Questa shot
la dedico
a Mergana, spero che ti piaccia.
Come sempre
leggete,
recensite, commentate e….
A rileggersi.
Si dovevano salvare le apparenze, le
forme, le vecchie
vetuste regole, le vecchie ottuse regole.
Nessun insegnante poteva avere una
relazione con un alunno,
tantomeno di natura omossessuale.
Il Wizengamot si era riunito per
giudicare il professor Hans
Southern.
Ed egli stava lì, castano,
viso franco e aperto al sorriso,
occhi fermi e sinceri, fisico asciutto, fiero ed elegante portamento,
lì in
mezzo al consesso per essere giudicato.
Sapeva però che il suo
orientamento sessuale era stata solo
la pietra dello scandalo per poter muovergli contro un processo.
Quei vecchi maghi ottusi, quei vecchi
maghi retrogradi,
arroccati nelle loro primitive convinzioni, con le voci arrocchite e
pigolanti,
come falchetti appena nati.
E come falchi se ne stavano ora,
tutti seduti, in attesa del
pasto imminente.
Hans lo sapeva, era lì non
per la sua condotta
“disdicevole”, ma per il suo passato di
Mangiamorte, per le sue idee
“sovversive” in campo magico, per il suo essere
franco e schietto, per il
rapporto che riusciva ad avere con i suoi alunni.
Non piaceva a quel consesso di
vecchi, né a lui piaceva quel
consesso.
Il primo a parlare fu Paul
Cattermole, un mago tanto alto
quanto largo, un vero gigante dalla pelle pergamenacea e due occhietti
cattivi
incassati in folte sopracciglia.
“I fatti sono questi:
All’inizio del mese di ottobre di
quest’anno, il professore Hans Southern è stato
visto in atteggiamenti
promiscui con lo studente Kristoff Svenson. Si suppone che
l’aspetto efebico
dello studente abbia risvegliato le perversioni, già
latenti, del professor
Southern. A questo consenso sono già note le tendenze di
questo professore e le
sue deprecabili e inaccettabili teorie.”
Ma che fosse un vero e proprio
processo sommario, parziale e
volto solo a decidere quale, fra le più severe sanzioni,
infliggere, Hans ne
ebbe la certezza quando vide prendere la parola un mago sulla
sessantina (abbondantemente
passata), fisico robusto, volto scalpellato nella nuda roccia e
inghirlandato
da un riporto color della stoppa e da una folta barba, finemente curata.
“Mio figlio.”
Disse Wolfang Svenson:” È legato da
fidanzamento con Merida Dun Brouch da più di cinque anni.
Questa relazione
continuata dimostra come gli atteggiamenti del professor Southern siano
offensivi e perversi, dimostrano che sicuramente è stato
usato un incantesimo
per controllarlo.”
E mentre Svenson sparlava, Hans
rimaneva lì, in mezzo al
consesso, immobile, non era minimamente seccato, solo divertito.
Stava aspettando il momento in cui
avrebbero tirato fuori le
vere accuse, anzi si stava davvero annoiando, aveva una lezione da
tenere, mica
poteva badare a questi vecchi bacucchi e ottusi.
Poi si arrivò al sodo.
“E quando parlo di
incantesimo del controllo, intendo dire l’incanto
proibito Imperio.” Continuò Wolfgang, preso dalla foga
della sua filippica:”. E
sappiamo tutti a chi appartengono questi incantesimi: ai
mangiamorte.”
“Tombola”
Pensò Hans, facendosi lasciar scappare un mezzo
sorriso.
Sorriso che fu colto da
Svenson:” Vedete, anche ora egli ci
irride. Chissà quali macchinazioni perverse sta ora
macchinando contro di noi.
Chissà quali feroci mali si prepara a scagliare contro la
nostra comunità
magica. Io dico di
renderlo inoffensivo.”
“Hai perfettamente
ragione.” Disse un altro mago, che
rispondeva al nome di Remus Pince.
Basso, magro, quasi secco, una grossa
palla da bowling per
testa, naso a patata, occhietti verdi da bue, bocca grossa, Pince
odiava Hans,
per il fatto di non essere mai stato nominato professore di Hogwarts.
Hans tentò di trattenersi
dal ridere per quel processo che
si stava rivelando una farsa, ci mancavano solo Lucius Malfoy e
Narcissa Minus,
perché il processo mostrasse la sua vera faccia.
Ma quando una maga
dall’aspetto di procella unito a quello
di un felino pronto all’assalto della preda espresse il suo
assenso, fu chiaro
che il solo a mancare fosse il Malfoy.
Minus continuò, leccandosi
predatoriamente le labbra:” Da
tempo sentiamo parlare sul conto di Southern.” Aveva apposta
omesso il titolo
di professore, proprio per dare una maggior risalto al disprezzo per
quel
professore.
“Ne sentiamo parlare per il
suo essere “compagnone” con gli
alunni, per le sue teorie assurde ed eretiche, per l’esser
stato al soldo di
Lord Voldemort.”
“Tutte accuse
giuste.” Rincalzò Pince:” Si proceda
alla
lettura degli atti e alla condanna.”
E mentre il Wizengamot apriva il
faldone del processo e
procedeva alla lettura, Hans, che si era annoiato, presa, senza
permesso, la
parola.
“Imputato Hans
Southern.” Disse con voce fintamente solenne:”
Ecco i suoi capi di accusa:
Omosessualità- colpevole,
ma ciò non è rilevante.
Essere un mangiamorte- colpevole,
è questo è grave.
Essere un libero pensatore-
più che colpevole, ed è questa
la vera accusa.”
A quella sparata di Hans, il
Wizengamot esplose in un boato,
in un chiassoso chiacchiericcio.
E mentre questi urlavano e
sbraitavano, senza far
effettivamente niente.
“Maghi e maghe. Nemici e
nemici.” Disse Hans con pacatezza,
ma senza perdere del tutto il suo sorrisetto beffardo:” Era
naturale che prima
o poi si sarebbe arrivati a questo. Il mio unico cruccio è
che ciò sia arrivato
troppo presto.”
“Troppo presto per
te!” Lo rimbeccò Minus.
Hans non rispose, quegli sciocchi
arroganti avevano voluto
intentare un processo, trasformandolo in una farsa.
Ad Hans pareva che quelli sciocchi,
ottusi “saggi maghi”, si
fossero comportati come il tennista che, fiero delle sue
abilità, sfida un
avversario più debole, salvo poi rovinare al suolo al primo
rovesciò dell’avversario.
Quegli sciocchi avevano intentato il
processo nella
convinzione di poterlo spezzare, senza neanche farsi passare
nell’anticamera
del cervello che Hans potesse ritorcerlo contro di loro.
Era arrivato il momento del
contropiede, e sarebbe stata un’azione
spettacolare, che avrebbe messo tutti in ginocchio.
Hans sapeva che per poter fare un
processo nel Wizengamot
occorreva un numero determinato di maghi ed era certo che in quel
processo
farsa non potevano esserci solo maghi a lui ostili, ma anche maghi
pavidi e
pigri, che non avrebbero fatto niente per salvarlo, pur non avendocela
con lui.
Ma nella fretta, i suoi nemici
avevano gettato la rete su
tutto un gruppo di maghi, senza effettivamente controllare la loro
neutralità.
E quando la rete fu tirata su e i
“pupazzi” piazzati nel
consesso, per dare al tutto un aspetto di legalità, nessuno
si accorse che
alcuni di quei “pupazzi” agivano per conto loro e a
tutto vantaggio di Hans.
Il primo di questi a prendere la
parola fu un mago grasso,
con la pappagorgia, il parrucchino e il grosso naso rubizzo.
Lee Coot era il suo nome e molto
doveva a Southern.
“Consesso
egregio.” Cominciò con voce baritonale:”
È palese
la volontà di condannare l’imputato,
ma…” E sollevò la mano in un gesto
teatrale:” Non sarebbe giusto, non sarebbe corretto privarlo
di una assistenza,
almeno per salvare la facciata.”
E dietro di lui un altro mago prese
la parola, sistemandosi
la piccola montatura d’oro sul suo grosso naso
d’aquila:” Ha ragione.” Disse
con voce nasale:” Hans è colpevole, ma dobbiamo
rispettare le regole.”
Hans sorrise divertito
dall’intervento del suo amico, il
mago Percival Polikiss.
Altri due alleati presero la parola,
sempre riconoscendo la
colpevolezza dell’imputato, ma facendo leva sul rispetto,
almeno formale, delle
regole.
Così gli accusatori si
trovarono la loro frittata
completamente ribaltata, perché sapevano ben due cose:
La prima era che era compito
dell’imputato nominare il
proprio avvocato.
La seconda che Hans era comunque un
uomo sposato, ed era
sposato con una delle miglior avvocatesse del mondo magico: Hanna
Arendille.
Facendo due più due,
capirono subito che il processo, ad un
passo dalla vittoria, ora si volgeva in tremenda sconfitta.
Hanna pur avendo un volto
sbarazzino, per via delle
treccine biondo fragola, era un vero mastino del foro e questo avrebbe
significato che il processo sarebbe durato per le lunghe.
Ma come sempre le cose non vanno come
ci si aspetta, ed
anche Hans, così sicuro e spavaldo, uscì comunque
scornato.
Infatti appena Hanna
arrivò e si presentò loro, non prese le
difese del suo assistito, ma propose un patteggiamento.
“Egregio
consenso.” Disse con pacata fermezza:” Voi volete
condannarlo e lui vuole salvarsi e uscirne indenni. Purtroppo la
bilancia è in
perfetto equilibrio e nessuno di voi otterrà quello che si
aspettava di avere. Ne
voi, né il mio assistito. Propongo quindi un patteggiamento
per abbreviare i
tempi e andarsene a casa quanto prima. Voi avrete una condanna, mentre
lui
potrà uscire di qui senza macchia.”
“E qual è il
patteggiamento?” Chiese Svenson
“Cacciatelo via da
Hogwarts, ma lasciate che egli viva la
sua vita e possa proseguire la sua carriera qui al ministero.”
“Cosa?” Dissero
accusatori e accusati
Poi Hans si avvicinò a sua
moglie e le sussurrò:” Che stai
combinando, tesoro?”
Hanna tirò un sospiro di
sconforto:” Non capisci. Da questo
processo non potrai uscirne indenne, almeno così limitiamo i
danni:”
E così il consesso fu
costretto a riunirsi e dopo un quarto
d’ora emise la sentenza.
“Hans Southern lei
è radiato dall’albo degli insegnanti di
Hogwarts, inoltre le è interdetto dai pubblici uffici per i
prossimi cinque
anni, ma potrà svolgere lezioni private e presso congressi
magici, inoltre la
sua pensione ministeriale continuerà a risultare attiva e
quindi potrà incrementarla
anche in questi cinque anni di interdizioni.”
Dichiarò il presidente Paul
Cattermole
Poi il consesso si sciolse e vennero
apposte le sette firme
rosse per ufficializzare la sentenza.
Hans e Hanna si avviarono verso
l’uscita e una volta nel
corridoio si misero a parlare.
“Non è andata
poi così male.” Disse Hans:”
Pensò che mi
ritirerò a vita privata:”
“Allora hai
deciso.”
Ribatte Hanna con una punta di rammarico.
Hans si fermò un attimo e
ristette, ma poi ripensò al suo
Kristoff e rispose affermativamente.
“Allora, se
così.” Disse Hanna, con sorriso
sbarazzino:”
Queste sono le carte del divorzio.”
E gli passò
un’intera cartella in carta azzurro acquamarina.
Hans sorrise a sua volta e la strinse
affettuosamente:”
Grazie, per aver protetto il mio segreto per tutti questi anni. Ti
voglio bene,
Ny.”
Anche il divorzio fu una pratica
davvero breve e costo non
poco, ma ad Hans non importava, ciò che gli importava era
quello di ritirarsi a
vita privata.
E lo fece, si ritirò a
vita privata, nella sua villa a due
piani tutta in legno e con vista sul fiordo.
Li rimase per tutta la durata della
Seconda Guerra magica, a
fare l’amore con il suo Kristoff in ogni singola stanza della
villa, ed era una
villa piuttosto grande.
Non gli importava del mondo magico e
non gli importò neanche
quando, al termine della Seconda Guerra Magica, venne concessa una
amnistia
generale, che però di fatto lo escludeva, prevedendo la sua
applicabilità ai
soli maghi avente preso parte attiva contro Lord Voldemort.
Ma a lui questo non importava, aveva
già il suo lieto fine:
una vita affianco del suo amato Kristoff Svenson.
E dalla tragedia poi nacque del bene,
perché il lieto fine
di Hans fu coronato dall’essere nominato, insieme al suo
Kristoff, tutore
legale del figlio di Hanna e del suo secondo marito Olaf Snwoman,
uccisi in
circostanze misteriose.
Seppure vennero condannati due
mangiamorte (Pier Bryce e
Gordon Skeeter), in molti sospettavano che dietro ci fosse stato un
vero e
proprio regolamento di conti con alcuni maghi avversari, infatti molti
omicidi
avvenuti nella Seconda Guerra Magica sebbene attribuiti a i
mangiamorte, in
realtà rimasero senza un vero colpevole.
E così per celebrare i
funerali dei caduti, Hans e Kristoff,
con il piccolo Marsch Snowman, misero piede per l’ultima
volta ad Hogwarts.
Poi di loro non si seppe niente e
infatti anni dopo, quando
una scrittrice volle riportare tutte le avventure sulla Seconda Guerra
Magica,
non trovò traccia di loro, facendoli precipitare nello oblio.
Perché solo quello che
è scritto esiste, il resto è
leggenda.
È questa è la
storia dei miei avi.
In fede
Julius
Kristoff Southern III
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