Please don't
Attenzione,
contiene spoiler sulle storie precedenti della serie La quarta parete.
Io vi ho avvertiti, poi fate come vi pare.
Then
Arianna
Gentile, la protagonista della nostra storia, vive in Italia, ma a
quanto pare il suo quartiere è il crocevia degli universi, perché
incontra i
personaggi delle sue serie TV preferite.
La sua prima avventura è stata con il
Dottore, seguita da quella con i fratelli Winchester.
Ha una sorellina più
piccola di nome Giulia, che detesta come tutte le sorelle piccole, pur
volendole, in fondo, molto bene.
Tra lei e Dean c'è stato qualcosa, che
entrambi definiscono l'avventura di una notte.
Now
PLEASE,
DON'T
Dean
era appena uscito dalla casa dove avevano portato il cadavere di Sam.
Qualche
metro più in là, il corpo di suo fratello si stava raffreddando ed era
tutta
colpa sua. C’era un vuoto terribile dentro di lui e sapeva con certezza
che c’era
un solo modo per riempirlo. Stava per salire in macchina, quando il suo
cellulare cominciò a squillare. Non guardò neanche chi fosse: era
certamente
Bobby. Lo lasciò suonare a vuoto finché non cadde la linea, attendendo
immobile
come se Bobby avesse potuto vederlo, poi salì in macchina sbattendo la
portiera.
Aveva
appena acceso il motore, quando il cellulare riprese a squillare. Lo
prese in
mano, deciso a gridare a Bobby di rimanere fuori dalle sue decisioni,
ma lesse
sul display un altro nome: Arianna. Si disse che prima di compiere quel
gesto
forse avrebbe fatto meglio a salutarla, dopotutto se lo meritava.
«Arianna,
non è un buon momento» disse, dopo aver accettato la chiamata «Se hai
bisogno
di qualcuno che ti aiuti con qualche creatura, ti do il numero di Bobby»
«Non
mi serve aiuto e lo so che non è un buon momento»
«Lo
sai?»
«Ti
chiamo per questo»
«Allora
sai anche che mi dispiace moltissimo, ma non c’è altra soluzione»
«No,
non è vero» la voce di Arianna al telefono vibrava di una disperata
determinazione «Adesso ascoltami. A te sembra che ti sia crollato il
mondo
addosso, lo so»
«No,
non lo sai»
«D’accordo,
ammettiamo che non lo so. Ma questo non vuol dire che non sappia che
cosa
significhi essere il fratello o la sorella maggiore. Tu hai sempre
dovuto
proteggere Sam per un tuo dovere morale, perché è tuo fratello. Questo
lo so,
puoi fidarti. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci dica di prenderci
cura di
loro, perché non possiamo farne a meno. Non importano tutte le volte
che ci hanno
portato al limite, che ci hanno dato del filo da torcere, che ci hanno
rovinato
la serata, tutto questo non importa. La sola cosa che conta è che alla
fine
loro stiano bene e su questo non possiamo mentire a noi stessi»
«E
allora capisci quello che sto per fare»
«Dean,
capisco perfettamente quello che stai per fare e giuro che
probabilmente lo
farei anch’io. Però è sbagliato e non andrebbe fatto. Ci sono dei cicli
in
questa vita, nei nostri universi. La morte non è un gioco, non si mette
e
toglie come un cappotto. Non puoi fare come vuoi. Ci sono delle leggi
che non
si possono violare. Se tutti facessimo così?»
«Non
me ne frega niente!» gridò Dean «Non me ne frega niente di tutti gli
altri. L’importante
è Sam, non lo capisci? Che si fotta il resto del mondo! Io e lui contro
il
mondo è tutto quello che voglio da questa merda di vita»
«No»
ormai Arianna stava quasi sussurrando, sembrava quasi che pregasse
«Puoi ripeterlo
allo sfinimento, ma non è vero che non te ne frega niente. Non sareste
dei
cacciatori, se non ve ne fregasse niente»
«Forse
una volta era così, hai ragione. Ma era prima che diventasse una guerra
personale contro la nostra famiglia. Com’è che tutto il mondo ce l’ha
con noi? Ci
sono migliaia di cacciatori in questo mondo, perché noi? Perché Sam? Io
avevo
una sola missione nella vita, Arianna, e non è mai stata di salvare il
mondo.
Non sono Superman né Gesù Cristo, sono solo un uomo e non posso
cambiare tutto,
non posso salvarci tutti. La mia missione era tenere d’occhio Sam,
controllare
che nella sua vita non andasse tutto uno schifo come nella mia o in
quella di
papà. Lui se n’è andato di casa, è vero, ma noi eravamo anche contenti
di
lasciargli avere una vita decente. Non sarei mai andato a cercarlo, se
non ne avessi
avuto un terribile bisogno, l’avrei lasciato lì, alla sua laurea in
Legge, alla
sua famiglia, al suo futuro. Sono stato costretto a portarlo via, ma
non
pensavo che l’avrei messo in questi pericoli. La colpa è solo mia, non
ho
saputo proteggerlo»
«La
colpa non è tua, Dean. Non sei tu che l’hai ucciso, non sei tu che
l’hai
portato in quella città, non sei tu che…»
«Solo
perché non era la mia mano a stringere il coltello» la interruppe Dean
«Non
vuol dire che la colpa non sia stata mia. Ora il minimo che posso fare
è cercare
di pagare per i miei errori»
«Stai
già pagando, Dean, anche troppo. Non vuoi vendere la tua anima per fare
ammenda
o per Sam. Lo stai facendo per te stesso»
«Lo
sto facendo per noi. Un po’ di egoismo potrò concedermelo una volta
nella vita?
Ho sacrificato tutto per questo lavoro, per cercare di ripulire questo
schifo
di mondo, ma almeno c’era sempre la famiglia. C’era papà e c’era Sam e
tanto mi
bastava. Ora non c’è più nessuno, mi hanno lasciato da solo contro
tutto questo
e io non posso farcela»
«Dean,
ti prego» stava implorando «Non è la scelta giusta, pensa alle
conseguenze.
Come dirai a Sam che cosa hai fatto? E cosa farà lui quando tu non ci
sarai più?»
«Dirlo
a Sam sarà sicuramente più facile che sopportare tutta la vita questo
strazio.
Lui è forte, può vivere senza di me. Non ha mai avuto tutta questa
responsabilità nei miei confronti, ce la farà. E poi avremo tempo»
«Non
puoi farlo. Se lo farai…» il pianto era nella sua voce.
«Che
cosa sai, Arianna?» la voce di Dean assunse una sfumature di affrettata
necessità. Si era quasi dimenticato che lei poteva conoscere il loro
futuro.
«Nulla.
Non ho più guardato nulla dopo quello che è successo a Sam»
«Però
sai che cosa ho intenzione di fare»
«Sì»
«E l’ho
fatto?»
«Io
non posso…»
«Arianna,
devo sapere se l’ho fatto. Non si può cambiare il destino»
«No…
Io non devo… Mi hanno raccomandato di non farvi sapere nulla. Non
potete
conoscere il vostro futuro»
«Devo
sapere!» ruggì Dean nel telefono, la voce accesa dall’impazienza.
«Sì»
Arianna avrebbe voluto uccidersi mentre pronunciava quella parola, ma
non aveva
potuto impedirselo.
«E
allora non c’è nulla da fare. Devo farlo»
«No,
Dean, ti prego… Ti prego, non farlo. Possiamo trovare un’altra
soluzione»
«No,
non possiamo. Mi dispiace, Arianna» con un sospiro, Dean chiuse la
telefonata.
«Dean,
no!» gridò la ragazza nella cornetta, anche se sapeva perfettamente che
lui non
l’avrebbe ascoltata neanche se l’avesse potuta sentire «DEAN!»
«Io ho
tentato» disse Arianna, senza parlare con nessuno in particolare, dopo
aver
messo via il cellulare «Non puoi dire di no. Ho fatto del mio meglio,
ma
nessuno avrebbe potuto smuoverlo»
Fece
una pausa, poi continuò: «Lo so, mi dispiace. Non avrei dovuto. Domando
perdono»
Dopo
un’altra pausa, annuì appena e chinò la testa. Una lacrima le rigò la
guancia.
«Dean»
bisbigliò «Perché?»
N.d.A:
Salve a tutt*!
Eccomi
di nuovo su questi schermi, questa volta con una One-Shot così non vi
faccio attendere ere geologiche per gli aggiornamenti.
Non ho molto
da dirvi in realtà, volevo solo anticipare che la prossima storia della
serie sarà una Long e sarà probailmente ambientata nella terza stagione
intorno alla settima puntata, non lo so ancora di preciso. Intanto
piccolo sondaggio: alla fine della scorsa long ho lasciato aperta la
via per una storia in cui Arianna incontra il Dottore e volevo sapere
quale preferireste tra Nono, Decimo e Undicesimo (il Dodicesimo non lo
conosco, è per quello che non c'è).
Grazie di aver letto fino a qui e se avete un attimo fatemi sapere che
ve ne pare!
Che gli dèi siano con voi!
-Magic
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