In gabbia

di Keyrim
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Il terrore di essere nuovamente ferita mi ha portata a tagliare le mie stesse ali,
ad auto rinchiudermi in casa o meglio, in gabbia gettando via la chiave.
Ed ora, ogni volta che provo a volare verso di te, verso le tue braccia aperte per me,
soffro e cado senza nemmeno riuscire a sollevarmi dal suolo.
Non sto male perché non riesco più ad aprirmi con gli altri, non sto male perché non so più chi sono veramente, sto male perché vedo la sofferenza nel tuo viso ogni volta che io non ti raggiungo perché, per quanto ci provi, continuo solo a cadere e a cadere e fa sempre più male.
Ormai mi limito a sorridere, a guardare il mondo, a guardare te da dietro quelle grate, a distanza, sperando così che tu possa poco a poco dimenticarti di me.
Sono solo un grande controsenso,
più mi allontano per non vederti stare male a causa dei miei fallimenti più spero di sentirti pronunciare il mio nome.
So che lo faresti.
So che lo urleresti fino a perdere la voce, fino a farti male e,
proprio perché lo so,
non posso permetterti di farlo.




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