La mia piccola, debole bambina di EsseTi (/viewuser.php?uid=61342)
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La mia piccola, debole bambina
Tutto intorno a me, un pallone che mi circonda, tutto è
ovattato. Non ci posso credere.
Ho sentito chiaramente la parola "incinta" provenire dall'altra parte
del telefono che Carlisle sta stringendo convulsamente tra le mani. E
sono più che sicura che quella fosse la voce di Bella. Bella
incinta. Bella che ho odiato, Bella che ho invidiato...la stessa Bella,
dopo aver ottenuto una cosa che non ero riuscita ad avere, l'attenzione
di Edward, sta ottenendo la cosa che più ho desiderato e
desidero al mondo. Un figlio. Un piccolo da cullare, da amare, da
allattare, che magari avesse anche i riccioli neri e le fossette. Un
figlio che non potrò mai avere. Ma lei si. E allora
perchè adesso sono tutti così agitati?
Perchè Esme
non fa altro che passarsi la mano tra i capelli?
Perchè Alice si mordicchia nervosamente un dito mentre
Jasper con una mano sulla sua spalla cerca di calmarla?
E perchè Emmett guarda i miei occhi, sicuramente vitrei e
persi
nel vuoto, e le sue labbra si muovono come se stesse parlando?
Deve esserci sicuramente qualcosa che non va: mi sforzo per riportare
la mente alla realtà e distinguo la voce di Emmett.
- Rose, amore, mi ascolti? Dai, andiamo a caccia? -
Lo metto a fuoco, e per la prima volta leggo nei suoi occhi
un'espressione preoccupata: il mio scimmione. Lo fa per me, vuole
portarmi via da quella casa, via dalla notizia di una prossima
felicità in famiglia, una felicità a me negata.
Vorrei
poter tappare le orecchie di Esme in questo momento. La mia sofferenza
non posso impedirla, è una punizione, una dannazione: ma
vorrei
soltanto poter sottrarre lei dal ricordo di quel figlio perduto,
portarla via, e dimostrarle così quanto bene le voglia. Con
un
gesto deciso allontano Emmett, mi concentro sulla voce di Carlisle.
- Passamelo - dice con fare professionale. Credo che voglia parlare con
Edward.
E infatti dopo neanche un secondo, la voce di mio "fratello" esce dal
ricevitore. Sono solo due parole: "è possibile?". E' teso,
lo
sento anche se non posso vederlo. Dovrebbe essere felice, saltare di
gioia, essere con sua moglie a festeggiare invece di perdere tempo in
sciocche telefonate. Ma guardando le espressioni di tutti, mi convinco
di essermi persa qualcosa durante il mio trance, non è
possibile
tutta questa agitazione in condizioni normali. Carlisle mantiene sempre
il tono professionale mentre illustra velocemente ad Edward la
situazione.
- Si tratta di una situazione a dir poco unica, Edward..non credevo
fosse possibile, come sai un vampiro e un'umana non arrivano mai a
instaurare un rapposto fisico di questo tipo, quindi...beh, non
è mai successo..ma da medico, i segnali sono chiari, Bella
è incinta...tuttavia la cosa che mi preoccupa è
che si
trovi a uno stato di gravidanza già così
avanzato, a
quanto pare la creatura cresce più rapidamente del normale,
deve
essere dovuto al fatto che tu sia un vampiro, alla nostra
natura...cresce più velocemente del normale, è
probabile
che nasca anche prima del normale..devo fare delle ricerche... -.
Sempre un tono professionale,impassibile, ma alla fine della
conversazione posso leggere una nota di...curiosità?
La voce di Edward, di nuovo poche parole, si informa di quale
sarà la sorte di Bella. E questa volta Carlisle fa
una pausa,
molto lunga, e sospira.
- Non lo so Edward, ma se la gravidanza continua di questo passo la
creatura potrebbe raggiungere dimensioni eccessive per il suo corpo,
potrebbe...farle del male...e del parto, non sappiamo
nulla..è
pur sempre in parte vampiro, non so quale potrebbe essere la
sua..alimentazione. Per il bene di Bella, Edward, credo che sia
meglio...bloccare il suo sviluppo, non so se mi capisci..naturalmente,
sempre che voi siate d'accordo... -.
Una fitta allo stomaco, non credevo che sarei mai stata capace di
provare una cosa del genere da vampira. Carlisle vuole liberarsi del
bambino, ed Edward ha dato il suo assenso. Evidentemente anche Bella
è d'accordo. Non ci credo. Teme per la sua vita a tal punto
da
liberarsi di suo figlio, della cosa più bella che una donna
possa avere. Come può una madre fare una cosa del genere?
- Rose! -
Scrollo il capo, Emmett mi sta tenendo le braccia strette in vita.
Sposto gli occhi in basso, seguendo lo sguardo di Esme che mi ha
richiamata. Ho frantumato una parte del mobiletto attiguo alla parete,
senza rendermeno conto.
- Rosalie, cara...cosa... - mi si rivolge Esme con fare materno. Ma ha
frainteso, non mi importa nulla che Bella sia incinta adesso, la rabbia
ha preso il sopravvento. Mi divoncolo dalla presa di Emmett, che
finalmente mi lascia libera.
- Come può fare una cosa del genere? Un figlio è
il
dono più grande che una donna possa ricevere e lei
se ne
sbarazza così, senza pensarci! Lo ha sentito muoversi dentro
si
sè, lo ha concepito, e adesso lo toglie di mezzo soltanto
per
salvarsi la vita! Non posso tollerarlo! IO non avrei mai fatto
una
cosa del genere! -
Se solo potessi piangere, in questo momento i goccioloni scenderebbe
con forza, spinti dalla rabbia, dalla tensione, dal rimpianto. Io mi
odio, odio tutto quello che sono e odio Bella perchè
preferisce
vivere da sola per l'eternità piuttosto che provare la gioia
dell'essere madre.
- Rose..non credo che Bella sappia della decisione di Edward, ma
è necessaria..questa creatura, questa cosa, potrebbe... -.
Non
lascio finire Carlisle. Non dopo quello che ha detto.
- Questa cosa? Cosa? Diamine
è un bambino! Una creatura vivente, come fate a
chiamarla cosa? Il fatto che suo padre sia un vampiro, non vuol dire
che non sia un bambino! Ha lo stesso diritto di vivere che abbiamo
noi, anzi molto di più! Esme, non puoi lasciarglielo fare!
-
sbotto urlando. Non riesco più a fermarmi, se qualcuno
dovesse
avvicinarsi a me adesso lo sbranerei senza pensarci. Esme mi lancia uno
sguardo dispiaciuto, ma scuote la testa, tenendo gli occhi
bassi.
- Io non posso dire nulla, Rose, dobbiamo pensare alla vita di
Bella..vedrai, non appena torneranno a casa e le diremo che la cosa
migliore è...uccidere il bambino, lei capirà...
-. Non ne
è convinta neanche lei, lo so. Altrimenti non avrebbe mai
parlato senza guardarmi negli occhi. Si vergogna a dirlo, ma
tiene
troppo a Bella per mettere in gioco la sua vita. Mi scappa una
risata isterica.
- Davvero? Capirà, dite? Magari capirà davvero,
chi lo
sa..ma tra 40 anni, tra un secolo, non passerà giorno senza
che
rimpianga quello che ha perso irrimediabilmente, tutto per colpa
vostra! E allora non avrete più il coraggio di guardarla in
faccia! -
Abbassano tutti lo sguardo, sanno benissimo che ho ragione . Uno a uno,
tutti loro, sanno cosa ho vissuto, cosa provo, sanno cosa ci fa
quell'abito da sposa imbrattato di sangue nel mio armadio,
e nessuno ha
mai fatto domande. Ma io lo so, Bella non dimenticherà mai,
rimpiangerà per sempre quello che ha perso e presto
imparerà ad odiare Edward, considerandolo l'unica causa dei
propri problemi. Ed odierà tutti noi, che non l'abbiamo
aiutata.
La nostra vità andrà a rotoli, la
famiglia si
dividerà, Edward rimarrà di nuovo solo. E non
riesco a
provare pena per lui, non dopo quello che ha deciso di fare. Si
meriterebbe questo futuro che ho immaginato, si meriterebbe di bruciare
all'inferno. D'altronde, lui lo dice sempre di essere destinato alla
dannazione.
Ma prima non lo era, era soltanto un povero ragazzo solo che non
accettava la propria condizione di vampiro. Ma adesso, oh se
può
dirlo! Adesso deve bruciare all'inferno, dovrà ricordarsi
per
l'eternità ogni singolo istante, dovrà bruciare
nel
ricordo di quello che ha distrutto. E all'improvviso, il suono del mio
cellulare mi distrae: chi può essere? Nessuno a parte i
menìmbri della mia famiglia possiede il mio numero di
telefono.
Ancora ansante, mi sporgo per prenderlo: è il numero di
Edward.
Cosa vuole? Il mio permesso di fondare il club: voglia di mamma?
Rispondo utilizzando il tono di voce più gentile e cortese
che possiedo.
- Pronto? -
Ma sono stupita quando la voce che sento non è quella di
Edward.
- Rosalie? Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi. -
Bella. Bella che vuole il mio aiuto.
- Che c'è? -
Sono dura, acida, ma la rabbia non è ancora sbollita.
- Non ho molto tempo per parlare, Edward potrebbe tornare da un momento
all'altro..vuole sbarazzarsi del mio bambino, Rosalie, non posso
permetterglielo, io..io lo voglio questo figlio, più di ogni
altra cosa al mondo..sono pronta a dare la vita per lui.. -
Non ci credo. No, non posso restare in questa casa. Stare qui a vedere
Bella tornare, sentire le sue urla di protesta quando faranno del
male al suo bambino, sentire l'urlo straziante di
una madre
distrutta..non
posso. Deglutisco sonoramente.
- E io cosa posso fare? -
- Edward non si fermerà davanti alle mie richieste,
farà
di tutto per proteggermi da me stessa e io..io sono umana, non posso
battermi con
lui, basterebbe una sua sola mano per immobilizzarmi e fare del male al
bambino..ho bisogno che tu mi protegga, Rosalie..so che io e te non
siamo mai state ottime amiche, anzi non siamo mai state affatto amiche
ma..ti chiedo, in nome del mio bambino, di proteggere il mio corpo
affinchè possa crescere.. -
Mi sta implorando. Se non fosse stata una cosa importante, Bella non mi
avrebbe mai implorato. Ho sempre creduto che avesse addirittura paura
di me. Sa di non poterlo chiedere a nessuno se non a
me: Esme si schiererebbe con Carlisle, ed Alice le vuole troppo bene
per metterla in pericolo. Invece, sta sfruttando due cose
contemporaneamente: il nostro cattivo rapporto e il mio rimpianto per
quel figlio che non posso avere. Sa che non mi importerebbe nulla di
vederla morire pur di dar la vita a quel bambino: e, sarò
egoista, ma ha ragione. Possono dire tutto di me: che sono
egiosta, superficiale, egocentrica. Ma per un bambino, darei anche la
vita dannata che possiedo. E questo è esattamente quello che
mi
guida nella mia decisione.
- Vi proteggerò io, Bella..nello stesso istante in cui
varcherai
la soglia di casa, non mi staccherò mai da te... -
Ho preso la mia decisione, non potrò mai avere un
figlio.
Ma non posso permettere che questo bambino non veda la luce.
- Sei sicura di quello che stai per fare, Rose? Ti stai per mettere
contro tuo fratello... -
Carlisle mi poggia una mano sulla spalla, ma mi divincolo facilmente,
il rumore di una macchina inchioda nel vialetto. Il momento
è
arrivato, da adesso in poi non avrò occhi che per lei. Dopo
la
nostra telefonata, tutta la famiglia si era piegata alla mia decisione.
E se non lo avessero fatto, non mi sarebbe importato nulla. Il bambino
è l'unica cosa che importa. Loro non possono capire, nessuno
può capire, neppure Esme. Lei ha potuto vivere la
gravidanza, la
gioia di portare dentro di sè un bambino. A me non
è
stato concesso neanche quello. Eppure, desideravo solo un bel bambino e
una vita felice, nulla più. Ma il destino non ha voluto.
Beh,
è ora che il destino si pieghi al mio di volere. Mi sforzo
di
pensare alla bella
giornata di sole nello stesso istante in cui la porta si apre. Si
tratta di continuare la recita ancora per qualche minuto, poi tutto
sarebbe stato spiegato.
- Edward! Bella! -
Questa volta è la voce di Esme a riportarmi alla
realtà e
metto a fuoco le figure davanti a me. Edward è sempre lo
stesso,
le occhiaie scure sotto gli occhi sembrano ustioni, ma a catturare lo
sguardo sono sembra dubbio gli occhi, pozzi colmi di sofferenza. Se non
stessi lottando per qualcosa di tanto importante, non oserei mai
mettermi contro di lui. E poi guardo Bella: non è come me la
ricordavo, le occhiaie sotto gli occhi
sembrano quelle di una vampira. La trovo un pò
più magra,
e il suo addome più pronunciato del normale: Edward la
sorregge,
come se facesse fatica a camminare. Adesso capisco a cosa si riferiva
Carlisle quando parlava di stato di gravidanza avanzato. Incrocio i
suoi occhi, sono spaventati come quelli di un animale che vede la morte
vicina: sfrutto il momento di distarzione di Edward per farle un cenno
rassicurante. Non avrei permesso a nessuno di farle del male. E il suo
sguardo, non ha fatto altro che incrementare la mia convinzione. Bella
ama questo figlio, lo desidera profondamente e non
permetterò a
nessuno di infliggerle la stessa sofferenza che è stata
destinata a me.
Aspetto che vadano tutti a salutarli: Alice, aggrazziata e veloce come
un folletto, Carlisle, lento e paterno, Esme, preoccupata e nervosa,
Jasper, cauto e infine Emmett, rigido come un tronco. Lo so,
è
preoccupato per me, ma paradossalmente è l'unico
che
può capirmi: c'era lui ad accarezzarmi quando per circa 20
anni
non ho voluto fare l'amore con lui, c'era sempre lui quando perdendomi
nei miei pensieri rivedevo quegli uomini che mi toccavano, e ancora era
lui a offrirmi il suo corpo quando volevo sfogare la mia rabbia su
quacluno. Era sempre lui, e gli sto facendo del male: ma non mi
importa. Alla fine, avanzo anche io:
raggiungo Edward, abbracciandolo, e infine Bella, stringendo stretta
anche lei, in un gesto che vuole essere di conforto. E cala il
silenzio.
Ormai manca poco, tendo i muscoli pronta a scattare al minimo problema.
L'aria è tesa, tanto da poterla immaginare come una
nebbia
densa da poter tagliare con un coltello. E' Edward a rompere
quell'atmosfera, avvicinandosi a Carlisle e a bisbigliarli qualcosa
troppo velocemente perchè le orecchie di Bella possano
coglierlo. E il suo cuore inizia a battere all'impazzata, spaventato:
ma ci sono io, non permetterò a nessuno di farle del male.
Carlisle la guarda con un sorriso affabile tendendole la mano.
- Vieni Bella...è il caso che ti visiti..sei un
pò dimagrita.... -
Cerca di rassicurarla, non vuole che scoppi quello che sono certa
è destinato a succedere, ma Edward non è dello
stesso
avviso: vede Bella arretrare, spaventata, e fraintende il suo
smarrimento. Le stringe una mano tra le proprie.
- Bella, amore, non preoccuparti..vieni qui, tra poco Carlisle ti
libererà di quella cosa.. -
Il suo tono vuole essere rassicurante: ho un attimo di smarrimento,
sentirlo al telefono e guardarlo davanti ai miei occhi provare
quell'odio profondo per il proprio figlio mi lascia sgomenta. Non posso
credere che quello sia lo stesso Edward che ho visto silenzioso suonare
il pianoforte da solo per anni, che si è battuto per salvare
la
vita della donna che ama da James, che aveva deciso di morire per mano
dei Volturi quando gli avevo detto che la sua donna era morta, che
sorrideva sognante e terrorizzato al proprio matrimonio. Quello non
può essere lo stesso Edward. Il suo cuore non può
essere
tanto oscuro da desiderare la morte di una creatura innocente. Non
posso crederci. E negli occhi di Bella, il puro terrore. Forse, solo
adesso lo vede come un predatore.
E' un attimo, soltanto uno: Edward è troppo distratto dal
terrore sul viso di Bella, e tendo i muscoli scattando tanto
velocemente che non mi vede nessuno. Salto verso il braccio di Edward,
liberando la mano di Bella dalla sua morsa e mi fermo davanti
a lei, in
posizione di difesa, ringhiando. Edward si accuccia, ringhiandomi
contro in risposta.
- Edward! Rosalie! - urla Esme spaventata. Il ringhio di Emmett ci
raggiunge, sonoro, ma non ce ne curiamo.
Edward mi mostra i denti, ma riesco a coprire del tutto l'esile figura
di Bella dietro di me, tenendo d'occhio tutti gli altri
affinchè
non le facciano del male.
- Lascia stare mia moglie, Rosalie - sibila Edward irritato. Raddrizzo
la schiena mettendomi in piedi, circondando Bella con le braccia. La
sento poggiare la testa sulla mia spalla, finalmente
sollevata. Noto le
sue mani, sono corse istintivamente a proteggere il ventre: la rabbia
mi monta di nuovo dentro. Non avrei permesso a nessuno di farle passare
quello che sto passando io.
- Qui dentro non sono io quella che vuole farle del male, Edward - dico
a denti stretti, cercando di calmarmi. Il profumo di Bella è
tremendamente buono, averlo tanto vicino mi lascia scombussolata, ma
non posso farle del male, ucciderei il bambino che porta in grembo.
- Che cosa intendi dire? - mi chiede lui con studiata lentezza. Stringo
ulteriormente Bella a me, sentendola tremare. Forse sono troppo fredda
per lei. Ma averla poggiata contro il mio petto fa si che non riesca a
lasciarla.
- Ti sei preoccupato di chiederle cosa ne pensa? Hai mai pensato che
probabilmente lei questo bambino lo vuole? No, Edward, ti sei
preoccuato solo di te stesso! - gli urlo contro. Un altro
ringhio.
- Non ce n'è bisogno, Rose, Bella è
d'accordissimo con
me.... - mi dice in risposta. Ma nella sua voce c'è una
punta di
esitazione, deve aver percepito i pensieri di qualcuno.
- Se davvero lo fosse stata, non mi avrebbe telefonato implorandomi di
proteggerla..da te. - rispondo tranquilla, stringendo il fragile corpo
di Bella, che abbassa lo sguardo per non incontrare quello di suo
marito. Edward avanza, ma non lo faccio avvicinare. Non mi importa se
vuole parlare, ho promesso a Bella protezione. E questo implica nessun
contatto con suo marito fino alla fine della discussione.
- Bella? Che cosa sta dicendo Rosalie? -.
E' solo una domanda retorica, Edward sa benissimo cosa ho detto e ha
capito cosa è successo. Vuole soltanto sentirselo dire da
sua moglie. Non gli stacco gli occhi di dosso mentre
sento il corpo di Bella tremare e il suo capo alzarsi. Trema tanto che
la voce le esce spezzata.
- Edward...mi dispiace,
ma....per
tutto questo tempo sono stata disposta a morire per te...ma adesso non
sono più disposta a darti retta, ad accettare i tuoi
compromessi..adesso in ballo c'è una posta più
alta...io
lo voglio questo bambino... -. Edward la fissa a occhi spalancati e
adesso non so è più la furia, il dolore,
l'incredulità a far da maestro. E inizia a
balbettare, a
fremere, a camminare intondo scompigliandosi i capelli.
- Io....io..Bella, non
puoi
desiderare di morire! Cosa farò io se dovesse succederti
qualcosa! Quella..cosa..potrebbe farti del male! Non essere sempre
testarda! - sbotta poi all'improvviso. Bella nasconde il viso nel mio
petto, la sento singhiozzare. Se per Edward questo è un
possibile segno del suo cedimento, per me invece non è altro
che
una causa in più per combattere.
- Quella cosa, Edward?
E' un
bambino! Non una cosa! - urlo stringendo ancora Bella a me. Edward
soffoca un ringhio per non spaventare sua moglie, ma non ce la fa.
- A te non importa nulla
di lei,
Rose! Non ti importa se morirà! -. Si, è vero. Ma
ormai ho fatto una promessa.
- Non sono
così superficiale
ed egoista da non curarmi della sua vita, Edward..ma se tu adesso
uccidi questo bambino, lei vivrà per l'eternità,
si, come
vuoi tu..ma vivrà nel rimpianto costante di quello che ha
perso...e sarà tutta colpa tua.... - dico lentamente,
sperando
di colpire nel segno. E forse, almeno un pò ci
riesco. Non
voglio dargli tempo di pensare. - Le ho fatto una promessa..e non ho
intenzione di romperla...sono disposta a tutto, anche a dare la
vita.... - dico in un sussurro.
Ed è il colpo
di grazia.
Edward si volta a fissare Bella negli occhi. E nei suoi, neri come la
pece, arde il fuoco dell'inferno.
- Bella.... - la implora.
- Scusami, Edward...ma
te lo
prometto, un giorno mi ringrazierai... - sussurra lei debolmente. Poi
si avvicina al mio orecchio. - Rose...mi sento male, credo di aver
bisogno del bagno... - mi dice piano. Annuisco, scortandola verso il
piano superiore.
Tenerla stretta,
avvertire il suo calore, sentirla così debole, mi fa
sentire.....madre.
Per la prima volta, sono
responsabile di una vita. Di un essere umano che dipende da me.
E mi convinco, che alla
fin fine non lo sto facendo solo per il bambino.
No, lo sto facendo anche
per me.
Perchè adesso
mi sento madre.
Perchè per un
pò..beh, Bella sarà la mia piccola, debole
bambina.
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