La madre di Gokudera

di kamy
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Ringrazio anche solo chi legge.

Cap.1 La desidero

La giovane suonava piegata in avanti, le sue dita affusolate sfioravano i tasti del pianoforte e i capelli argentei le ondeggiavano dietro le spalle. Teneva gli occhi chiusi e il suo viso era illuminato dalla luce tremolante di una lampada.

All'ingresso del locale, allo stipite della porta, era appoggiato un uomo. Si grattò un baffo con l'indice ed espirò il fumo del proprio sigaro dalle narici. L'aria fredda della sera aveva un odore umido che si confondeva con quello del tabacco.

Il boss mafioso socchiuse gli occhi, mentre delle nuvolette di fumo si condensavano davanti al suo viso. Si allontanò il sigaro dalle labbra e lo fece ondeggiare, della cenere cadde sul pavimento. Con l'altra mano si strinse la cravatta, mentre cercava di ascoltare la melodia del pianoforte coperta dal brusio delle voci all'interno del locale.

"Signore, sua moglie a casa l'aspetta. La bambina...". Iniziò a dire uno dei suoi uomini.

L'uomo scrollò le spalle e ghignò, mentre entrava nel locale. I suoi occhi si posarono sul collo niveo della pianista, seguì la forma delle clavicole di lei e si deterse le labbra con la lingua. Superò una finestra ed un quadro.

La pelle nivea della giovane faceva contrasto con l'ambiente scuro circostante.

La gente vide il mafioso avanzare, le loro voci si fecero più concitate, parecchi si alzarono dai loro tavolini quadrati e alcuni di loro rovesciarono delle sedie.

La pianista riaprì gli occhi e si voltò, stringendo le labbra. Smise di suonare, mentre il mafioso si metteva una mano in tasca. Giocherellò con l'accendino d'oro che teneva lì e si sedette in una delle sedie. 

La pianista corrugò la fronte. Il mafioso indicò uno dei suoi uomini, alzando e abbassando il dito. Il suo uomo gli si avvicinò, inginocchiandoglisi accanto.

"Desidero che divenga mia. E giurò che l'avrò" gli bisbigliò il mafioso all'orecchio.

Il suo uomo annuì.

"Provvedo" rispose.





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