…
Ho
l’impressione che il mio guscio non si romperà
mai. E, dentro, la carne imputridirà fino ad essere
completamente divorata dai
vermi.
Sarà
una morte lenta, resa ancora più lenta dalla speranza. La
speranza
è la malattia dell’uomo. Non la disperazione.
Niente mi salverà dall’inferno,
perché l’inferno è la vita attorno a
me. A volte desidero essere invisibile,
perché così la gente non può vedermi e
io posso dire “non è che non vogliono,
è
solo che non possono”. Voglio illudermi di avere una
possibilità. Di poter
avere il lusso di pensare che se io provassi a integrarmi, allora
potrei anche
riuscirci. Poi, però, apro gli occhi. E una volta che apri
gli occhi non puoi
più tornare indietro. Non c’è via di
scampo. Puoi fingere, oppure renderti
conto. Le mezze misure sono cazzate inventate dalle
pubblicità. La sfigata,
nella vita reale, non sarà mai amata dal ragazzo
più bello della scuola. E la
reginetta del ballo non guarderà mai noi sfigati.
Punto.
Non
ci sono alternative. E non ci possiamo fare
niente. Pensiamo di poter cambiare il mondo. Ci crediamo forti e
invincibili. Ma
sono solo stronzate per allontanare la paura. Posso credere che i miei
piccoli
successi mi aiutino a superare i momenti bui e contribuiscano a
mostrarmi
un’immagine più benevola di me stessa.
E’
solo uno specchio deformante. Chi vive così si
deforma. E’ come truccarsi: d’un tratto diventi la
ragazza più bella del
gruppo. Poi, quando la festa è finita e il divertimento si
è consumato, torni a
casa in silenzio, ti togli il mascara, il fard, il rossetto
… sciogli la tua
maschera di petrolio e ti fissi allo specchio. Rimani incredula davanti
alla
verità che solo la notte sa far emergere. Imperfezioni,
macchie, rughe … arrivi
quasi a pensare di poter essere brutta. Eppure, fino a poche ore prima,
pensavi
di poter essere la bellezza fatta persona. Magari ti scende addirittura
una
lacrima.
Piangi,
perché la favola è finita ed è ora di
andare a dormire e nella vita vera il principe azzurro è
sempre un po’ sbiadito
e le sfigate dormono da sole.
Certo,
puoi raccontarti che non è così, che la
tua dolce mammina ti ha sempre detto che sei stupenda e che ti sposerai
e avrai
dei bellissimi bambini, ma, tesoro, credimi quando ti dico che la tua
mammina
sparava tante belle cazzate. Perché, se non mi sbaglio, tu
devi essere una tipa
un po’ come me … strana. E
con noi la
vita si è dimenticata di seguire il copione di Biancaneve o
Cenerentola,
preferendo essere un po’ una puttana. Ha deciso di tenerci
per ultime, quando
ormai le migliori occasioni sono già state agguantate da
persone “meno sfigate”
di noi. Siamo gli scarti che permettono alle
“strafighe” di essere splendide in
ogni cosa, di essere amate da chiunque sia bello, di essere scelte da
qualunque
persona sia meno strana di noi e un po’ più
inserita nella società.
Loro
sono le protagoniste, noi le attrici
scartate alle audizioni. Mi dovrei vergognare? No, perché
sebbene noti il
disappunto incresparti le labbra e corrugarti la fronte, io non
chiederò scusa.
Ho smesso di credere alle favole da un po’.
So
che adesso ti sto sembrando la zia cattiva o
la sorella maggiore stronza, che ti mette in guardia sul mondo
là fuori. So
benissimo che adesso pensi questo. Ma, cara, asciugati le lacrime e
tirati su
da terra. Rimboccati le maniche e comincia a dare delle spallate,
perché è
l’unico modo che abbiamo per prendere un po’ di
felicità e riporla nel cassetto
delle grandi occasioni. Ricordati che la felicità non
è inesauribile. Sono
loro, quei ragazzi là fuori, oltre questo muro, che lo
pensano. Pensano che la
gioia sia inesauribile, perché non sono mai andati in
riserva. Pensano che la
felicità sia eterna, perché non si sono limitati
a usare quella destinata a
loro, ma hanno messo le mani anche sulla nostra. Considera tutti i
ragionamenti
fatti fin’ora e le notti che hai speso a piangere
… arrivata fin qui di
cosa ti meravigli??
Comunque,
non voglio scagliare tutta la mia
frustrazione contro quelli che la società ritiene essere sani.
In fondo, non hanno tutte le colpe. O almeno, non tutte
dipendono da loro. Perché è il mondo, la vita,
l’uomo stesso, che sono fatti
così. Se l’ordine naturale e
l’equilibrio cosmico vertono su questi punti
fondamentali non è colpa dei migliori. Semplicemente, non si
tirano indietro.
Chi lo farebbe? Semplicemente, raccolgono ciò che
è stato donato loro. Niente
di strano. Ma il solo fatto che le cose stiano così, non le
giustifica. E
purtroppo l’uomo non cambierà se stesso. Non
c’è niente da dire e non c’è
niente da fare. Vedi tesoro, noi siamo i figli di nessuno. Siamo i
reietti.
Siamo gli infiltrati nella vita degli altri. Noi siamo gli esclusi e
gli
aguzzini. E’ così ovvio! O forse pensavi che si
sarebbero presi la
responsabilità delle loro azioni? Prima ti scacciano e poi
ti accusano di aver
rovinato la loro vita. Eppure è talmente assurdo
… come possiamo anche solo
pensare di rovinare la vita di qualcuno, se non abbiamo
l’opportunità di farne
parte.?!
Non
ha senso.
Questa
vita ci ha creati sbagliati. E noi non
possiamo svincolarci da questo atroce sbaglio. Non è
possibile.
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