The sound.

di imunfjxable
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1. Prologo

 

La città era piena di rumore. Le strade brulicavano di persone, in particolare di turisti tutti aventi la stessa meta: la cattedrale di San Paolo.
Matty lo sapeva bene, mentre fumava annoiato davanti la chiesa, aspettando che si formi il suo gruppo. Ci era già stato così tante volte che conosceva ogni angolo a memoria e avrebbe potuto guidarli anche ad occhi chiusi, descrivendo con perizia ogni millimetro della struttura. Eppure non si sarebbe mai stancato di entrare li dentro.
Continuava a fare da guida turistica solo per poter stare ogni giorno nella whispering gallery; la camera dei sussurri.

«La camera a sussurro è una camera al di sotto di una cupola, di forma circolare o ellittica nella quale i sussurri possono essere chiaramente ascoltati in altri punti della costruzione.
Ad esempio, potete bisbigliare qualsiasi cosa vogliate nel muro della parete, noi non sentiremo nient'altro che un flebile mormorio, eppure chi poggia l'orecchio sul muro potrà chiaramente sentire cosa stiate dicendo» spiega per l'ennesima volta.
«Ora potete provare un po' con il muro, spero che il giro vi sia piaciuto, l'uscita è dopo le scale, a destra. Per favore, le foto qui dentro senza flash» concluse gentilmente.
Una coppia anziana si avvicinò al muro
e iniziarono a parlare e a ridere. Matty li osservava divertito; gli metteva allegria stare li dentro. Poggiò anche lui l'orecchio sulla parete.
Era freddo.
Rabbrividì non appena entrò in contatto con la sua pelle, ma si abituò in fretta.
Sentì un sacco di voci confuse: la coppia che si scambiava dei ti amo, due ragazzini che si divertivano a dire oscenità, altri turisti che si chiamavano increduli. Le solite cretinate insomma.
Si staccò e si guardò intorno. C'era davvero un sacco di gente; preferiva quel posto quando era da solo, era più tranquillo.
Lasciò che i suoi polpastrelli tracciassero qualche centimetro dritto sul marmo freddo, mentre lui procedeva a passo lento in avanti, prima di ritornare con l'orecchio sinistro sul muro.
«Sotto il fardello
di solitudine
sotto il fardello
dell'insoddisfazione
il peso,
il peso che portiamo
è amore»
Sbarrò gli occhi per la sorpresa, riconobbe "Canzone", una delle sue poesie preferite di Ginsberg.
Si guardò attorno cercando di capire da chi potesse essere stata detta la poesia, con una voce così soave.
Aveva un tono gentile, quasi etereo.
Si passò le dita tra i capelli arricciavano il ciuffo, mentre i suoi occhi scrutavano la folla.
Chiunque quelle persone fosse stata, l'aveva persa.
Gli sarebbe piaciuto parlare con qualcuno che apprezzava Ginsberg, come lui. Sospirò.
Unì le mani a coppa, contro il muro, bisbigliando «ti troverò»

 

AYEEE.

Ovviamente essendo il prologo è cortissimo; ma gli altri capitoli saranno lunghi tranquille. Spero che abbiate capito come funziona la whispering chamber c:






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