Number 132
Uno sbuffo di vento spazzò il
desolato panorama sabbioso, modificando la posizione di un paio di dune.
Ebbe uno spasmo. Rovesciò
indietro il capo violentemente, boccheggiando, e un tremito attraversò tutto il
suo corpo, facendolo contorcere scompostamente nel terreno cedevole. Emise un
gemito acuto di dolore, avvertendo i muscoli contrarsi senza un suo comando,
colpendo il suolo con intensità crescente. Strinse gli occhi, imponendosi di
non urlare ad ogni costo, per non dare anche quella soddisfazione al suo
aguzzino.
Parve calmarsi, perché la
tensione delle membra si sciolse abbandonando il corpo, che ricadde sdraiato di
peso. Trasse un paio di respiri più profondi, per provare a calmarsi, ben
sapendo che il peggio doveva ancora iniziare.
Era ancora il secondo giorno, e
davanti a lui si prospettavano altre ventiquattr’ore
di lenta e atroce agonia: i tessuti si sarebbero lentamente aggrinziti, gli
impulsi nervosi provenienti dal cervello sarebbero progressivamente impazziti
distribuendo ai centri del dolore segnali sempre più forti, i polmoni sarebbero
collassati impedendogli gradualmente di respirare.
Veleno. Bastava solo una goccia
per mandare all’altro mondo una persona di sana corporatura come lui nel giro
di tre giorni e tre notti. Tre giorni e tre notti di lancinanti fitte e di
sofferenza, in cui avrebbe assistito alla propria distruzione restando
completamente lucido.
Gliel’aveva spiegato, prima di
allontanarsi “ad aspettare, anche se la cosa non lo rendeva entusiasta”. I
metalli pesanti di cui era composto il miscuglio che gli aveva iniettato
avrebbero progressivamente attaccato gli organi interni penetrando nelle
cellule, e depositandovisi avrebbero bloccato le
normali funzioni intermolecolari; avrebbero raggiunto il cuore distruggendo i
globuli rossi e lo avrebbero a poco a poco rallentato; avrebbero raggiunto i reni e avrebbero intaccato i regolari processi di
purificazione del sangue aggiungendosi alle tossine già presenti.
Poi sarebbe subentrata
l’atropina. Le sue ghiandole salivari sarebbero andate in blocco, impedendogli
di deglutire e lasciandogli la lingua incollata al palato; il suo apparato
digerente sarebbe lentamente danneggiato, mentre contemporaneamente si sarebbe
bloccata la dilatazione della pupilla impedendogli la vista; la temperatura
interna si sarebbe alzata provocandogli una sudorazione accentuata, intanto che
il suo sistema nervoso centrale sarebbe stato sottoposto a un tale aumento di
stimolazione che presto avrebbe a sua volta ceduto.
E in aggiunta ci sarebbe stata anche
la tetrodotossina, che a sua volta avrebbe provveduto
a causargli una totale paralisi del diaframma per impedire ai polmoni la loro
attività, per poi progredire al resto degli arti provocando la paresi totale
dei muscoli.
Gliel’aveva raccontato addentrandosi
nei più piccoli dettagli, spiegandogli minuziosamente tutto quello che sarebbe
successo, godendo del suo terrore e della sua disperazione; gli aveva detto che
aveva dosato il tutto in modo tale che l’agonia non fosse troppo
rapida, né si protraesse per giorni e giorni di decorso, e che aveva
progettato quel veleno con doviziosa cura, per non annullare tra loro gli
effetti dei componenti. Per poter osservare la morte farsi strada anche nel ninja
più forte, inesorabile e inarrestabile, senza che la vittima potesse in alcun
modo fare qualcosa per arginare o alleviare il proprio supplizio.
Annaspò furiosamente, lottando
con tutto se stesso alla ricerca d’aria. Stava lì e l’aspettava, lo sentiva
distintamente. Attendeva, in silenzio, confondendosi in quel vento fastidioso,
ma avvertiva la sua presenza; attendeva che quelle ore mancanti passassero, che
il veleno facesse- finalmente- il suo effetto e che spirasse, per poterlo
finalmente portare via. Per farlo diventare altro – qualcosa di spaventoso e
terrificante, che agghiacciava il sangue nelle vene- lo sapeva, l’aveva
guardato in quegli occhi di vetro mentre gli illustrava l’intero procedimento a
cui l’avrebbe sottoposto.
E si maledisse, una, cento, mille volte, per non aver capito, quando ancora
poteva fare qualcosa, con cosa aveva a che fare. Quando ancora l’innocenza
s’annidava nell’anima di quella bestia e nelle iridi avellana brillava ancora
una tiepida luce.
E il vento continuava a soffiare,
spazzando la landa di sabbia, modificando qua e là delle dune scomposte,
coprendo le sue grida di dolore. Il veleno agiva.
Alzò il capo svogliato, quando
l’ennesimo sbuffo d’aria afosa gli scompigliò i capelli stopposi; poi, gettò
un’occhiata alle proprie spalle. Stette qualche secondo in attesa, aguzzando l’udito,
attendendo quieto la conferma delle sue supposizioni. Sul suo viso eburneo si
aprì lentamente un sorriso malefico, un ghigno ferino che per quei pochi
istanti ne distorse i lineamenti perfetti, e si chinò in avanti, estraendo
dalla sacca che portava con sé un rotolo di evocazione nuovo e un pezzo di
pergamena che applicò su un lato di esso. Poteva ritenersi soddisfatto: Suna
avrebbe iniziato a temere il suo nome, ancor più di quanto già non facesse.
Con dell’inchiostro recuperato
dalla sacca, scrisse un piccolo appunto sulla carta.
Marionetta numero 132: Sandaime Kazekage.
Wia 0_0
Ammetto che sono senza parole. Considerando quanto mi ha fatto dannare,
mi aspettavo ben di peggio. E per essere il primo contest, sono proprio contenta^^
Ecco il giudizio (grazie a Vavy^^)
IV Classificata PARIMERITO: Number
132 - wolvie91
Stile: 4 punti.
Grammatica: 4.5 punti.
Originalità: 9 punti.
IC dei personaggi: 8.5 punti.
Giudizio personale: 4 punti.
Attinenza al tema: 10 punti.
Per un totale di 40 punti.
Commento:
Cosa potrei dire se non... Wow?
Questa fanfiction mi ha stupito. Innanzitutto,
l'attinenza al tema non poteva che avere il punteggio massimo, per ovvi motivi.
Il contesto che hai scelto è verosimile, ma comunque originale. Hai descritto
chiaramente e con dovizia di particolari i sintomi dell'avvelenamento,
riuscendo inoltre a creare una certa suspence nel
lettore, che assiste, come la vittima, ad un climax tremendo ed inesorabile. Ed
anche terribilmente affascinante, almeno secondo il mio punto di vista ^^.
L'IC ha avuto un punteggio molto buono ma non massimo, in quanto, sebbene
Sasori sia proprio Sasori, ciò si deduce solo da alcune righe.
Sono presenti alcuni errori di grammatica, e la parte iniziale della fic è un po' contorta per via dei periodi molto lunghi,
difficili da comprendere alla prima lettura. Comunque, la seconda metà è
praticamente perfetta, e le piccole imprecisioni dell'inizio non ti hanno
penalizzato troppo.
Quindi... Ottima fic, complimenti! Sasori mi ha fatto
letteralmente venire i brividi. E' una fic di grande
impatto, che lascia qualcosa su cui ponderare al lettore. Brava!
E mi congratulo
con tutte le altre partecipanti. Complimenti, ragazze *O*
Besos
Wolvie ^^
Ps
Risegnalo: non so se il Sandaime
Kazekage possa essere la marionetta numero 132. calcolando
a spalle, potrebbe essere; in ogni caso, è un numero scelto a sorte.