Cursed

di Raja_
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Era notte nel regno di Seijoh e pioveva incessantemente da giorni, mentre un vento freddo soffiava sulla città come a voler eliminare ogni traccia dell'estate.
Le mura della tenuta reale non erano mai parse tanto ostili, opprimenti e claustrofobiche, al grande Re Demone, come quella notte.
Tooru si alzò dal letto sbuffando, era da un mese, ormai, che si svegliava di soprassalto nell'oscurità più totale con un peso nel cuore, che gli impediva di respirare.
Sapeva di dover essere forte per il suo popolo, ma nella sua dimora, di notte, si sentiva fragile come una sfera di cristallo. Era in quei momenti che si sentiva disperato e addolorato per la crudeltà, mostratagli dalla vita. Perdere i genitori a causa della guerra era impensabile, ma vedere il proprio amante, morire per salvargli la vita, gli stava distruggendo l'anima.

Si accomodò sul davanzale della finestra, ricordando un tempo non troppo lontano, in cui era felice e sempre col sorriso stampato in volto. Ricordò quando Hajime, vedendolo appoggiato lì, gli sorrideva e allargava le braccia per accoglierlo in un abbraccio.
«Quante volte mi sono appoggiato al tuo petto?» chiese, rivolgendosi al suo riflesso nella finestra. «Ci sostenevamo a vicenda, fronteggiando le nostre rispettive maledizioni: la tua, quella di essere nato umano in un regno di demoni, e la mia... essere l'ombra di mio padre, il Re di questo dannato regno, per il quale ti sei sacrificato.
Ti eri illuso, Iwa-chan, di potermi salvare... di poter estirpare quel maledetto tarlo che giaceva in fondo al mio cuore e che alimentava una fiamma di vendetta, contro il mondo intero. Mi aiutasti quando tutto il mondo sembrava volermi inghiottire e fui io stesso a dirti che ti avrei spezzato il cuore.
Già, Iwa-chan. Te lo dissi, ma al cuore non si comanda. Me lo hai insegnato tu e io non potei fare nulla contro l'amore che avevo iniziato a provare per te.
Ricordo ancora il giorno in cui ti incontrai... fu un incontro indimenticabile, che mi segnò nel vivo e, nel momento in cui guardai i tuoi occhi verdi, mi innamorai della tua persona e della tua essenza.
I miei alleati cercarono di mettermi in guardia ma non servì a niente. Niente poteva portarmi indietro dalla strada che avevo deciso di percorrere e adesso sono qui e mi chiedo, Iwa-chan, se veramente eravamo felici... perché? Perché dopo tutto quello che hai fatto per proteggere questo regno, per le persone di questa città, ti sei sacrificato? Perché mi hai salvato dal baratro oscuro in cui stavo entrando, Iwa-chan?»

Iniziò a piangere, Tooru, a singhiozzare – quasi ad urlare disperato – quella notte... appoggiato a quel vetro freddo, consapevole che Hajime non c'era più... e le lacrime che pensava di aver esaurito, ricomparvero più prepotenti che mai.
«Iwa-chan... ho vissuto così tanto. Si potrebbe dire che ho vissuto per entrambi e, ormai, non sono più neanche in grado di andare avanti da solo, eppure non sono solo. Ho Kuroo con me... e Shimizu con quei suoi due servi confusionari. Tutti loro mi sono stati accanto, ma nessuno poteva colmare quel vuoto che si nutriva della mia forza di vivere.
Vi era un mare di disperazione e dolore che attendeva solo di attirarmi a sé e farmi annegare. Quell'oblio in cui ero entrato mi sussurrava all'orecchio parole di autolesionismo, e mi ricordava che avevo una facile strada da percorrere, bastava solo che mettessi fine alla mia vita.»

Per un attimo sorrise amaramente, rammentando le parole di Wakatoshi. “Se solo non fossi stato tanto stupido da respingermi, quella notte, Tooru, non ti saresti mai spinto tra le braccia di quel cavaliere. La colpa è solo mia che non ho saputo amarti come ha fatto lui.”
«Il tuo rivale in amore, Ushiwaka-chan, il grande Re di Shiratorizawa ha preso a cuore questa situazione, Iwa-chan. D'altronde lui è stato il mio primo amante, ma quando l'amore per te è diventato troppo forte, sono fuggito, abbandonandolo nel mio stesso letto, per fronteggiare un sentimento che non conoscevo.
Allora, ero innamorato di entrambi, Iwa-chan. Eravate così diversi, eppure così indispensabili ma, per quello che vale, Iwa-chan, sono contento che sia stato tu... è stato bello essere felici insieme a te.» quelle parole risuonarono flebili nella stanza, prima che un urlo squarciasse la tranquillità del palazzo reale e il Re Demone si accasciasse a terra in preda al dolore. Due braccia, però, erano lì. Pronte per sorreggerlo.
Ushiwaka-chan era di nuovo in quella stanza, aveva lasciato il suo regno da quando quel male aveva corrotto il cuore del giovane Tooru. Si sentiva responsabile, in un certo senso... gli si leggeva nello sguardo. Wakatoshi era lì.
Non lasciava mai solo il Re di Seijoh, anche se ormai lui si sentiva tale. Aveva perso tutto, Tooru... la sua famiglia, il suo amante e, per quanto sapesse di avere vicino il Re di Shiratorizawa – l'uomo che gli avrebbe donato il mondo – non riusciva a dimenticare.
Era passato troppo poco tempo e le cicatrici dell'anima impiegano molto a rinsaldarsi.
Quella notte il grande Re Demone pianse. Pianse tra le braccia di quel Re ambizioso che lo amava... quel Re che molto umilmente lo cullò fino all'alba e che, quando il sole si levò alto nel cielo, e il dolore si nascose nuovamente dietro il sorriso di Tooru, non lo abbandonò.



NdA: Vi prego, non mi insultate.
Ho trovato queste due fan art e mi è venuta subito voglia di scrivere qualcosa su di loro.
In pratica, Tooru, Re Demone di Seijoh, è impazzito e, a causa della sua sete di vendetta, reclamava il sangue di chiunque. Iwa-chan, durante un attacco al palazzo reale, si sacrifica per salvare la vita a Tooru, che cade in questo oblio. L'unico che riesce a tirarlo fuori è Ushiwaka ma, ogni mattina, quando sorge il sole, il Re si mette sul volto il suo miglior sorriso, nascondendo quel “tarlo” fino alla notte successiva, in cui si ripresenta. Questa è la maledizione che da il titolo alla storia.
Considerando che la mia OTP è IwaOi, è stato veramente complicato riuscire a inserirci anche la UshiOi, infatti con lui credo di essere andata un po' OOC.
Comunque, questo è il risultato! Sì, lo so. E' triste e forse fa anche schifo, ma io spero vi piaccia. Adesso vi saluto, perché credo sia venuta più lunga la nota dell'autrice, che la storia.
IwaOI
UshiOI




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