Sguardi e supermercati
SGUARDI E SUPERMERCATI
“Amalia vai tu a fare la spesa oggi?” la voce di Isabelle
la svegliò da un meraviglioso sogno che ora lei non ricordava e non lo avrebbe
di certo ricordato per tutta la giornata. E la cosa l’avrebbe infastidita.
Parecchio.
Come cavolo
fa ad esser così euforica di prima mattina? Pensò Amalia girandosi nel letto, dando
un’occhiata alla sveglia e sobbalzando.
“Le sette e un quarto?” disse la coinquilina di
Isabelle mettendosi seduta nel letto “Maledetta, mi hai svegliato alle sette e un
quarto?”
“Buon giorno e non maledirmi tesoro. Il mattino
ha l’oro in bocca, lo sai. Volevo svegliarti prima che arrivasse Luke e
chiederti se andavi tu a fare la
spesa. Il caffè è tragicamente finito e io... Bhe sì, avrei
delle cose da fare.”
Luke era il ragazzo di Isabelle da circa tre anni
e mezzo, un bellissimo ragazzo che faceva girare regolarmente la testa a quasi tutte
le matricole femmine ogni anno accademico. Isabelle dal canto suo faceva
altrettanto con una buona parte degli ultimi arrivati al campus. Erano entrambi
bellissimi, molto simpatici e generosi. Amalia era la migliore amica e
coinquilina di Isabelle, si erano ritrovate insieme il primo giorno a un corso
di letteratura americana tre anni prima, hanno preso un caffè insieme e
successivamente hanno deciso di cercare una cosa ed essere coinquiline, dato
che entrambe erano senza alloggio. La loro è sempre stata una meravigliosa
amicizia, si sono piaciute da subito e sono sempre andate d’accordo. Isabelle dal
canto suo aveva sempre sperato di vedere felice la sua coinquilina con un
ragazzo che la meritasse, sapeva che sarebbe arrivato, prima o poi. In quei tre
anni di convivenza Amalia aveva dedicato la sua attenzione prettamente allo
studio, di ragazzi ce n’erano stati… Ovviamente. Ma mai nessuno era riuscito ad
entrare nel suo cuore e rimanerci. Viveva tranquillamente la sua condizione da
single e se per caso c’era qualcuno che le piaceva non si tirava di certo indietro.
“Ogni lasciata è persa!” ripetevano
ogni tanto ridendo le due coinquiline.
“Buon giorno principesse!” Luke entrò con un
sorriso nell’appartamento delle due ragazze.
“Mio salvatore e mio unico amore!” disse Isabelle
avventandosi sulla borsa di Starbucks che il suo ragazzo aveva in mano e
cercando la sua dose mattutina di caffè.
“Caffè, Amalia?” disse Luke porgendole un
bicchiere enorme di quel liquido tanto adorato da lei.
“Oh sì! Grazie Luke!” rispose lei dandogli un
bacio sulla guancia.
Amalia era sempre andata d’accordo anche con lui,
ormai era una specie di fratello. L’aveva visto in numerose situazioni
imbarazzanti e aveva organizzato con lui numerose sorprese per la sua Isabelle.
“Dici che prima o poi Is si ricorderà di avere un
ragazzo?” chiese preoccupato Luke facendo un cenno alla cucina.
“Falle prima finire il suo caffè” rispose Amalia
con un sorriso.
“Amore...” chiamò Isabelle con una voce molto
sensuale dalla sua camera.
“Cosa ti avevo detto?” disse lei ridendo.
“Perdonami Amalia, ma ho la mia donna che chiama”
rispose lui assorto in qualche pensiero.
“Vai pure Luke. So com’è la situazione. E buon
divertimento!” disse Amalia fece l’occhiolino al ragazzo della sua migliore
amica che stava andando in camera.
La sera prima Isabelle era piombata in camera sua
con un completino meraviglioso in pizzo bianco di Victoria Secret’s con un “Che
ne pensi? Come sto? Dimmi!”.
La sua risposta era stata “Dio, ma è
meraviglioso! C’è anche in nero? Dimmi di sì!” sperò Amalia, lei aveva sempre
avuto un debole per i completino in pizzo nero.
Isabelle porse una borsina rosa in confezione regalo
ad Amalia “Ho preso un regalino anche a te, amica mia” le aveva detto
sorridendo “Aprilo e provalo!”.
Amalia aveva aperto il regalo dell’amica: il suo
stesso completino in versione nera. “Ti adoro! Lo sai questo, vero?”. E lo
sapeva, lo sapeva bene. Insieme ne avevano passate di tutti i colori.
“Lo so, ma non uccidermi…” disse Isabelle
preoccupata.
Ovviamente
c’era la fregatura,
pensò Amalia. Generalmente le faceva questo tipo di regali quando la doveva
trascinare a qualche festa. Ad Amalia non è che non le piacevano, solo non le
apprezzava molto, soprattutto se c’erano ogni giorno. Ma alle feste ci sono i ragazzi, le disse la sua vocina interna.
Amalia disse “Sputa il rospo, bionda!”
“Domani sera, festa. Un party organizzato da Jake,
per il ritorno dall’Erasmus di un loro amico carissimo che conosco anche io.”
“Va bene, va bene. Verrò!” disse Amalia quasi
stupendosi della sua risposta.
“Strano che tu abbia accettato subito.” disse
Isabelle sospettosa.
“Victoria Secret’s.” rispose facendo l’occhiolino
alla sua coinquilina. Amalia lo sapeva bene, Victoria, come la chiamava lei,
era la sua rovina.
“Uh, Luke sarà felice di saperlo. In aggiunta
questo...” disse passandosi le mani sul corpo “..glielo farò vedere domani mattina
per una piccola prova e domani sera, dopo la festa!”
“Sarà sicuramente felice!” commentò Amalia con un
sorriso.
“Sì, lo credo anche io! E lo sarai anche tu!”
disse ridendo Isabelle.
“Scusate l’interruzione” disse Amalia bussando ed
entrando in camera della sua coinquilina quella mattina dopo essersi fatta la
doccia e vestita. Entrambe lo facevano sempre e non si erano mai vergognate, un
po’ di più un paio di ragazzi di Amalia e la prima settimana Luke. “Tesoro, a
te serve solo il caffè o anche altro?”
“Mh. Aspetta un attimo Luke...” rispose Isabelle
spostandolo dal suo seno nudo “Mi prendi anche i tacos?”
“Amore, mi hai interrotto per parlare dei tacos?”
le chiese Luke guardando la sua dolce metà nuda tra le sue braccia.
“Mmmm. Mi farò perdonare.” disse Isabelle
baciandolo avidamente.
“Finisco di prepararmi e vado, almeno vi lascio
la casa libera!” disse Amalia facendo l’occhiolino.
“Uh, Amalia, Is mi ha detto che ce l’hai anche tu
questo meraviglioso completino” disse Luke prendendo in mano il pezzo sopra
dell’intimo della sua ragazza. “Questa sera ci saranno molti bei ragazzi” concluse
infine con aria misteriosa.
Amalia aveva capito l’allusione, ormai erano tre
buoni anni che anche il ragazzo di Isabelle voleva vederla felice, felice come
erano loro due.
“Come potrei non mettere quella meraviglia?” rispose
Amalia.
“Chissà, magari è la serata giusta.” disse
maliziosamente Isabelle.
“Tutto merito di Victoria, lo sai.” concluse Amalia
sorridendo e uscendo dalla camera. “Fate con calma. Io vado in biblioteca a
studiare, poi passo al supermercato.”
“Bravissimaaaah”
fu la risposta di Isabelle dalla porta chiusa.
Fatemi
uscire da qui. E’ peggio di un film porno… pensò Amalia.
Sai, è ora
che anche tu ti dia da fare! Le disse la sua vocina.
Vedremo... pensò.
Amalia aveva bevuto un altro caffè parlando con
Jason, il suo amico omosessuale che considerava come un fratello più piccolo. Jason
l’accompagnò in biblioteca enunciando tutte le coincidenze astrali meravigliose
per l’imminente serata.
“Tesoro, ho controllato il tuo oroscopo. Questa
sarà una magica notte. Lo sai vero? Ma-gi-ca!”
“Me l’hai detto, circa una decina di volte. Sai
perché sarà una magica notte?” chiese Amalia.
“Perché me l’hanno detto tutti i siti di oroscopi
che conosco?” rispose lui abbastanza certo.
“Ma no! Perché ho un meraviglioso completino di
Victoria da sfoggiare!”
“Scherzi? Perché non mi hai fatto vedere come ti
sta?” chiese Jason quasi indispettendosi.
“Non scherzo. E non l’hai ancora visto perché... Bhe,
perché Isabelle me l’ha regalato ieri!”
“Ti ha corrotto per venire alla festa, ammettilo.
Amo la mente perfida e soggiogatrice di quella femmina!”
“So quanto tu adori Is, Jason!” rispose lei.
“Mai quanto ami e veneri te, Amalia!”
“Mi fai la sviolinata?” chiese ridendo Amalia.
“No. Semplicemente mi autoinvito a casa vostra questa
sera così facciamo trucco e capelli!”
“Stai scherzando?”
“Oh no piccola meraviglia, ti renderemo
bellissima più di quanto tu non lo sia già ora”
“Ti prego no… Sono capace da sola!”
“Ma non saprai mai fare meglio di un truccatore
professionale!”
“Da quando conosci un truccatore professionale?”
chiede Amalia stupita.
“Da questa notte, più o meno... Insomma da quando
è venuto a letto con me!”
“E non me l’hai detto?”
“Volevo fare una sorpresa a te e a Is...” le
rispose Jason innocentemente.
“Tu sei pazzo. Ma potrei adorarti!” disse Amalia
dandogli un bacio sulla guancia.
“Ti accompagno in biblioteca, dolcezza. Poi
chiamo Paul per il make-up di questa sera e gli confermo tutto”
“Tu non vieni a studiare?”
“Magari dopo, ho un esame tranquillo da preparare
e per ora va bene così”
“Vuoi accompagnarmi a fare la spesa?”
“No tesoro. Vai pure da sola. L’oroscopo parlava
chiaro. Devi uscire e andare in giro da sola.”
“Va bene. Uh, ecco. Volevo chiederti Jason... Di
chi è la festa questa sera?”
“Non lo so. Jake e Luke mi hanno detto di un loro
carissimo amico… Uno che conosce anche Is.”
“Magari lo conosco anche io?” chiese la ragazza.
“Credo di no Tania perché altrimenti conoscendo i
nostri amici, lo avresti già conosciuto.”
“Credo che lo scopriremo presto...” concluse
infine lei.
“Oh sì! Vado splendore. Passo da voi per le
sette!”
“Ma la festa è alla dieci...”
“Lo so, tre ore per prepararsi è troppo poco. Da
pazzi, insomma. Ma ci proveremo e ce la faremo lo stesso, ne sono certo. Anzi
certissimo!”
Incredibile, pensò Amalia.
“Ciao Jason, a stasera” concluse lei sorridendo e
aprendo la porta della biblioteca.
Amalia aveva passato l’intera mattinata a
studiare in biblioteca. Era stata una mattina molto proficua, aveva studiato
molto e si era portata avanti anche con quello che si era ripromessa di
studiare il giorno dopo. Questa sera come
minimo ho intenzione di divertirmi e di bere. Le sbronze hanno sempre degli
effetti collaterali: il giorno dopo. Meglio portarmi avanti con lo studio oggi.
Aveva pensato prendendo un libro dallo scaffale della biblioteca. Aspirine, devo ricordarmi le aspirine per il
post sbornia... E i tacos di Isabelle. Si disse Amalia appuntandosi
mentalmente tutto quello che doveva prendere. Amalia decise che quello era il
momento adatto per andare a fare la spesa, poi sarebbe passata da casa a lasciare tutte le sue
compere e se non avesse disturbato i suoi amici, sarebbe rimasta a leggere un
libro o a guardare un telefilm.
Un’ora e mezza dopo Amalia aveva il suo carrello
pieno di cose nel supermercato più grosso del campus, ed era solo a metà spesa.
Con un sorriso stampato in volto passava di corsia in corsia, salutando i
compagni di corso e amici più o meno conosciuti che erano lì anche loro a fare
un po’ di acquisti. Le era sempre piaciuto andare a fare compere, e sì, anche
le compere di quel genere alimentare. Adorava passare tra le corsie, vedere i
nuovi prodotti, sognare nuove ricette con nuovi alimenti. Le piaceva davvero
troppo ed era di un perfetto buon umore, fino a quando...
“Ciao Amalia!” la fermò Emma, sua
compagna di un corso l’anno precedente.
“Ehi! Ciao!” disse Amalia alla conoscente che la
sopportava a giorni alterni, il più erano ovviamente i giorni no. I giorni sì
era quando non era presente a lezione o aveva mal di gola, almeno non poteva
parlare.
“Vieni al party di stasera?” chiese la ragazza
che partecipava a tutte le feste del campus, era la reginetta di tutti gli
eventi e la più popolare tra le “oche”, come le chiamava Isabelle. Era anche
conosciuta con un altro nome che le avevano dato i ragazzi con cui stava
abitualmente.
“Certo. Sì sì.” rispose Amalia guardandosi
intorno e cercando di scappare da quella situazione il prima possibile.
Sopportava a fatica Emma, ma al di fuori dalle
lezioni era veramente fastidiosa, perché era assetata di gossip. Sapeva tutto
di tutti. Conosceva tutti. E puntualmente metteva in giro voci dubbiosamente
veritiere.
“Bene, finalmente esci dal tuo appartamento!” la
punzecchiò Emma. E sul “finalmente” aveva quasi gridato facendolo sapere a
tutti.
Vi prego
salvatemi. Possibile che non si sia nessuno nei paraggi che possa salvarmi da
questa arpia? Magari una vecchietta in difficoltà per recuperare una scatola di
pasta sul ripiano più alto? Uno degli inservienti non potrebbe pulire e fare
rumore? Qualsiasi persona? Vi prego! Pensò Amalia facendo finta di cercare qualcuno
tra il banco dei surgelati.
“Già.” sorrise Amalia mezza imbarazzata con un
filo di voce.
“Vieni con qualcuno? O sei sempre sola?” inutile
dire l’elevata presenza di decibel rimarcata sulla parola “sola”.
Ma che
gioia questi incontri nel supermercato... Meno male che l’oroscopo di Jason
diceva di andare in giro da sola… Me la pagherà! Lui e il suo oroscopo! Sospirò tra sé e sé la
povera Amalia.
“Credo che verrò con Isabelle” rispose cercando
di apparire il più normale e naturale possibile.
Dio, perché
deve mettermi così in imbarazzo questa ragazza?
Forse
perché è potente e popolare in questo campus.
Amalia,
cerca di essere carina.
Annuisci e
sorridi facendo finta di nulla.
“Ah,
ottimo. Io intendevo uomini.” Ma va?
Pensò sarcastica nella sua mente Amalia. “Non stai con nessuno, quindi. Inutile
dire che lo sospettavo. Anzi, ne ero quasi certa. Ma volevo una tua conferma. Io
vengo perché Mike, sai il campione del football? Quel figo pazzesco di Mike?
Non puoi non conoscerlo. Lo conoscono tutti lui. Ecco, insomma lui, conosce il
ragazzo che è tornato da Parigi per il quale si fa questa mega festa
strepitosa. Mi hanno proprio detto che sarà stre-pi-tosa! Almeno lui, lo
conosci?” concluse il suo monologo Emma respirando.
“No. Non lo conosco mi spiace.” rispose Amalia stupendosi
di quanto riuscisse a parlare così velocemente senza respirare. Ah, ecco di che cosa parlavano i ragazzi del
campus con la frase “ci sa un sacco fare con l’apnea”.
Prima che Emma iniziasse un altro monologo, Amalia
portò la sua attenzione su un meraviglioso ragazzo alto che stava aprendo un
freezer.
Un ragazzo che lei non aveva mai visto.
Un ragazzo?
Dio mio,
che bel ragazzo.
E lui da
dov’è uscito?
Finalmente
c’è qualcuno!
Non è che
mi salvi ragazzo dei surgelati?
“Ah caspiterina. Spiace anche a me. Davvero
tanto. Ma sei sicura? Proprio zero? Sicura sicura? Sai, ti avrei chiesto di presentarmelo.
Sai ho bisogno di un nuovo ragazzo da avere come amico di letto. Uno in più del
solito, ne ho proprio bisogno. Sai com’è...”
“Oh, sì. Capisco.” le rispose Amalia rimanendo palesemente
intontita e a bocca aperta quando quel ragazzo si girò inaspettatamente verso
di lei.
Due occhi azzurri, due incantevoli e ipnotici
occhi azzurri come il cielo a primavera le sconvolsero l’anima trapassandola da
parte a parte.
Dio, non è
possibile.
Due occhi
così così azzurri… Azzurri azzurri così… Non possono essere reali.
Sembrava un sogno per Amalia.
E’
palesemente un sogno. Ne sono certa.
Non svegliatemi.
Quegli occhi la scombussolarono talmente tanto
che un brivido percorse la sua schiena dal basso verso l’alto.
Tu…
Tu, da dove
sbuchi?
Tu... Io
ora mi libero di lei e ti seguo.
Ti seguo
come una stalker seriale.
Fanculo
alla spesa, fanculo a tutto.
Fanculo
anche ai tacos di Isabelle.
E
soprattutto fanculo anche al reato di stalking.
“Quindi tornando a noi e a cose un po’ più
interessanti e reali di persone che non conosci. Senti un po’, sono certa che
tu ne sei chiaramente a conoscenza. Tra Isabelle e quel gnocco di Luke va
sempre tutto bene, vero?”
“Eh?” chiese Amalia tornando bruscamente alla
realtà.
“Amalia, tesoro, mi sembri un attimino persa. Hai
un calo di zuccheri? Pensi che non mangiando a colazione si dimagrisce? Vuoi
una caramella? Comunque, ti ho chiesto se tra la tua coinquilina e l’altro super
figaccione va sempre tutto bene.”
“Sì sì, certo.” rispose Amalia cercando di
sbirciare ancora dietro la spalla di Emma cercando di non farsi minimamente
notare.
Vide che lui… Bhe, lui era ancora lì. E la stava
anche guardando.
Guarda… me?
No, non è possibile.
No,
assolutamente no. E’ un no categorico.
Non è
possibile.
E se forse…
Guarda te e
ti sta sorridendo, renditene conto Amalia.
Com’è
possibile?
Se continua
così mi verrà un infarto.
Dio, ora
svengo. Così magari lui si accorge di me e io termino questa conversazione
straziante con questa emerita cretina.
“Ma davvero? Stanno ancora insieme? Dopo tutto
questo tempo? Non si sarà stancato di avere solo una partner sessuale? Dovrebbe
prendere in considerazione di avere almeno un paio di amanti. Io ad esempio mi
sarei sicuramente candidata come una delle tante. Avrei fatto più che
volentieri un giro su di lui...”
Come su
tutti gli altri impegnati. Pensò Amalia cercando di tenere queste parole solo nella sua
testa.
“Bene, Emma. Ora devo proprio andare...” Amalia aveva
l’intenzione di liberarsi di lei il prima possibile e iniziare la sua carriera
di stalker con il ragazzo misterioso.
“Aspetta
un attimino dai! Non avrei mica fretta? Che cosa potresti mai fare oggi? Non
hai neanche un fidanzato o un amante dal quale correre. Volevo proprio
chiederti altro su Luke!” aggiunse trionfante Emma.
Perché?
Perché a me? Perché ora?
Salvatemi!
Amalia diede ancora un’ultima occhiata con un’aria
chiaramente disperata verso quegli occhi così azzurri, come per dirgli “Addio è stato bello solo poterti guardare”
e focalizzò la sua attenzione su di lei.
Questa è
stata una lasciata persa. Decisamente persa. Isabelle e Jason rideranno
parecchio. Io e quel motto andavamo così d’accordo! Pensò Amalia sospirando.
“Tesoro, ho preso i piselli surgelati. Possiamo
andare?” una voce morbida e incantevole riempì le orecchie di Amalia che si
ritrovò davanti il ragazzo del banco dei surgelati.
Il ragazzo del banco dei surgelati era un ragazzo
alto, davvero molto alto, bellissimo, con degli occhi sorprendenti, capelli
scuri, labbra che sembravano oh, così morbidissime e emanava un profumo davvero
delizioso.
Dio mio,
era ovvio.
Era così
ovvio e lei era stata così stupida e non ci aveva neanche fatto caso.
Lui era
Mike.
Mike il
giocatore di football fighissimo e nuova fiamma di Emma.
Mike,
grazie comunque per avermi salvata. Pensò Amalia.
Non sapeva quanto si fosse sbagliata.
Quel ragazzo si era avvicinato a lei, per cercare
di salvarla da quell’inutile e stupida ragazza in cerca di gossip. Aveva
chiaramente sentito che voleva fare un giro su Luke. E lui Luke lo conosceva
davvero molto bene. Erano amici d’infanzia ed erano cresciuti insieme.
E aveva inoltre sentito parlare di quella da
tutti come “Se vedi una super bionda
chiarissima con delle tette enormi, allora questa è la Dea del Sesso, meglio
conosciuta come Emma.” Oppure “Apnea…
Non so se hai capito bene perché” e i ragazzi generalmente facevano
l’occhiolino.
Dal canto suo, se l’aspettava molto più bella
questa “Dea del Sesso”, non un’oca del genere che metteva chiaramente in
imbarazzo qualsiasi persona che incontrava sulla sua strada starnazzando in un
supermercato a voce stridula altissima.
La sua sorpresa era tutta per quell’incantevole
ragazza con gli occhi verdi e i capelli scuri che stava parlando con Emma.
Chi era?
Non gli
importava.
Era lì per
lei.
E voleva
lei.
Aveva visto il suo sguardo in cerca di soccorso e
non poteva non aiutarla.
Era lì per
lei.
Doveva solo farglielo capire.
Con quel “Tesoro, ho preso i piselli surgelati.
Possiamo andare?” si era mostrato audace come mai non lo era stato con una
ragazza. Chiaramente avrebbe potuto scegliere i gelati, la busta con il
minestrone o quella delle patatine congelate. Ma aveva scelto proprio i
piselli. Era indeciso tra i piselli e i Calippi dell’Algida. Ma aveva infine
optato per i legumi. C’era meno doppio senso. Forse.
Era diventato audace, anche un po’ sfrontato. E
la cosa iniziava anche un po’ a piacergli.
Chissenefrega del chi va sano va piano e va
lontano, lui era totalmente sincero e aveva intenzione di salvare quella
ragazza con una busta di piselli surgelati.
Ora era pronto per i fuochi d’artificio. Come
dicevano sempre i suoi amici.
Sì, i
fuochi d’artificio li farei con lei. Anche sul banco freezer. Pensò lui sorridendo e
agitando la confezione di piselli surgelati che aveva in mano.
L’oca, si girò verso di lui con un’aria stupita.
“E lui? Lui? Lui chi è? Non me lo presenti? Perché non me l’hai presentato
subito?” attaccò rivolgendosi all’altra povera ragazza.
Lei, nei suoi occhi verdi, aveva dipinto tutte le
sfumature di uno stupore immenso, con un sorriso molto seducente stampato sul
viso aveva capito ciò che lui voleva fare.
O almeno, lui lo sperava vivamente.
Lei stava lì, in piedi, davanti a lui, sorridendo,
aveva degli occhi meravigliosi, labbra decisamente incantevoli e un corpo da
favola.
“Sai... Non è ancora nulla di ufficiale.” rispose
lei con una voce che a lui fece aumentare le pulsazioni cardiache, e arrossì semplicemente.
Una delle cose più carine che lui avesse mai visto.
“Vi lascio andare allora. Amalia a stasera… Ciao!”
disse Emma andandosene verso le casse con un’aria chiaramente sconfitta.
Quindi
questa ragazza si chiama Amalia. Buono a sapersi.
“Questa sera?”
ha detto Apnea? Questa sera alla mia festa? Davvero molto molto bene. Pensò lui.
Amalia si voltò verso di lui sorridente con una
nuova energia che le scorreva nel corpo. “Gr... Grazie... Davvero. Mi hai
salvata!”
“Figurati! Ne ho sentite troppe di storie su di
lei!” rispose lui sorridendo.
“Che strano… Cioè, non dovresti. Non ti ho mai
visto in giro” rispose lei.
“Sono tornato da poco. Non mi sono neanche
presentato. Che stupido. Griffin, piacere.”
“Sono Amalia, piacere mio.” disse lei arrossendo.
“Enchanté.”
rispose lui.
Vuole farmi morire con questo francese?
Dio mio, me
lo farei qui. Amalia, cosa stai pensando? Amalia cercò di calmare il battito del suo
cuore e la strana passione che le era appena nata per lui, Griffin. Illogica.
Irrazionale. Bellissima.
“Finisco di fare la spesa allora.” disse Amalia
maliziosa “Magari ci rivedremo, mio salvatore...”
Strano, si disse Amalia, era come
Isabelle aveva chiamato Luke questa mattina col caffè.
“Sicuramente!” le rispose Griffin. Non sai quanto presto, ma chère. Aggiunse
lui nella sua testa. E l’idea gli piaceva fin troppo.
“Alla prossima spesa allora!” disse infine Amalia
sorridendo.
Dimmi quando
torni a fare la spesa, ti prego.
Sì, questa
lasciata è stata decisamente persa. Pensò lei prendendo il suo carrello e andandosene
via.
“Sei un disastro, Amalia!” le disse Jason quella
sera quando gli raccontò tutto.
“Sì, è quello che mi ha detto Isabelle oggi
pomeriggio.”
“Gliel’ho detto a questo viso incantevole...”
entrò Isabelle col suo intimo di pizzo bianco.
“Sei uno schianto Is!” le disse Jason “Tonerei
etero per voi due. Forse.”
Le due coinquiline risero insieme.
“Come ho già detto a Isabelle è la prima volta
che non sfrutto l’occasione. In questo momento sarei potuta essere con lui,
sopra o sotto di lui. A crogiolarmi in quegli occhi da infarto.” e al solo
pensiero Amalia rabbrividì.
“Domani torni là, vero?” chiese Jason.
“Certo. Domani vado a fare la spesa un’altra
volta. Compro anche solo una cosa. Una sola cosa ogni giorno. Devo
assolutamente rivederlo. E se lo vedo, per lui è fatta!”
“O per te è fatta!” aggiunge ridendo Isabelle.
“Principesse, è ora che vi prepariate. Tra una
decina di minuti Paul sarà qui e voi diventerete delle Dee.” concluse con aria
solenne Jason.
“L’idea mi piace.” disse Amalia sorridendo.
“In più abbiamo un conto in sospeso con Emma...”
aggiunse sogghignando Isabelle “Morirà d’invidia.”
La fatidica festa in onore dell’amico di Luke e
Jake era finalmente arrivata. Isabelle e Amalia erano davvero diventate delle
meravigliose Dee, trasformate da Paul che appena le aveva viste aveva enunciato
un “Oh mio Dio, sono perfette.” Jason sarebbe arrivato alla festa più tardi,
aveva intenzione di ringraziare Paul a suo modo, dato che non aveva voluto
essere pagato dalle ragazze.
Isabelle indossava un abito scollato verde
smeraldo che la faceva splendere e le lasciava la schiena scoperta, Amalia un
abito cortissimo e blu notte che le faceva risaltare ogni cosa, soprattutto le
sue lunghe gambe. Erano incantevoli.
Appena arrivate alla festa erano state accolte da
Luke e da Jake.
“Siete...” iniziò Jake.
“...bellissime mie adorate donne.” Disse Luke
dando un bacio sulla guancia ad Amalia e uno sulle labbra alla sua ragazza. “Tu
sei meravigliosa.” aggiunse sussurrando all’orecchio di Isabelle.
“Andiamo a fare un giro, tesoro? Da soli?” disse
Isabelle a Luke e alla sua amica le strizzò l’occhio in segno di ammiccamento.
Un giro che
terminerà a casa nostra... Aggiunse nella sua mente Amalia.
“Ah, Jake. Fai tu gli onori di casa. Sono certa
che sarà un’ottima sorpresa!” aggiunse voltandosi Isabelle.
“Ciao Jake!” Amalia sorrise e abbracciò l’amico.
“Cosa ti hanno fatto questa sera? Sei più bella e
raggiante del solito Amalia!” le disse Jake.
“Grazie. Sono stata sotto le mani di tuo
fratello! E’ stato lui insieme a un suo amico a truccare e pettinare così
Isabelle e me. Lui aveva detto che sarebbe stata una serata speciale...” Amalia
chiacchierava tranquillamente con lui mentre entrava nella grande sala che avevano
affittato.
“Sì, volevamo fare un qualcosa di speciale per il
ritorno del nostro amico.”
“A proposito, non me lo presenti?” chiese Amalia
entusiasta. Ne aveva sentito parlare da tutti per tutto il giorno ma nessuno gliel’aveva
mostrato o presentato quella sera.
“Certo, seguimi...” disse Jake portandola in una
saletta più piccola.
Amalia stava chiacchierando con Arianne, la quasi
fidanzata di Jake e successivamente lui la chiamò e la fece voltare.
“Ecco, ti volevo presentare la mia amica...”
disse Jake parlando con un ragazzo alto prima che si voltasse.
Ad Amalia venne un colpo.
Ora svengo
qui, muoio qui...
No. Non è
possibile.
Griffin, è
qui.
E’ lui.
Lui lui.
La festa è
sua.
“…Amalia.” concluse Griffin con una voce calda e
invitante.
“Nessuna sorpresa allora! Vi conoscete già?” domandò
sorridendo Jake.
“Sì.” rispose lui.
“No.” rispose Amalia.
“Conoscetevi allora. Vi lascio qui. Vedo che c’è Arianne
che mi aspetta. Trattamela bene, Griffin.” disse Jake sparendo nel giro di due
secondi.
“Buona sera Amalia.” disse Griffin con un’aria
rassicurante.
“Buona sera a te…” disse Amalia cercando di far
calmare il suo cuore. “Non sapevo.”
“Non ti preoccupare. E’ stata una piacevole
sorpresa.”
Piacevole,
non sai cosa potrebbe diventare realmente piacevole. Pensò Amalia avvampando.
“Anche per me.” ammise Amalia tirando fuori la
sua determinazione.
Quella stessa determinazione che l’aveva
abbandonata al supermercato. Ma ora Amalia non voleva e non aveva alcuna
intenzione di lasciarsi scappare nulla.
“Vuoi fare due passi? Fuori c’è una vista
meravigliosa.” disse Griffin con una voce vellutata allungando un braccio verso
di lei.
“Ti seguo, allora.” aggiunse Amalia afferrando il
suo braccio e andandogli vicino.
“Allora sei tornato da poco da Parigi?” chiese
curiosa Amalia qualche tempo dopo.
Avevano chiacchierato, avevano riso e entrambi si
trovavano molto a loro agio.
C’era una strana aria sensuale ed eccitante
attorno a loro due.
“Oui... Scusami, sì. Devo ritornare a parlare
tranquillamente.”
Lei rise e lui si beò di quella risata.
Cristallina e dolce allo stesso tempo.
Quanto vorrei prenderla e portarla via... Pensò lui. Strano, non gli era
mai capitata un’intesa così spontanea, così vera e così bella. Non ci credeva
nemmeno lui.
“Non fa nulla.” gli disse lei guadandolo in quegli
oceani azzurri nei quali si perdeva ogni volta che lo guardava negli occhi.
“Non so come… Ma. Mi sembra di conoscerti da una
vita!” quando parlò Griffin, una brezza fredda scompigliò i dolci boccoli di Amalia.
“Se hai freddo possiamo rientrare, ma chere.”
“No, stiamo qui. Se non hai altri ospiti o amici da
salutare.” bisbigliò lei.
“La persona con cui voglio stare ora è qui.
Quindi va benissimo questo posto, con questa magnifica vista.” basta che ci sia tu. Pensò Griffin che
non aveva mai provato nulla di così forte per una mezza sconosciuta.
“Sei sempre così... affascinante?” chiese Amalia avvicinandosi a lui.
“No. Credo di non esserlo mai stato.” disse
Griffin facendo una smorfia.
“Menti…” disse lei.
“Assolutamente no.” Rispose con aria seria.
“Non hai lasciato nessuna ragazza piangente a
Parigi?” chiese lei.
“No. Nessuna. Tu? Non hai nessuno che ti aspetta
a casa?”
“Credo che in questo momento ci siano la mia
coinquilina e il suo ragazzo Luke, a festeggiare...”
“Luke? E Isabelle?” chiese Griffin.
“Li conosci?”
“Luke è un mio carissimo amico. Isabelle anche!”
“Abbiamo le stesse conoscenze allora. Sono la
coinquilina di Isabelle.” disse Amalia sorridendo.
“Sei davvero tu?” chiese lui stupefatto.
“Bhe sì…?” rispose lei stringendosi leggermente
nelle sue spalle.
“Sai che sono anni che Luke mi dice che dovevo
assolutamente uscire con la coinquilina della sua fidanzata? Perché sarebbe
stata perfetta per me? Pensa le casualità della vita…” disse Griffin sconvolgendo
Amalia.
“Oh mio Dio. Ma allora, ecco a chi si riferiva
Isabelle per tutti questi anni quando mi voleva presentare un vecchio amico di
Luke. Eri tu!” disse lei con un sorriso.
Un sorriso a cui lui ormai si era abituato.
“Posso...?” chiese lui spiazzandola.
“Cosa?”
“Un boccolo, qui. Ti è... Caduto.” disse Griffin
afferrando il boccolo sfuggito e scompigliato dal vento sul viso di Amalia.
Ma erano molto vicini.
Troppo vicini.
Troppo…
Griffin appoggiò la mano destra alla guancia
morbida di Amalia accarezzandola dolcemente e con la sinistra le avvolse la
schiena.
Tutto in quel contatto diceva una sola cosa: mia.
Amalia si lasciò andare, sciogliendosi come
burro. Con entrambe le mani salì e si avvinghiò alla schiena tonica di Griffin.
Riusciva a percepire il fisico asciutto e muscoloso dal tessuto.
Dio, è
perfetto...
Pensò lei.
E’ il
momento...
Pensò lui.
Il bacio che arrivò era inizialmente dolce,
labbra su labbra.
Un bacio calmo e tranquillo. Per esplorarsi
gentilmente.
Successivamente le labbra di entrambi si aprirono
e le loro lingue danzano insieme per la prima volta. Ad Amalia scappò un gemito
di piacere misto a stupore. Mai nella sua vita qualcuno l’aveva baciata così. E
lui era... Semplicemente perfetto.
Dopo questo primo bacio si continuarono a baciare
per un tempo che entrambi pareva infinito.
Quando infine si staccarono ansanti sorrisero.
E nei loro sorrisi c’era un qualcosa di nuovo.
Una nuova passione.
Un nuovo… Inizio?
“Dio...” disse Amalia cercando di tornare a
respirare.
“Chiamami semplicemente Griffin. Io potrei
chiamare te, Dea.”
“Fidati, Amalia va benissimo.” rispose lei
dandogli un bacio a stampo.
“Se il festeggiato sparisse... Dici che se ne
accorgerebbero?” chiese Griffin malizioso.
“Credo di no.” disse ridendo Amalia.
“Entriamo un attimo. Prendiamo la mia giacca e la
tua borsa e poi...”
“Poi...?” chiese speranzosa lei.
“Ti porto a casa mia.” rispose Griffin baciandola
con trasporto.
“Credevo non mi ci volessi portare...” disse
Amalia appoggiandosi a lui.
“Credimi. Ti prenderei qui, ma chere. Ma daremmo troppo nell’occhio...” rispose lui accarezzandola.
Appena entrarono in casa di Griffin i due ragazzi
si baciarono con una consapevolezza nuova.
Quella consapevolezza che da lì a qualche minuto
lui sarebbe stato dentro di lei.
Al solo pensiero Amalia ebbe un fremito.
“Tutto bene, ma
chere?” chiese Griffin preoccupato. Com’è possibile che fosse già
preoccupato per lei? Non lo sapeva, ma quell’apprensione andava più che bene.
Era una nuova sensazione per Griffin e non gli dispiaceva.
“Mai... Stata... Meglio...” sussurrò lei tra un
bacio e l’altro.
“Credi che riusciremo ad arrivare in camera mia?”
“Al massimo c’è il divano no? La camera... Dopo!”
disse Amalia maliziosa iniziando a sbottonargli la camicia tra un bacio e
l’altro.
“Quelli mani...” sussurrò lui chiudendo gli
occhi.
“Sì? Cosa?” chiese lei sensuale.
“Mi fai... Andare fuori di testa.”
“E tu lo fai a me... Siamo pari.” concluse Amalia
sfilandogli la camicia e cercando la cintura.
Dio, quel
torace... Tutti quei muscoli. Voglio lui, ora... I pensieri di Amalia erano finalizzati
al fare l’amore con lui.
Ora,
subito, immediatamente.
“Ora tocca a me.” disse Griffin accompagnandola
vicino al divano.
Amalia si godette la sensazione di lui che le
faceva scendere la zip laterale del vestito e glielo sfilava gentilmente. Fu
quasi una tortura. Una dolcissima ed estenuante tortura.
“Sei una visione...” concluse lui quando lei
rimase col completino nero di pizzo di Victoria Secret’s.
Amalia si godette la sensazione della sua pelle
contro il torace perfetto e scolpito di lui.
Infine decise di completare l’opera spogliando
Griffin.
Continuarono a baciasi e ad esplorare i loro
corpi.
Con gentilezza, con passione, con voglia…
E quando finalmente furono l’uno sopra l’altra,
lui entrò in lei provocandogli un’intensa sensazione di piacere. Sconvolgendo
lei e sconvolgendo se stesso per l’intensità.
Fecero l’amore, con passione mista a dolcezza.
Un equilibrio perfetto.
Con bisogno l’uno dell’altra.
Quando entrambi vennero, chiamandosi a vicenda,
il mondo di Amalia e Griffin assunse dei nuovi colori.
Rimasero ansanti sul divano, a cercare di
riprendere fiato dopo quella splendida esperienza.
“Dimmi...” iniziò Amalia titubante e nuda tra le
braccia di Griffin, ma poi si fermò.
Sei
patetica Amalia... Lo sai questo? Pensò lei.
“Cosa, ma
chere?” chiese lui ammirandola.
“Dimmi che non te ne andrai.” fu la prima volta
che Amalia lo chiese a un uomo.
Mai era stata così debole e così bisognosa di un
ragazzo come lo era di Griffin.
“Non me ne andò finché tu lo vorrai.” rispose Griffin
sorridendo e dandole un bacio sulla fronte.
“Grazie...” sussurrò lei.
“Grazie a te. Non ho mai provato nulla di tutto
questo con nessun’altra e soprattutto in così poco tempo. Lo so, è poco virile
ma è la verità.” le confessò lui.
“Fidati. La tua virilità è al sicuro con me.”
disse girandosi Amalia e ponendogli un dolce bacio tra le labbra.
“Sai... Dovrei andare più spesso a fare la spesa!”
“E salvare ragazze innocenti con piselli
surgelati?” chiese lei sorridendo.
“L’ho fatto una sola volta. E va benissimo così.
Tu non saresti qui altrimenti.”
“Vero! Devo ringraziare che Isabelle avesse
finito il caffè e che tu sia ritornato dalla Francia...”
“Se avessi saputo di trovarti qui, sarei tornato
molto prima, ma chere.” e con queste
parole i due ragazzi tornarono ad amarsi un’altra volta quella notte.
E molte altre volte durante numerosissime altre
notti.
***
Buona sera a tutti, dopo circa due anni sono
tornata a scrivere e l’ho fatto, forse, nel modo più congeniale a me.
Riscrivendo, sistemando, togliendo, cancellando, aggiungendo parti a una mia
storia (ebbene sì, questa!) di cinque anni fa. Questa one-shot mi è sempre
stata a cuore, così ho deciso di donarle una seconda possibilità. Le ho dato
una ventata di novità, che serviva molto anche a me. Spero che questa nuova
versione vi piaccia. Io mi sono soprattutto divertita a scriverla. E la cosa mi
ha donato un’energia pazzesca. Vi dico solo, che spero di tornare presto. Con
tutto.
Ringrazio già tutti. Tutti coloro che
leggeranno. Tutte le persone che hanno deciso di leggere qualcosa di mio. Tutti
quelli che hanno aperto questa pagina questa sera. Tutti quelli che sono
arrivati in fondo. Mi riempite il cuore. Grazie.
Vi auguro una buonissima e piacevole serata… A presto!
Un abbraccio.
E.
PS: ho anche deciso di pubblicare questa one-shot su Wattpad. Mi trovate anche lì!
|