Diamine. Forse era stata
un po' troppo diretta, non le rispondeva niente...
Ma certo. Gli aveva parlato in italiano, come faceva ad averla capita?
"Piacere, io sono Gorilla. Ti dispiace se viene anche Scimmietta? Lo so
che ha rubato, ma oggi devo badargli per conto di mio fratello..."
Oh? "Scimmietta?"
"Sì, è come si chiama mio nipote."
Ma la vera domanda era...
"Tu parli italiano?"
"No... Mi ha stupito sentire te parlare arabo, sono rari i turisti con
una pronuncia così fluente!"
"No no... Stamattina mi hanno pure dato delle uova in edicola al posto
del giornale da quanto lo parlo male!"E chinò la testa, con
un lieve rossore in viso. E vide che teneva l'artefatto tra le dita,
giocherellandoci. Lo rimise nel marsupio, essendosi assicurata che non
si fosse rovinato durante l'inseguimento.
"Scusa, lasciamo stare, sarà qualche mistero della lingua...
puoi guidarmi ad Uruk?"
"blablaba in arabo"
"Ma... non ti capisco più!"
Il bambino prese l'artefatto e le parlò.
"Ehi, ridammela! È una cosa importante per me!"
"Adesso ti capisco! È una pietra
miracolosa!"esclamò il bambino sorridendo. Gliela porse.
"Pietra miracolosa? ... e Uruk. Forse posso aiutarti, sembra una cosa
interessante! Mio nonno mi raccontava spesso strane leggende del
deserto, e tra queste c'era anche quella delle pietre di
Babele... possiamo fermarci da lui prima di andare ad Uruk se
sei interessata!"
"Ci capisco poco però... va bene! Mi affido alle tue braccia
muscol- sono nelle tue mani!"
Assicurò l'artefatto ad una collana acquistata al mercato e
se lo mise al collo, così da poter avere il suo personale
traduttore tascabile sempre attivo.
Guardò il marmocchio, chinato ad allacciarsi una scarpa.
Magari poteva chiuderlo nel bagagliaio mentre lo zietto non guardava...
Il bambino si voltò e le rivolse un sorrisone a 24 denti.
Rispose al sorriso con una linguaccia mentre lo zio si allontanava per
fare un po' di spesa per il viaggio.
Salirono poi sulla jeep di Veronica e si avviarono.
C'era un silenzio imbarazzante in auto. Lei era imbarazzata, volendo
attaccare bottone ma non trovando come farlo senza sembrare troppo
invasiva. Diamine, perché lui non parlava?
Continuava a guardare fuori dal finestrino. Forse non gli piaceva, o
l'aveva vista mentre litigava col bambino e meditava di lasciare da
sola quella strana estranea.
"Fermati!"urlò Gorilla.
Veronica inchiodò, temendo di aver investito un passante.
Aveva ancora gli incubi da quella volta che aveva tirato sotto un
templare e aveva dovuto far rifare tutto il paraurti dell'auto. Che
siano dannati i cavalieri armati che cercano Graal nei tombini!
"Giuro che non l'ho visto!"
Gorilla scese dall'auto ed entrò in un'armeria.
"Ma cosa è andato a fare?"
"Andare nel deserto è pericoloso, se troviamo soldati ostili
che vagano in cerca di persone da razziare è meglio essere
armati!"
Gorilla tornò indietro dopo qualche minuto e le
appoggiò in grembo una pistola. "Sai sparare?"
"N-no..."rispose. Prese in mano il ferro e lo soppeso. Era freddissima
al tatto, e non si sentiva per niente a suo agio.
"Tranquilla, è inserita la sicura! Appena ci accamperemo ti
darò qualche lezione di tiro. Dovremo fare turni di notte,
ed è meglio tu non ti faccia cogliere troppo impacciata."
Una volta usciti dalle strade della città dovettero superare
un posto di blocco dell'esercito.
Gorilla scese dall'auto, e confabulò per una decina di
minuti con i soldati.
"Secondo te finirà nei guai per portarmi fuori da Baghdad?"
"Vedendo come sei vestita potrebbe spacciarti come sua concubina e dire
che vuole spassarsela con te in periferia, non è
così raro..."
Cosa c'era di male in un top e shorts, diavolo, se deve visitare un
luogo caldo perché coprirsi! Si limitò a lanciare
uno sguardo carico d'odio al piccoletto dalla lingua lunga mentre
attendeva che Gorilla tornasse. Vedendolo di spalle mentre parlottava,
notò come aveva delle belle spalle larghe...
Ripresero il viaggio.
"Cosa hai detto perché ci lasciassero passare?"
La guardò con una faccia colpevole.
"Ho dovuto dire una piccola bugia, fortuna che la tua bella pancia
scoperta mi ha dato l'idea..."
Veronica arrossì. Quindi le aveva guardato la pancia... Fare
palestra nell'ultimo anno stava dando i suoi frutti! Sentì
lo sguardo divertito del bambino dal sedile posteriore.
Inchiodò di colpo facendogli cozzare la testa contro il
sedile.
"Cos'è successo?"
"Niente niente, ho solo evitato di investire una scimmietta che mi ha
attraversato la strada."
"Scimmie? Ma qui non ho mai visto scimm..."
"Allora Gorilla,"iniziò a parlare Veronica dopo aver
accelerato "cosa fai nella vita? Dentista? Avvocato?"
Si guardò i bicipiti e sorrise. "Beh, devo estrarre denti
molto pesanti per aver fatto su tanti muscoli."
Il bambino dietro rise sguaiatamente.
"Lavoravo per una ditta di estrazione di combustibile. Sono stato
licenziato dopo che dei soldati hanno fatto chiudere la fabbrica per
cui lavoravo... Il termine corretto sarebbe fatto esplodere."
"Mi dispiace tantissimo per te!"
"Non farlo. Molti giovani sono rimasti menomati, e ringrazio Dio per
non aver perso qualcosa anch'io... Ora aiuto mio fratello con la sua
famiglia, come puoi vedere!"
E continuarono a chiacchierare fino a sera, quando si accamparono.
"Allora mettiamo su la tenda!"
Montando la tenda Veronica si fece aiutare dal bambino a fissare i
chiodi.
"Oh, scusa, mi dispiace, sono davvero imbranata in queste cose!"
Esclamò dopo aver beccato per la terza volta di seguito un
dito al piccolo. Una per ogni volta che l'aveva messa in ridicolo in
macchina con Gorilla! Per certe cose era proprio una bambina, ma si
divertiva troppo.
"Allora Veronica, pronta per le lezioni di tiro?"
"Sì!"
"Tu piccolino rimani qui, e vedi di mettere su il fuoco per la notte
come ti ho insegnato!"
"Agli ordini!"E l'ometto si mise all'opera. Gorilla prese a braccetto
una Veronica titubante e si allontarono.
"Non useremo come bersaglio Scimmietta, anche se immagino ti possa
piacere l'idea."
"Oh? No, ma cosa stai dicendo!"Forzò un sorriso. "Mi sta
troppo simpatica quella piccola canaglia!"
"Davvero?"
"... no."
"È un bravo ragazzo. Purtroppo ha il brutto vizio di
derubare i turisti..."
"I bravi ragazzi derubano sempre i turisti da queste parti?"
"Se seguito credo nel suo potenziale di bravo ragazzo, mettiamola
così. Ti sarei davvero grato se potessi aprirti di
più e comprenderlo."
Veronica sospirò, sentendosi in colpa. Le strinse una spalla.
"Pronta a fare fuoco?"
Le porse la pistola.
Gorilla appese un bersaglio ad un muro di roccia, e iniziò a
impartire le basi su come tenere la pistola alla sua giovane allieva.
"Tienila con entrambe le mani, il rinculo potrebbe sbalzarti via."Le
sistemò le braccia, in modo che fossero leggermente piegate.
"Ecco, ora prova a premere il grilletto mirando al bersaglio!"
Veronica sparò.
"Uhm, non è successo niente al bersaglio."
"L'hai mancato! Dai, fra qualche tentativo riuscirai a prenderlo
sicuramente!"
Il sole finì di calare, e le prime stelle iniziarono ad
accendersi in cielo.
"Sai, forse basterà la pistola a intimorire la gente, non
dovrai mai arrivare a sparare. Speriamo."
"Sono così una pessima tiratrice?"
"Tu lascia sempre la sicura, che il più vicino ospedale
è a 4 ore di auto, va bene?"
Veronica mise la sicura, e singhiozzò.
"Su, non prenderla così a male! Non tutti hanno il dono
della mira... Poi è la prima volta che tieni in mano una
pistola!"
"Ok."rispose mogia Veronica, strascicando i piedi mentre tornavano al
loro piccolo accampamento.
"Sai, se tutti fossero imbranati come te forse la vita sarebbe
più pacifica qui attorno!"esclamò Scimmietta dopo
essersi fatto raccontare delle goffe prove di tiro di Veronica.
"Uno. Due. Tre. Dieci. Coraggio, non devi arrabbiarti! È un
bambino, e con gravi deficit mentali. O almeno penso sia
così. Argh!"
"Vuoi un altro po' di zuppa, Scimmietta?"gli chiese, forzando il suo
migliore sorriso falso.
Sentì la mano di Gorilla che le carezzava la schiena, si
voltò e lo sentì sussurrare un bravissima. Questo
trasfigurò la smorfia forzata in un sorriso sincero e
compiaciuto.
Finito il proprio turno di guardia, Gorilla la svegliò. Si
alzò, e si mise davanti al fuoco, con la lettera della madre
che non era riuscita a finire di leggere il giorno prima in aereo.
Interruppe la lettura. Un grido squarciò quella notte nel
deserto. Il grido di un bambino!
"Scimmietta!"Esclamò Veronica, scattando in piedi e facendo
cadere la lettera nelle braci.
"Dannazione!"mise mano alla pistola, ed entrò nella tenda.
Gorilla era a terra, svenuto, perdendo vistosamente sangue dal fianco.
Un buco sul terreno vicino ai suoi piedi. Ma quello che
attirò l’attenzione di Veronica fu
qualcos’altro.
Un uomo stava tenendo per il collo Scimmietta.
"Lascia il bambino! O sparo!"urlò, non sapendo esattamente
cos’altro poteva fare.
L’uomo girò la testa a piccoli scatti.
Fissò Veronica per qualche secondo, come per cercare di
metterla a fuoco.
"Merda!"Conscia che se avesse sparato avrebbe peggiorato la situazione,
con un balzo si buttò sull'uomo, dandogli il calcio della
pistola in testa.
Sul punto di impatto, la pelle venne via come carta velina. Un nero
lucido si fece spazio sulla ferita.
"Ma cosa sei?!?"esclamò Veronica, lasciando cadere la
pistola e facendo un balzo all’indietro. La creatura smise di
strangolare il piccolo, facendolo rovinare a terra. Aprì la
bocca. Zanne che non avevano nulla di umano morsero l’aria,
facendo un TEKTEK secco.
Si lanciò su Veronica.
"La chiaveeeeergh!"
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