oblivion

di perseus_jackson_x
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Quarto anno 
 
Will e Nico camminavano mano nella mano mentre il primo sussurrava parole dolci verso il più piccolo. Be', nulla di strano, se non si considera che erano le tre di mattina. 
Sì, stavano insieme, ma no, non lo avevano detto ancora a nessuno. Be', proprio nessuno no, Hazel lo sapeva. 
Hazel era un po' preoccupata, conosceva bene suo padre, non ne sarebbe stato contento. 
Nico anche lo sapeva, ma quando stava con Will tutto era così fantastico. 
Anche quando erano amici era fantastico, ma ora lo era anche di più. 
Trascorrevano le giornate a studiare insieme, stranamente Tassorosso e Serpeverde avevano quasi tutte le lezioni insieme. Stranamente. 
 
diciotto di febbraio. 
Nico e Will erano ad Hogsmeade, avevano in mano una burrobirra ciascuno. 
Faceva davvero freddo, in quel paesino magico, Nico batteva i denti tanto che lo avvertiva.
Will, allora, posò la burrobirra su di un muretto e prese le mani del ragazzo fra le proprie, poi si avvicinò al suo viso e lo baciò lentamente, come era suo solito fare. Nico non sentiva più così tanto freddo. 
Will poco dopo si staccò, le labbra arrossate dal bacio. 
Con voce roca gli sussurrò: «Diventa il mio ragazzo», Nico quasi cadde. 
No, okay, Nico cadde ma non per la richiesta del ragazzo. Un gatto nero con una luna argentea sulla fronte gli aveva morso un polpaccio. 
Nico tremò dalla paura, conosceva quel gatto, anzi quel non gatto. 
«Papà» aveva detto, quando il gatto si era posto dinanzi a loro. Poco dopo si trasformò in un uomo. 
Un mago molto alto, i capelli lunghi neri con striature argentee ricadevano perfettamente pettinati sulle spalle, gli occhi verdi severi sembravano rimproverare i ragazzi, la bocca serrata sembrava far invecchiare l'uomo. Aveva con sé un bastone di ossidiana, almeno così sembrava.  
«Nico» l'accento italiano era molto più forte messo a confronto con il figlio. 
«Cosa ci fai qui?» Nico si alzò dal suolo innevato, scuotendo dai vestiti la neve, Will lo imitò impaurito. 
«Non posso venire a trovare mio figlio?» la sua voce era severa, come il suo sguardo. 
«Cosa succede ora? Persefone non è con te?» lo sguardo dell'uomo sembrò scongelarsi, come la neve che Nico non si era accorto di avere tra i capelli. 
«Oh, sì, Persefone. Be', lei è da sua madre, sta molto male» sorrise, come se fosse davvero felice di quello che aveva detto. 
«Chi è questo giovanotto?» aveva chiesto in seguito. 
«Lui è Will, un mio amico» Will si sentì deluso, insomma, gli aveva appena chiesto di diventare il suo ragazzo. 
«Possiamo parlare da soli, Nicola?» Nico sbuffò, ma annuì. Will sentì da lontano: "Non chiamarmi Nicola"
Non capì molto della conversazione, essendo lontano dal fulcro di essa. Sentì solo Nico urlare, il rumore di uno schiaffo e i passi di Nico che tornava da lui, con una guancia arrossata. 
«Va tutto bene?» gli aveva chiesto, accarezzandogli la guancia arrossata. 
Il moro annuì soltanto, baciandogli poi la mano che gli dava cure. 
 
 
Nico aveva sette giorni, sette ridicoli giorni per abbandonare l'amore della sua misera vita, una delle poche cose belle che poteva definire sue. 
 
«Non provare a portare disonore nella nostra famiglia» gli aveva detto il padre, una volta lontani dal biondo. 
«Cosa?» chiese, non capendo, corrugando la fronte. 
«Devi lasciare il ragazzo, non puoi stare con un maschio, va contro natura» aveva poi continuato il padre. 
«Parli di noi -disse riferendosi a lui e Will- come di un disonore per la famiglia, ma guardati. Hai ucciso la tua prima moglie nonché mia madre, hai ingravidato una donna e poi abbandonata, e quando ti ha portato Hazel volevi rifiutarla. Hai sposato una donna solo perché è ricca, e non vedi l'ora che sua madre muoia per impossessarti dell'eredità. Amare una persona non è un disonore, è la cosa più bella e pia che posso esistere» stava urlando, in aggiunta aveva le lacrime agli occhi. Il padre, però, alzò una mano e velocemente la diresse verso la guancia di Nico. Gli aveva appena dato uno schiaffo 
«Non sai neanche di cosa stai parlando, Nicola, hai solo quindici anni. Hai sette giorni, lascia il ragazzo, poi ti considererò di nuovo mio figlio» poi scomparve, lasciando in Nico una ferita quasi impossibile da rimarginare.
 
24 di febbraio. 
«A cosa pensi?» fu il biondo a parlare, lasciandogli un bacio sulla guancia. 
Nico fu risvegliato dal turbine di pensieri, gli sorrise e si avvicinò alle sue labbra baciandole. 
«Al fatto che non ti ho ancora dato una risposta» Will corrugò la fronte, confuso. 
«Lo voglio, Will, voglio essere il tuo ragazzo» poi Will gli era saltato addosso, e lo aveva riempito di baci. 
«Will, io ti amo, lo sai?» il diretto interessato annuì sorridendo. 
«Ora dovrò fare una cosa, ma ricordatelo e non dimenticarlo mai, io non lo farò. Sarai il mio più grande amore, Will, forse l'unico» Nico incominciò a piangere, ma Will non osò fiatare. 
«Ti amo ogni giorno di più, amo tutto di te. Amo i tuoi capelli» e lasciò un bacio su di essi «amo i tuoi occhi» baciò entrambi «amo il tuo naso» ripeté l'azione su di questo «amo le tue labbra» su queste di soffermò un po' più del dovuto, a causa del biondo. «Amo le tue mani» intrecciò le proprie dita in quelle del ragazzo. 
«Ti amo così tanto che preferirei che tu ti dimenticassi di me, anziché tu soffrissi a causa mia. Anzi, io non voglio proprio vederti soffrire» si concesse un ultimo bacio, fu per lui il più bello. Fu dolce, lento, per niente volgare. 
«Ricordati solo che ti amo» poi si staccò dalle sue labbra e gli sussurrò all'orecchio l'incantesimo oblivion e Will si sentì cadere, non riusciva a capire nulla solo una voce che gli sussurrava lentamente che lo amava. 
 
 
«Will! Diamine, svegliati» una voce lo fece sussultare e poi aprire gli occhi. Dinanzi a lui si presentò un ragazzo asiatico abbastanza robusto, era il suo compagno di stanca: Frank. 
«Frank, che c'è?» aveva chiesto, stropicciandosi gli occhi e sbadigliano. 
«Sono due giorni che non ti svegli, pensavamo tutti fossi morti. Sai come sarà preoccupato il tuo migliore amico?» Will alzò le spalle, per dire che se ne fregava. 
«Sì, certo, ora te ne freghi. Ma quando Nico ti ucciderà, non te la prendere con me!»
«Nico? Il Serpeverde?» Will alzò il sopracciglio destro, confuso. 
«Sì, il Serpeverde, nonché tuo migliore amico da cinque anni. Hai bevuto qualcosa? Non è che hai preparato una pozione polisucco in mal modo?» Will non riusciva a capire, o meglio a ricordare. Sentiva che qualcosa dentro di sé mancava, ma ovviamente non sapeva cosa. 
Nico era il suo migliore amico? Non lo credeva possibile, non aveva ricordi di loro due. Frank doveva essere impazzito. 
 
 
21 di maggio. 
Nico aveva pensato al suicidio più di una volta, ma non avrebbe mai dato quella soddisfazione a nessuno. 
Stava talmente male, che neanche il cibo babbano -come quello che mangiavano lui e Bianca- riusciva a rallegrarlo. 
Nico vedeva Will ovunque, lo sognava addirittura. 
Piangeva tantissimo da quando l'aveva perso, qualcosa dentro di lui si era spezzato e non credeva si sarebbe mai più aggiustato. 
Quel giorno lui e Will avevano storia della magia in comune. Il prof era talmente vecchio, che si addormentava mentre spiegava. Nico lo imitava, ma ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva il suo sorriso. 
«Ehi, Nico, posso parlarti?» gli aveva chiesto la sua voce, facendo rabbrividire il moro. 
«Spara» rispose, non avendo neanche il coraggio di girarsi. 
«Be', è una cosa imbarazzante in realtà, ma va bene ora te la dico. Per caso mi ami?» Nico strabuzzò gli occhi, gli domandò perché glielo chiedesse. 
«Faccio sogni, la notte, in cui ci sei tu che dici di amarmi e vorrei solo capire se sono pazzo» Nico si sentiva leggermente appagato, ci era riuscito. Aveva cancellato tutto di sé nella memoria del ragazzo, ma non aveva avuto il coraggio di togliere i 'ti amo'. 
«Credo tu sia pazzo d'amore per me e il tuo subconscio te lo sta facendo notare» rispose Nico, sorridendo ironico. 
Will arrossì talmente tanto da sembrare un peperone, poi scappò via, lasciando un Nico stranamente contento. 
 
 
 
Quinto anno 
 
ventotto di gennaio 
 
Era il suo compleanno, aveva finalmente compiuto sedici anni. Nico non si sentiva affatto grande, non si sentiva affatto più maturo, si sentiva esattamente come il giorno precedentemente. Solo e senza Will. 
Tutti i Serpeverde gli fecero gli auguri, era diventato abbastanza importante da quando era il cercatore della squadra di Quidditch. 
Tutti lo consideravano il miglior cercatore di tutti i tempi, meglio anche di Potter. 
Will quella mattina si svegliò da un altro sogno strano, c'era sempre Nico nei suoi sogni, come nelle notti precedenti. Aveva sognato un loro quasi bacio nelle stanza dei trofei, che strano, si ritrovò a pensare. 
Non sapeva il perché ma gli aveva fatto un regalo, si sentiva in dovere di farlo. Okay, non era proprio un regalo, ma una torta. Era tutta gialla, eccetto una scritta in glassa nera che recitava 'Sunshine'. Non sapeva perché l'aveva scritto, ma doveva farlo. 
Aveva praticamente girato tutta Hogwarts per trovarlo, ma niente, Nico Di Angelo era sparito dalla circolazione. 
Chiese pure al suo compagno di stanza, Leo Valdez, dove si trovasse, ma lui alzò le spalle. Serpeverde idiota, pensò. 
Quando si arrese, dopo un'ora circa, andò verso il campo di Quidditch. Lì si stavano allenando i Tassorosso, tra i quali c'era anche Frank. 
Notò tra il piccolo pubblico due testoline note, una riccia e color caramello, l'altra liscia e nera. Corse verso di loro e li salutò, con il fiatone. Pose la scatolina al ragazzo e gli augurò tanti auguri. 
Nico quasi pianse quando vide ciò che gli aveva preparo Will, stava forse recuperando la memoria? Una parte di sé si auguro di sì. 
«Grazie Will, è buonissima» gli sorrise il Serpeverde. 
«Mi fa piacere che è di tuo gusto, ora vado. Ciao Hazel, ciao Sunshine- cioè, ciao Nico» Will corse via, non notando le quasi lacrime di Nico. 
 
 
Sesto anno
quattordici di agosto 
 
Will quell'estate era rimasto in Inghilterra da sua madre, non sapeva neanche lui il perché. Suo padre, per premiarlo per i suoi esami andati benissimo, gli aveva proposto il giro delle Americhe magiche. 
Era il giorno del suo compleanno, aveva ricevuto lettere di buon compleanno da moltissime persone. Mentre le poneva nel cassetto della scrivania Will trovò una scatola rossa. Non ricordando cosa contenesse l'aprì e vide che si trattava di altre lettere, di lettere di amore, di lettere da parte di Nico. 
Quando toccò una di esse qualcosa nel suo corpo fece un ding, come se tutti i pezzi avessero trovato il loro posto e tutto ora aveva senso. 
Prese subito carta, piuma, inchiostro e incominciò a scrivere. 
"Caro Nico, 
vorrei parlarti una volta a Hogwarts. 
Tuo, 
Will"
Lasciò la lettera al suo gufo, Sunny, poi andò a dormire. 
 
 
 
Settimo e ultimo anno. 
 
Primo di settembre. 
 
Will non vedeva Nico da nessuna parte, e se fosse tornato in Italia? I suoi pensieri furono interrotti quando lo vide, assieme a sua sorella, più bello di quanto ricordasse. 
«NICOLA DI ANGELO» aveva urlato, imitando la voce del padre con ottimi risultati. 
«Papà ti ho detto di non chiamar- Will» i due si guardarono negli occhi, Nico si perse come sempre nelle due pozze celesti. 
Poi Will prese Nico  per il colletto della camicia e lo gettò, non violentemente ovviamente, contro un muro della scuola. 
«Cosa stai facendo?» chiese Nico, cercando di ribellarsi senza successo. 
«Prova ancora a cancellarmi la memoria ed io rapisco Mrs O'leary» prima che il moro potesse rispondere, Will lo baciò. Sentivano entrambi che tutto questo era giusto, loro dovevano stare insieme. 
«Nico, io credo di essermi innamorato di te» 
«Gay ingenuo» gli sussurrò all'orecchio, prima di baciarlo di nuovo. 
«Ah, e per la cronaca, io ti ho amato per primo!» il biondo rise, ricordando perfettamente che questa scena era successa già  anni prima. 
Ormai era ufficiale, i due erano una coppia, tutti lo sapevano e non potevano essere più felici di così. 
«Will Solace e Nico Di Angelo siete in punizione» la voce di una donna di mezz'età li fece sobbalzare, passarono il loro primo giorno da fidanzati a pulire le tane dei gufi. 
 
 
 
 
 
 
ED È FINA QUESTA MINI LONG, PIANGO. 
VI È PIACIUTA? FATEMELO SAPERE CON UNA RECENSIONE. 
Vorrei scrivere un'altra Solangelo, magari sempre AU ma non su Hogwarts, che ne pensate?
Ora vado, un bacio 
-Alessia 











 




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