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Capitolo
1
Il 2 maggio 2003 ci
sarebbe stato un ballo. Così aveva deciso Harry Potter, da
un anno Ministro
della Magia. Si sarebbe tenuto in Sala Grande a Hogwarts, e sarebbe
stato a
tema. Di quale tema si trattasse, non si seppe fino a poche settimane
prima, quando
il Ministro disse che avrebbe voluto un ballo in stile settecentesco.
Harry aveva invitato un
sacco di gente a presentarsi, voleva che fosse un'occasione di festa.
Festa per
celebrare i cinque anni dalla fine della guerra, dalla sconfitta del
Signore
Oscuro e per ricordare tutti insieme quelle persone che avevano dato la
vita
per portare la pace.
E soprattutto, voleva che
ognuno degli invitati fosse in costume. Ma la cosa fondamentale era che
i
costumi li nascondessero talmente bene da non renderli riconoscibili.
* * *
«Harry è
diventato matto!
Perché mi devo mettere sta roba? Sono ridicoli questi
vestiti! Io mi nascondo,
non mi presento, mi do malato, digli che un ippogrifo mi ha strappato
una gamba
a morsi, o inventati tu quello che vuoi…!»
«Ronald, smettila di
lagnarti, il ballo sarà sicuramente divertente! E, se
proprio lo vuoi sapere,
il tema settecentesco gliel'ho suggerito io!»
«Cooosa? Ma sei
impazzita
anche tu? Quindi è colpa tua se mi devo mettere sta parrucca
orrenda!
Miseriaccia, Hermione!»
«Certo che non sono
pazza!
Ho sempre sognato di partecipare a un ballo del genere. Quando ero
piccola
guardavo film in costume, e fantasticavo sul trovarmi là in
mezzo… E non
parliamo di film e libri sulla principessa Sissi…!»
«Film? Cosa sono i
film? E
Sissi chi…?»
«Lascia perdere,
Ron, e
muoviti con quel costume che se no faremo tardi! Dai, vieni qua che ti
sistemo
quella parrucca. Hai capelli rossi che ti sbucano ovunque, e sarai
tutt'altro
che irriconoscibile.»
«Senti, non
è colpa mia
se…»
«Ronald, taci e
vestiti!»
* * *
Quando Hermione e Ron
arrivarono a Hogwarts, c'era già parecchia gente. Molti
stavano arrivando con
le carrozze trainate dai Thestral, altri erano già davanti
agli scalini pronti
a entrare, e altri ancora sostavano nel Salone d'Ingresso in attesa che
cominciasse la serata. Per l'occasione, tra il castello e il Lago Nero
era
stato creato un labirinto, degno delle più sfarzose
residenze antiche.
La Sala Grande, già
molto
bella normalmente, era magnifica quella sera. Si aveva l'impressione di
essere
tornati davvero nel 1700. I quattro tavoli della case erano spariti; in
un
angolo c'era un'orchestra completa che stava accordando e preparando
gli
strumenti. Lungo un altro lato c'era un lunghissimo tavolo per il
buffet. E
lungo il perimetro c'erano tanti piccoli tavolini rotondi. A Hermione
fece
venire in mente quella lontana sera del Ballo del Ceppo. Sorrise al
ricordo,
che sembrava appartenere a secoli prima.
Hermione si guardò
in
giro, e vide che tutti i presenti si erano impegnati moltissimo con i
costumi.
E notò inoltre che così mascherati non riusciva
davvero a riconoscerne nessuno.
Le uniche due persone che era riuscita a individuare erano il piccolo
professor
Vitious, con un costume in miniatura, e Hagrid, vestito però
con il suo solito
pastrano scuro. Sarebbe stato ben difficile trovare qualcosa della sua
taglia.
Alle nove, quando tutti
gli invitati erano ormai arrivati, vennero fatti accomodare in Sala
Grande.
Harry, anche lui in costume ma riconoscibile a causa degli occhiali
rotondi e
dalla cicatrice, stava in piedi dove solitamente si trovava il tavolo
degli
insegnanti, e aspettò che tutti entrassero. Dopo aver
amplificato la voce con la
sua bacchetta, prese la parola.
«Prima di tutto,
vorrei
ringraziare ognuno di voi per essere presente in questa particolare
serata.
Ora, so che tutti non state più nella pelle e volete
cominciare a ballare,
quindi non starò qui a tediarvi con discorsi e parole, per
quelle ci sarà tempo
più tardi. Vi chiedo solo una cosa. Divertitevi! Danzate,
mangiate, ridete!
Questa sera è un'occasione di piacere e allegria, e dovete
divertirvi! Se Fred,
Tonks, Remus e tutti gli altri vi vedessero, vorrebbero sicuramente che
usciste
da qui con le pance piene e i piedi doloranti dal gran ballare! E
quindi ora
dico solo più… Che siano aperte le
danze!»
Harry andò verso le
altre
persone e prese Ginny per mano, riconoscibile solo per i capelli rossi.
Si
misero al centro della Sala e, non appena l'orchestra iniziò
a suonare,
cominciarono a danzare sulle note di un valzer.
All'inizio erano i soli in
pista, ma poco dopo alcune coppie presero a ballare. Finiti i primi momenti
di
timidezza, e seguendo l'esempio dei ballerini più
coraggiosi, pian piano quasi
tutti si unirono alle danze.
Hermione prese un
riluttante Ron per mano e andò verso Harry e la sua migliore
amica. Ron avrebbe
volentieri evitato di ballare, ma sia Harry che la sua fidanzata lo
avevano
obbligato. Così prese Hermione e provò a muovere
qualche passo. La ragazza, che
sapeva dell'incapacità di Ron verso il ballo, lo
afferrò saldamente in vita con
una mano e condusse lei i movimenti.
Man mano che ballavano, la
ragazza cercava di non fare caso ai piedi di Ron che continuavano a
pestare i
suoi, portando l'attenzione sugli altri ballerini. Le donne avevano
maschere
sugli occhi e molte portavano delle voluminose parrucche, che rendevano
i
tratti irriconoscibili. A un certo punto chiuse gli occhi per qualche
istante,
e le sembrò di trovarsi in una favola.
Dopo il primo valzer, Ron
le disse che voleva andare a mangiare qualcosa.
«Tanto per cambiare,
tu
pensi solo a mangiare!» sbuffò Hermione, che era
troppo presa dalla serata per
avere fame. Si diresse così verso un tavolino vuoto in un
angolo, e aspettò che
il fidanzato finisse di rimpinzarsi.
Ron non era ancora
tornato, quando un ragazzo (o un uomo, chi lo sa?) si diresse verso di
lei e le
chiese di ballare. Senza esitazione, gli prese la mano e si tuffarono
tra la
folla di ballerini.
Hermione trovò
molto più
piacevole ballare con lui che con Ron, perché era molto
più sicuro e non le
pestava i piedi in continuazione. Lo osservò per bene negli
occhi e forse capì
di chi si trattasse.
«Neville…?»
«Mannaggia, mi hai
scoperto! Era così facile riconoscermi?»
«Calcolando che ci
vediamo
tutte le settimane, era quasi impossibile non riconoscere quel sorriso
da
mascalzone che ti ritrovi!» rispose sorridendo Hermione,
grata che il suo amico
fosse capace di ballare.
La serata continuò
tra
danze e buffet. Hermione ballò con diversi altri ballerini,
che però non riuscì
mai a riconoscere. Le sembrava proprio di trovarsi in un sogno, e anche
quando
si riposava a un tavolino, osservare gli altri le faceva venire in
mente le
foto del carnevale di Venezia che aveva visto diverse volte su qualche
giornale
Babbano. Si divertì anche con Ginny a decidere quale donna
avesse il vestito
più bello. La scelta fu parecchio difficile, ma alla fine
optarono per una
donna che aveva un sontuoso vestito rosso dall'ampia gonna, una
maschera dello
stesso colore che le copriva occhi e naso, e i capelli scuri raccolti a
chignon.
Verso le undici e mezza,
quando Hermione stava ballando con Harry, uno dei musicisti si
alzò e disse di
cambiare partner e sceglierne uno casualmente tra quelli più
vicini. Ci fu un
po' di scompiglio tra i ballerini, che cercavano di trovare qualcun
altro con
cui ballare. Hermione si diresse verso un uomo, poco distante da lei,
vestito
come un militare dell'esercito inglese del '700. Indossava una giacca
rossa,
pantaloni bianchi e stivali neri alti fino a ginocchio. Una parrucca
nera e una
maschera sul viso (anche se ben poco c'entrava con il costume)
completavano il
tutto.
Hermione l'aveva
già
notato dall'inizio della serata, perché quella giacca rossa
era piuttosto
vistosa, ma era rimasto per la maggior parte del tempo seduto a un
tavolo in
modo che fosse il più possibile nascosto dalla vista. Era
solo da alcuni minuti
che si era unito ai ballerini.
La ragazza gli si
avvicinò, timidamente. Lui, senza sorridere, le cinse la
vita. La sua presa era
forte e salda. La attirò a sé. Iniziarono a
ballare. Lui era sicuro di sé, e
per tutto il ballo non disse una parola. Hermione lo
osservò. Era sicuramente
un uomo, perché quelle rughette attorno alla bocca non
potevano essere di un
ragazzo di poco più di vent'anni. Anche la sua mano era
quella di un uomo. Ciò
che la incantò furono i suoi occhi. Erano neri come il
carbone. Pensò che non
aveva mai visto degli occhi così, profondi e quasi tristi.
Il brano terminò, e
Hermione fece per lasciare il suo ballerino e dirigersi nuovamente
verso Ron,
ma il suo misterioso cavaliere strinse la presa e le impedì
di allontanarsi.
L'orchestra ricominciò a suonare, questa volta un lento.
L'uomo la strinse
ancora di più a sé, tanto che faticava a muovere
le gambe per paura di dargli
una ginocchiata. Muovevano appena i piedi. Hermione si
abbandonò completamente
a lui. Sentiva la sua mano forte e calda sulla sua schiena, e la musica
era
quasi ipnotica. Non si rendeva quasi conto di muovere i piedi,
evidentemente il
suo corpo faceva tutto da solo senza che lei lo comandasse. Chiuse gli
occhi, e
si immerse nelle fortissime emozioni che provava in quel momento.
Sentiva il
fiato caldo dell'uomo vicino al suo orecchio. Fu quasi tentata di
appoggiare la
testa sulla sua spalla, ma quel briciolo di razionalità che
aveva conservato,
ma che minacciava di sparire da un momento all'altro, le
suggerì che era meglio
evitare.
La temperatura era salita
parecchio in quegli ultimi minuti. O forse era lei che aveva iniziato
ad avere
parecchio caldo…? Il contatto con il corpo del suo cavaliere
la infuocava, e
non voleva staccarsi da lui, il quale aveva un effetto magnetico su di
lei.
Sperò che quella musica non finisse mai, avrebbe voluto
continuare a ballare
con lui per tutta la notte, e più di tutto non voleva
sottrarsi a quel forte
contatto.
Il brano però volse
lentamente alla fine. Un'ultima nota ed ecco che tutti si fermarono un
momento
per riprendere fiato. Il cavaliere si staccò da lei, le fece
un profondo
inchino e si diresse verso l'uscita della Sala Grande. Hermione rimase
in mezzo
alla Sala a cercarlo con lo sguardo, ma lui era sparito. Si sentiva
accaldata e
frastornata. Quel momento perfetto si era infranto con le ultime note,
come un
vaso di vetro che cade a terra ed esplode in mille pezzi.
Vide le persone attorno a
sé come al rallentatore, quasi sfocate. Forse aveva bisogno
di un po' d'aria.
Senza far caso a dove fosse Ron, si diresse verso il Salone d'Ingresso.
Uscì
dal grande portone, scese i gradini. Alcuni invitati erano seduti sulle
panchine a conversare, altri erano vicini all'ingresso del labirinto.
Hermione si diresse verso
una panchina momentaneamente libera, su cui si sedette.
Utilizzò il ventaglio
(che era compreso nel costume che aveva affittato) per farsi un po'
d'aria. Non
le era mai successo di perdere così il controllo.
Sperò che l'aria frizzante
della sera primaverile la aiutasse a tornare in sé.
Stava pensando a cosa
potesse fare Ron in quel momento, quando vide un bagliore rosso vicino
all'ingresso del labirinto. Era il suo ballerino misterioso.
Cercando di non farsi
vedere, si diresse anche lei verso le alte siepi. Voleva scoprire a
tutti i
costi qualcosa di più su quell'uomo.
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