L'ora X

di Tinosa
(/viewuser.php?uid=70815)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


L

L'ora X

 
Trenta minuti all'ora X

Ero stanco di guardare le lancette dell'orologio che
che col loro ripetitivo TIC-TAC

mi mettevano
addosso una certa agitazione.

Il sole stava per nascondersi dietro le montagne e nella città le prime 
luminarie stavano per accendersi.

Mancava poco all'ora X, per uscire di casa e fare una bella passeggiata.

Piera, Mariella, Nicola e Teo stavano aspettando me, ma
ai
miei genitori non importava nulla e dovevo aspettare che arrivasse l'ora X per uscire.

Tutti erano in villa a gustarsi un ottimo gelato.

Mentre loro gustavano io parlavo con Teo al telefono e immaginavo la scena.

Io amo molto i gelati e alcune volte ne compro anche due.




Dieci minuti all’ora X
 

Ero in bagno, a specchiarmi di continuo e mi stavo pettinando i capelli, riempiendo la mano di gel.

Scelsi di vestirmi con abiti firmati, una tuta della Nike, con una maglia bianca e rossa dell' Adidas.

Le scarpe erano Nike di colore bianco e rosso fuoco, intonate con la maglia.

La marca 
degli indumenti è la mia vita.

Dopo alcuni minuti
avevo cominciato a pensare a come sarebbe stato l'abbigliamento di Mariella.
 

Di solito lei veste indumenti molto vistosi dai maschi e alcune volte i suon indumenti fungono ad un concorso di modelle

 
Indossava quasi sempre una minigonna viola ed un vestito lilla. Erano i suoi indumenti preferiti.

Ma lei era
davvero
 molto brutta, con la "b" maiuscola.


Ora X


Le lancette segnavano l'ora, l'ora X.

Ero sceso da casa, quando durante il tragitto incontrai un cagnolino randagio.

Il cane era di razza bastardina e
  non era molto alto.

Aveva il pelo molto folto ed era bianco e nero.

Mi fermai e il cane cominciò ad abbaire 
fissandomi.

Per la fifa iniziai a correre e con la fortuna che avevo il cane mi inseguiva.

Correndo ero andato contro 
una luminaria e poco dopo sulla mia fronte era nato un innalzamento della pelle di forma tondeggiante: il bernoccolo.

Un passante aveva visto l'accaduto e con coraggio cacciò a pedate il cane e

mi
 aveva anche aiutato a rialzarmi.

Dieci minuti dopo l’ora X



Ero arrivato dai miei amici con dieci minuti di ritardo.

Quando raccontai la vicenda del cane,
scoppiarono a ridere in coro.

Notarono anche il piccolo bernoccolo sulla mia fronte e le risate furono ancora più
fragorose, ma

smisero quando un passante
ci lanciò un'occhiata.

Dopo la barzelletta
della mia disavventura, io andai a prendere un gelato per rinfrescarmi la mente e il bernoccolo e
facemmo tutti una bella e lunghissima passeggiata.

Tornato a casa i miei videro il bernoccolo e raccontai anche a loro l'episodio.

Loro non
risero, anzi mi diedero una bella punizione e i gelati 
da allora li potetti
solo sognare.
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=347770