E' crollato il mondo
Nel momento in cui John ha risposto a quella chiamata
L'unico pensiero eri Tu
Un breve cenno con la testa
E li ho capito tutto
Pietrificata
Ho chiesto solo "Da dove è uscito il numero di Harold?"
Chiudo gli occhi per un momento per comprendere se veramente tutto questo è appena accaduto. Non mi capacito che sia successo a te, non avrei dovuto lasciarti andare via, ma in quella situazione la prima cosa che ho pensato era di farvi guadagnare tempo.
Gli uomini di Samaritan erano ovunque e sapevo che avresti messo in salvo Harold, perché ormai di te si fidava.
Mi siedo sul marciapiede, metto la mano sulla fronte e poi sulla bocca, digrigno i denti, in tutto questo sento solo rabbia.
Ognuno percepisce la morte in modo diverso, c'è chi direbbe che sono insensibile, forse è vero perché mi hanno diagnosticato di essere sociopatica, ma il più delle volte è solo presunzione di tenere dentro tutti i sentimenti che non ti fanno essere lucida.
E io in questa guerra devo rimanere lucida.
Sono rimasta paralizzata nel momento in cui John mi ha riferito la chiamata perché è passato per la memoria il giorno in cui mio padre è morto. Stessa identica scena, morte in macchina, accidentale o non accidentale, questo me lo ricorda vagamente.
NON SENTO PIU' NIENTE. Le sirene, le persone che parlano e urlano tra di loro in questa notte sono lontane da me. Tutto il mio mondo sta andando al rallentatore da quella notizia e scende una lacrima.
John mi desta per un solo istante: dobbiamo continuare la ricerca di Harold.
Mi asciugo il viso.
Ci rimettiamo in marcia. |