Note:
Questa raccolta partecipa alla challenge “Dieci
passi della tua OTP” indetta sul cosmic ocean e
sul forum di EFP da BuckyBear. La challenge riguarda un OTP e dieci
punti salienti della loro relazione. Io ho scelto, ovviamente, la
Gallavich. La storia dovrebbe essere postata una volta a settimana,
salvo cambiamenti; delle dieci tracce proposte ne ho pronte otto,
quindi non dovrei avere problemi a mantenere la puntualità,
ma avendo comunque un’indole da procrastinatrice seriale non
mi stupirei di nulla. Avverto che ci potrebbero ssere nelle successive
shot degli spoiler sulla sesta stagione. A dopo.
Primo
incontro
La prima
volta che Mickey nota quel ragazzino tutto lentiggini e sorrisi timidi
ha tredici anni e una sospensione per rissa, mentre quello segue il
fratello più grande in giro per il campetto.
Gallagher.
Sputa a
terra e prende la palla da baseball in mano per lanciarla a Iggy,
mentre quel ragazzetto dai capelli rossi comincia a ridere seguito a
ruota da suo fratello. Lip, il genietto di ‘sto
cazzo, pensa infastidito.
I
Gallagher gli danno fastidio, perché loro sono quello che i
Milkovich non saranno mai: uniti.
La vede,
la più grande, che segue a ruota i piccoli che strillano, e
la complicità che lega Lip e quel ragazzetto dai capelli
rossi che – Cristo Santo – gli
viene voglia di pestarlo solo per il gusto di togliergli quel sorriso
infantile dalla faccia.
Che
cazzo avrà, poi, da ridere, proprio non lo riesce a capire,
sono nel buco del culo del mondo, mica in un parco
divertimenti.
Mentre
continua a giocare con Iggy cerca di escludere quella vocetta acuta e
quella risata squillante che gli tormentano le orecchie in maniera
così fastidiosa. Come sia venuto fuori un simile soggetto,
in quella merda che è il South Side, proprio Mickey non se
lo spiega. Quell’ammasso di capelli rossi, pelle pallida e
lentiggini delicate non ha niente a che vedere con la durezza di quel
quartiere in cui hanno avuto la sfiga di nascere, quel ragazzino
creperà prima di arrivare all’adolescenza, pensa.
Mentre
la pallina gli sfugge dalla presa e Mickey impreca, perché
si incazza ogni dannata volta qualcosa non va come lui vorrebbe, vede
di sfuggita un braccio afferrare la pallina e il ragazzino avvicinarsi.
Vuole
ammazzarlo, Mickey.
Cosa lo
spinge a detestarlo così tanto non lo sa: forse è
l’insieme di tutte le cose che i Gallagher rappresentano per
lui che una famiglia non si ricorda nemmeno come dovrebbe essere, forse
è l’innocenza negli occhi di quel bambino che gli
sembra un sacrilegio in quel luogo che li ha trasformati tutti in
potenziali criminali da quattro soldi, forse è il fatto che
quell’innocenza vorrebbe togliergliela a suon di pugni, che
quell’ingenuità vorrebbe strappargliela via dalla
pelle, perché nemmeno la sua Mandy lo è
più, ingenua.
Prima
che quel piccoletto riesca a tendere il braccio lui sputa con rabbia:
«Dammi quella cazzo di pallina, Gallagher». Ian
gliela porge, in un gesto che ha il sapore della gentilezza e
dell’educazione che un tipo come Gallagher non dovrebbe
nemmeno conoscere.
Gliela
strappa via dalle mani, quella pallina, e vede gli occhi verdi di quel
moccioso fissi su di lui, privi di qualsiasi esitazione. Ha paura,
questo sì, ma il suo braccio resta teso in un chiaro segno
di sfida che Mickey proprio non riesce a sopportare.
Chi
cazzo è, quel Gallagher, per poterlo guardare con quegli
occhi?
Lo
spinge a terra, allora. Perché Mickey la gentilezza non sa
più che faccia abbia e lo vede comunque continuare a
guardarlo, adesso con gli occhi aggrottati dal fastidio.
Tutto
fa, quel maledetto ragazzino, tranne che mostrargli la paura.
È per questo che lo detesta, perché Mickey non sa
più chi cazzo è se non riesce a mettere paura
agli altri.
E allora
si volta e se ne va, lo lascia a terra quel bambino dai capelli rossi
mentre gli bruciano quegli occhi verdi sulle spalle, gliela incendiano
la schiena, di un’umiliazione che ha percepito solo lui, ma
che non riuscirà a dimenticare.
Fottuto
Gallagher.
Note
2.0: Dunque, la shot è una pre-serie che racconta
del primo incontro tra Mickey e Ian, essendo la natura del loro
rapporto la cosa che mi ha entusiasmato più di tutto, ho
cercato di mantenere i personaggi più IC possibili, spero di
esserci riuscita, ragion per cui non ho immaginato un incontro rose e
fiori.
Il
titolo della raccolta è un verso della canzone Resistance,
dei Muse.
A
presto, Cinzia N.
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