccia realmente.
Ed è per questo che li odio. Causano sofferenza senza sapere cosa fanno veramente. Sono delle bestie.
Ed è così che sono divenuta quello che ora sono.
L’incarnazione della Vendetta.
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