Capitan Tsubasa-Una giornata da ricordare

di Fujikofran
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 photo image_9.jpeg Fujisawa, 1983

Ora di pranzo 


-Almeno lo scatolone più leggero potresti prenderlo!-

-Un attimo, mamma!-

Sono appena arrivato in questa città, tra poco frequenterò l'ultimo anno delle elementari in una classe nuova, in una scuola nuova e non so quello che mi accadrà. Per il momento mi è venuto mal di schiena, a furia di prendere scatoloni dal furgone e portarli in casa. E penso sempre al mio futuro scolastico, specialmente a quando potrò giocare con una nuova squadra. La mia cameretta è piena di scatoloni, ma la prima cosa che ho voluto fare, entrando qui, è stato appendere il poster della nazionale di calcio italiana, i campioni del mondo. Guardo loro e mi sento carico, così posso aiutare meglio la mia mamma nel trasloco. Papà è con noi e tra poco ripartirà per mare. La nostra vita è sempre stata questa: mamma che fa la casalinga, papà sempre fuori per lavoro, io che vado a scuola e gioco a calcio. La palla l'ho messa nell'angolo, ogni tanto mi viene voglia di palleggiare, ma se mi vede la mamma e scopre che non la sto aiutando, me la buca. Il mio pallone ha quasi un anno, l'ho comprato appena iniziati i mondiali di calcio.

-E dai, Tsubasa, sbrigati e metti via quel pallone!-

-Arrivo! Uff...-

Mi chiamo Tsubasa e spero di far nuove amicizie e di dimostrare la mia bravura nel calcio, sempre se davvero risulterò bravo. Il mio sogno è quello di diventare un grande campione e di giocare in una squadra importante, come quelle italiane o brasiliane oppure inglesi. Qualcuno darà mai retta a un giapponese? Non lo so, ma me lo chiedo da tanto. Papà ha detto che, se quest'anno sarò bravo a scuola, appena possibile mi porterà con lui a far un viaggio. Magari! Già ho in mente la meta: Roma oppure Torino, per conoscere i calciatori della Juventus. Mi piace tantissimo Scirea, ha una tecnica incredibile e poi è simpatico. Vorrei andare anche in Brasile, per conoscere Socrates oppure Zico. 

-Tsubasa, lo scatolone delle scarpe è lì da te?-

Ecco, appunto, sto sognando a occhi aperti, perché la mamma è sempre lì a ricordarmi che devo aiutarla nel trasloco. 

-Sì, ora te lo porto, mamma!-

Prima di arrivare nella nostra nuova casa, ho visto un campetto da calcio, è dietro l'angolo: questo è un segno del destino! Più tardi ci andrò, mi porterò il pallone e vedremo se riuscirò già a giocare con qualcuno. Ahi, quanto pesa questo scatolone! Però la mamma è soddisfatta. Mi è venuta anche fame...

-Mamma, abbiamo degli onigiri pronti?-

-No, li preparerò stasera!-

Addio merenda, insomma.

Il mio dovere l'ho fatto, mi sdraio un po' nella mia cameretta, per riposare. Guardo il poster della nazionale italiana e penso che, semmai mi dovessi addormentare, voglio sognare il gol di Tardelli ai mondiali. 

Ora di cena

Sono affamato e finalmente mamma sta preparando gli onigiri e i tamagoyaki. Si mangia! Sono poi stato al campetto, all'inizio non sapevo come chiedere ai bambini se potevo giocare con loro, poi mi hanno incluso per una partitella. E, prima di cena, le nostre mamme sono venute a chiamarci. Sono davvero contento di questa giornata, sento che me la ricorderò con affetto. Il pallone è nell'angolo, nella mia cameretta, si è un po' sporcato, ma sento che è felice. Come me. 

-Tsubasa, la cena è pronta!-

Vado.



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