Killer

di Inu_Ran
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                                   Killer
La pioggia cadeva incessantemente sul suo corpo. I vestiti ormai zuppi erano diventati quasi una seconda pelle per il ragazzo che indifferente all’acqua, che velocemente scendeva, continuava ad osservare la pistola nelle sue mani. Sentì l’arma diventare sempre più pesante. Un peso quasi insostenibile, soffocante. La lasciò cadere nel vano tentativo di eliminare quell’opprimente sensazione. Il rumore dell’oggetto gli rimbombò nelle orecchie coprendo ogni singolo suono. La pioggia cadere, il pianto di Ran, il vento ululare. Nulla riusciva a sentire. Solo quella maledetta arma schiantarsi contro il suolo.
Era fermo, immobile .
Gli sembrava difficile qualsiasi movimento. Ritornò alla realtà solo quando sentì due forti braccia stringerlo.
“Grazie, Shinichi.” Gli sussurrò all’orecchio.
“Mi hai salvato la vita.” Continuò la mora.
“Sei un eroe.”
Shinichi sembrò non comprendere le parole della ragazza. Si domandò se anche lei avesse vissuto la sua stessa esperienza. Si chiese se anche lei avesse visto le sue stesse cose. Eppure era evidente. Lui aveva ucciso un uomo. Perché quando quest’ultimo, con un coltello premuto sul collo della sua amica d’infanzia, aveva attentato alla sua vita, il detective aveva pensato che se non avesse fatto qualcosa l'avrebbe persa. Aveva uscito rapidamente la pistola. Fu veloce, preciso, freddo. Non ebbe nessun ripensamento, nessun tentennamento. Semplicemente prese la mira e sparò. E non lo fece per ferire, per fermare quella mano che stava rovinando la candida pelle della ragazza. Lo fece per uccidere. Il solo pensiero di quello che aveva fatto gli levò il respiro. Si staccò da Ran e si avvicinò al corpo ormai inerme. Si abbassò spostando il peso del corpo sui talloni per poter raggiungere meglio quell’uomo. Pose le dita sulla sua carotide con la speranza che non fosse morto, con la speranza di sentire anche un debole battito. Stupido illuso. Sapeva benissimo che un foro nel cervello l’aveva ucciso immediatamente eppure quel suo lato irrazionale per un momento aveva preso il sopravvento sulla sua mente. Sebbene Ran continuasse a chiamarlo non si mosse da quella posizione incantato da quegli occhi spenti che sembrava lo giudicassero.  Solo quando sentì la polizia arrivare si alzò. Osservò i loro visi felici. E nonostante fosse evidente la situazione, tutti continuarono a ringraziarlo, a chiamarlo eroe. Il salvatore di Ran che senza temere nulla aveva fermato quel criminale. Decise di allontanarsi da loro perché non riuscì più a sopportare quei complimenti che alle sue orecchie suonavano così false.
Osservò le sue mani.
Mani sporche di sangue.
Sangue che neanche la pioggia sarebbe riuscito a lavar via.

E in quel momento capì che lui non era altro che un assassino.
 
Salve a tutti ^.^, dopo non so quanto tempo sono tornata. Avevo voglia di scrivere qualcosa di diverso, di vedere Shinichi in una situazione differente. Mi chiedo quando un crimine diventa giustificato? Quando si decide che la morte di quell’uomo è giusta rispetto ad un’altra? E da queste domande è uscita questa fanfic. Grazie se siete arrivati fino alla fine e se avete lasciato recensioni. Buona serata a tutti =)




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