DIsclaimer: purtroppo One Piece e tutti, ma proprio tutti, i suoi personaggi non mi appartengono. Altrimenti sarei ricca. Se scrivo fanfiction non è a scopo di lucro. Altrimenti potrei essere ricca XD
Sanji aprì la porta della stanza, facendo attenzione a non
fare il minimo rumore.
Quello che si trovò davanti, lo irritò non poco:
il letto
era vuoto e le coperte erano state avvolte intorno a Chopper, che
dormiva
profondamente sul divanetto.
Il biondo ebbe un moto di stizza.
Ovvio. Uno passa due giorni sospeso tra la vita e la morte,
poi si sveglia, si alza e se ne va in giro come se fosse anche solo
lontanamente guarito. Dannato idiota.
Per lo meno, considerò, il demente aveva lasciato le spade
in infermeria, appoggiate in un angolo.
Una però, mancava all’appello. Era quella che era
andata
distrutta ad Enies Lobby.
Sanji richiuse la porta, e si incamminò verso
l’esterno, per
poi scendere dalla nave con un balzo.
Si lasciò sfuggire una mezza imprecazione, dopo aver
rischiato di perdere l’equilibrio.
Le sue gambe non si erano ancora ristabilite del tutto,
memori della battaglia di pochi giorni prima.
Mentre vagava intorno alla nave, incontrò Brook, ultimo
stravagante acquisto della ciurma.
Uno scheletro vivente.
Che c’era poi di così strano?
Fino a qualche anno prima, se qualcuno gli avesse detto che
sarebbe finito a fare il pirata, in compagnia di un ragazzino di gomma,
una
renna parlante e uno scheletro, avrebbe riso fino a sputare i polmoni.
- Buon giorno… - lo salutò il musicista, facendo
un mezzo
inchino.
- Buon giorno. – rispose lui, ancora vagamente scioccato.
Poi, dopo una breve pausa, aggiunse: - hai per caso visto
l’idiota redivivo da
queste parti?
Si rese conto troppo tardi che parlare di redivivi con uno
scheletro parlante, poteva suonare vagamente fuori luogo.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato: entrambi sapevano
che l’altro aveva assistito se non a tutta, almeno ad una
parte della scena
avvenuta un paio di giorni prima.
Entrambi non avevano potuto rendersi utili quanto avrebbero
voluto.
E questo rendeva la conversazione piuttosto spinosa.
- Lo spadaccino? – disse Brook alla fine –
è al cimitero,
voleva dire addio alla sua spada.
Sanji si accese una sigaretta, poi, con un gesto della mano,
si congedò dal nuovo compagno.
Dopo qualche minuto, arrivò al camposanto, dove, tra le
centinaia di lapidi, spiccava quella che Usopp e Franky avevano
costruito per i
compagni del musicista.
Ad un paio di metri dal monumento era seduto Zoro,
apparentemente assorto in una profonda riflessione.
Sanji era proto a scommettere che fosse, appunto, solo
un’apparenza.
Secondo lui, lo spadaccino era dotato solo di due neuroni,
di cui uno si era perso anni prima. E l’altro lo stava ancora
cercando.
Il suo primo istinto, fu quello di piazzargli un bel calcio
su quella sua testa di cavolo, ma si trattenne. L’idiota era
ancora
convalescente. Se lo avesse picchiato, Chopper non sarebbe stato
contento.
- La principessa verde pisello si è svegliata finalmente.
–
si limitò a dire.
Dal compagno non arrivò nessuna risposta.
- Avresti almeno potuto avvertire Chopper… - aggiunse.
“Così ti avrebbe inchiodato al letto. Che
è molto meno di
quanto ti meriti…” concluse mentalmente.
- Non volevo svegliarlo. – furono le uniche parole che
ricevette
in risposta.
Di nuovo il cuoco dovette reprimere l’impulso di staccargli
la testa dal collo con un calcio.
Come poteva fare finta di niente?
- Stavi per tirare le cuoia. – gli fece notare.
- Io non ho alcuna intenzione di morire. – era dannatamente
serio.
- Oh, beh. Allora è tutto a posto. –
ribatté il biondo
sarcastico.
Zoro sospirò, alzandosi in piedi.
Non poteva nemmeno prendere in considerazione l’idea.
Se fosse morto, non avrebbe distrutto solo il suo sogno e la
sua promessa, ma anche il sogno di Rufy.
“Se dovessi rinunciare
al mio sogno, ti squarcerai la pancia per scusarti.”
E quello era l’accordo. Un po’ come dire:
“O tutti e due, o
nessuno”.
E lui non aveva alcuna intenzione di permettere che Rufy si
squarciasse proprio nulla.
Si girò, cercando di sostenere lo sguardo irritato del
biondo.
- Non dirò niente a nessuno. Nessuno parlerà
più di quello
che è successo.
Era nell’interesse di entrambi.
Lui ci aveva fatto davvero una figura meschina, tra l’altro.
Avrebbe voluto essere lui l’eroe, il sopravvissuto. Invece
era stato quello che
si era fatto salvare.
Il suo orgoglio ci avrebbe messo un bel po’ a guarire.
Fissò lo spadaccino mentre questo gli passava accanto,
superandolo.
- Grazie. – lo sentì dire mentre si allontanava.
Grazie?
Aveva salvato il culo a tutti, lui compreso.
E adesso lo ringraziava.
Sanji sapeva essere molto sincero con se stesso, quando non
si trattava di donne. E la verità era che lui probabilmente
non sarebbe
sopravvissuto.
- Fottiti. – rispose con un sorriso storto. Suonava
stranamente gentile per essere un insulto.
THE END
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L'ho scritta perchè avevo piacere di farlo XD non ho
pretese...
è che avevo letto un paio di fanfiction in inglese davvero
DEPRIMENTI su questo pezzo di storia... e avevo bisogno di stemperare
un po'...
Non mi sono mai piaciute le cose troppo drammatiche XD
Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo XD davvero XDD
Butler
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