Stanze vuote
luce fioca e ricordi indelebili.
Volti stanchi
mani che nessuno accarezza
occhi che nessuno legge.
Labbra secche
parole troncate dalla vita
che si sgretola nelle mani di chi fa finta di non vederti
di non sentirti, di non capirti.
Corpi che nessuno ama
seni che nessuno accarezza
ventri che nessuno bacia.
Menti contorte
sentimenti occultati, ambigui.
Risate che nessuno ascolta
lacrime che nessuno asciuga con l’accortezza di un mignolo
che percorre piano ciò che il bagnato bagna
ciò che la tristezza traccia in trasparente che diventa grigio.
Il tempo che ti logora l’anima
l’anima che ti logora la mente
la mente che consuma l’essere.
Un sorriso dipinto sulla tela della tua esistenza
una mano che non accarezza
ma abusa, smembra
e uccide piano
come fosse quella la vittoria.
Stanze che puzzano
odori che si fondono in te
e percuotono il filo dei pensieri tuoi
che tremano, galleggiano e stanno lì
inermi.
Percosso il corpo di chi zittisce
il grido straziante che rimbomba nella gabbia toracica
che si abbassa
e si solleva
che si abbassa
e si solleva
secondo il ritmo decadente di chi vive
ma ancora per poco.
Tieniti la vita fra le mani
abbraccia quello che sei stato prima di partire
e scrivi il tuo nome sul palmo della mano
nel caso ti scordassi che dietro quella lettera in maiuscolo
ci sono le parole di una vita, le complicanze di tutti i mesi
e i muscoli che adesso sporgono
ma ti raccolgono quando stai a terra
e sai cavartela da sola. |