Memorie di un giocattolaio

di Dotta Ignoranza
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Mi manchi, Iddio solo sa quanto mi manchi, Ekaterina.

Il tempo pare essersi annullato da quando te ne sei andata. La vita con te era più bella, più solare e meravigliosa.
Otto anni fa ero un uomo migliore, mi sentivo un uomo migliore. Averti al mio fianco era tutto molto più semplice.
Mi bastava accarezzarti la mano per ricordare i miei doveri, i miei obblighi e le mie gioie. Tu e le bambine mi facevate stare meglio.

Adesso che non ci sei non so più a quale rettitudine aggrapparmi, a quale labbra nascondere le mie lacrime.
So che in cuor tuo sapevi tutto di me, so che in cuor tuo conoscevi il mostro di uomo che ero e che tutt'ora sono, eppure non mi hai mai negato un bacio, un abbraccio, un sorriso.
Mai.

Mi bastava davvero poco per essere felice, ed è proprio questo il mostro che so di essere, la mia felicità nasceva nel baciarti la notte,
quando le tue labbra e i tuoi occhi verdi prendevano le sue sembianze e le lancette dei miei orologi correvano indietro di vent'anni.

Adesso non ci sei più, non c'è più la tua dolcezza ad accogliermi ogni notte.
Mi manchi come il Sole, Ekaterina perché con te lui mi mancava meno di ora.




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