“Oggi al lavoro una persona mi ha detto di salutarti…”
Draco alzò appena lo sguardo dal giornale, il minimo
indispensabile per comunicargli che lo stava ascoltando, prima di riabbassarlo
sulla fotografia di Paciock e della pianta che aveva salvato dall’estinzione,
in secondo piano Blaise aveva un’espressione tanto tenera da dargli del
materiale per prenderlo in giro a vita.
“Non mi è piaciuto il modo in cui l’ha detto…”
“Di solito i miei conoscenti che incontri sul lavoro sono
ammanettati o quasi stati ammazzati, chiunque fosse, probabilmente aveva tutte
le ragioni per avere un tono strano”
“Era lì di sua spontanea volontà…”
Draco alzò definitivamente gli occhi dal giornale, Harry gli
parlava raramente del suo lavoro, era stato un loro tacito accordo fin da
quando era diventato ufficialmente Auror. Quella persona doveva averlo turbato
davvero.
“Ti ha minacciato?”
“No, mi ha solo chiesto di salutarti… ma aveva un tono
beffardo, curioso, strano… quasi
che…”
Draco socchiuse gli occhi scrutando il suo volto
pensieroso, perso nei pensieri tanto intensamente da dare l’impressione di
essere sfocato, non esattamente seduto sul divano. Si tese verso di lui per
potergli sfiorare il viso con la punta delle dita e Harry sorrise, la sua
attenzione nuovamente rivolta al presente. Afferrò la sua mano tra le proprie e
posò un bacio leggero sulla punta dei polpastrelli, ma dopo non lo lasciò
andare, continuando a giocherellare con le sue dita.
“Aveva l’aria di uno che aveva fatto sesso con te… forse
qualcosa di più, forse voleva soltanto farmelo credere… ma è stato spiacevole,
mi ha messo una strana sensazione addosso, quasi che tu gli appartenessi più di quanto appartieni a me…”
Draco lo scrutò con attenzione, cercando di capire quello
che gli stava dicendo, consapevole che la sua era una richiesta ma non del
tutto certo che cercasse solo rassicurazione…
“Tu sei l’unico che abbia ottenuto da me qualcosa di più
del sesso… lo sai benissimo che nessuno potrebbe portarmi via da qui, portarmi
via da te…”
Harry sorrise nuovamente, ma ancora una volta era assente,
distratto, ancora una volta il ricordo di quell’incontro aveva vinto sulla
realtà. Draco sentì l’irritazione filtrargli sotto la pelle, chiedendosi chi
fosse colui che aveva osato gettare il seme del dubbio nel suo Harry, chi
poteva mai aver avuto la faccia tosta di ritenerlo di sua proprietà… chi?!
“Chi era?”
Sapeva di non avere probabilmente il diritto di
chiederlo, non aveva idea di che cosa ci facesse alla Sede Auror quella persona
e forse Harry gli aveva già detto troppo, eppure l’irritazione e la curiosità
vinsero e Harry strinse le labbra, fissandolo con sguardo nuovamente lucido e…
ferito?
“Peter Greengrass”
Draco tenne gli occhi fissi in quelli del compagno, non
osando abbassarli, anche se quel nome scoppiò nel suo petto e gli arrossò le
guance. Harry si rese conto della sua reazione, ma malgrado il dolore che gli
irrigidì la mascella e gli contorse lo stomaco, non si privò della vista
dell’uomo che amava mentre reagiva vergognosamente al nome di un altro.
Draco sentì una risatina imbarazzata salirgli alle
labbra, avrebbe potuto metterla sul ridere, burlarsi della propria reazione e
fingere che non fosse che una sciocchezza, avrebbe potuto scherzare, cambiare
argomento e fare l’amore con Harry tanto forte da fargli uscire il cervello
dalle orecchie… eppure soffocò l’imbarazzo, soffocò la voglia di proteggersi e
di nascondersi e prese un respiro profondo, abbassando infine gli occhi e
preparandosi a mettersi a nudo davanti a Potter, timoroso ma fiducioso al
tempo, perché per quanto si fosse esposto, Harry non gli avrebbe fatto del
male, o forse semplicemente perché era intollerabile per lui l’idea di far
soffrire il compagno.
“Peter è stato… il mio primo uomo… il mio primo in
assoluto a dire il vero… Peter… “
“Peter, cosa?”
Draco prese un altro respiro profondo, ma non c’era
spazio per nulla che non fosse la verità tra di loro, anche se avrebbe fatto
male.
“Credo di essere stato innamorato di lui, credo di
esserlo stato perché sono sicuro che mi ha spezzato il cuore ad un certo punto.
Peter mi ha avuto, questo è vero, ma mi ha anche lasciato cadere e poi si è
assicurato di calciarmi lontano… forse sarei stato diverso se non lo avessi
incontrato, forse sarei stato diverso se al suo posto avessi incontrato qualcun
altro, forse quando finalmente ti ho conosciuto avrei avuto un rapporto diverso
con il sesso, se non mi avesse ferito tanto profondamente… sì, Peter mi ha
avuto e sì, ha avuto da me qualcosa di più del sesso… ma di certo nulla di
paragonabile a quello che tu hai risvegliato
in me…”
“Non mi hai mai parlato di lui”
“No, mi ha fatto male, non è qualcosa di cui mi piace
parlare”
“Mi hai parlato di cose molto spiacevoli”
“Sì”
“… ma non di Peter Greengrass”
“Forse non volevo lo sapessi…”
Harry tacque, appoggiandosi allo schienale del divano con
gli occhi fissi davanti a sé e la mascella rigida. Aveva sentito qualcosa che
lo aveva messo a disagio nelle parole di quell’uomo, nello scherno dei suoi
occhi, nella sua aria di superiorità, nel modo famigliare con cui aveva
pronunciato il nome di Draco, del suo
Draco. Nella sua immediata reazione aveva sentito la sicurezza di conoscere il
compagno meglio di chiunque altro… poi la sua vecchia ferita era riemersa, la
sua vecchia paura di non riuscire a comprenderlo davvero, che per quanto avesse
tentato non sarebbe stato in grado di conoscerlo mai. E l’ilarità negli occhi
di quell’uomo era aumentata, i suoi lineamenti si erano trasfigurati nella
finzione della compassione e Harry si era richiuso su se stesso, nascondendosi
in un angolo della sua mente a piagnucolare e gemere per il resto della
giornata fino a quando il suo io
razionale era andato a prendere per mano il suo io in lacrime e lo aveva portato da Draco, per chiedergli, ancora
un volta, di curare una ferita che aveva finito per procurarsi da solo, per
chiedergli di salvarlo ancora una volta.
“…non ha colpe, non è stato il primo per suo merito, è stato il primo per puro caso e non è stato
speciale se non per caso…”
“Ma speciale lo è stato”
“Non quanto lo è stata Ginny per te, i sentimenti che ho
provato per lui non sono mai stati reali”
“Non mettere Ginny di mezzo, ti ho raccontato tutto di
lei, non ho mai pensato di tenerti nascosto nulla”
“Non ti ho mai nascosto Peter, l’ho solo tenuto lontano,
mi ha fatto sentire debole e impotente, mi ha fatto sentire piccolo e
insignificante in un periodo della mia vita dove mi avevano insegnato che ero
l’esatto opposto. Mi ha ferito e non ci ripenso con piacere, ero un bambino e
mi sono illuso che il sesso e l’amore fossero la stessa cosa… lui mi ha
chiarito quanto sbagliassi… non l’ha fatto in modo carino, ma non credo che
fosse capace di fare diversamente, dopotutto era un bambino anche lui…”
“Gli hai mai detto che lo amavi?”
Draco prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi e
lasciando ricadere la testa contro il divano. Perché doveva autoimporsi quella
sofferenza? Perché non poteva smettere di fargli quelle domande, perché non
poteva accettarlo come la cotta infantile che era stata? Perché doveva indagare
tanto?
“Sì, ma pensavo che l’amore fosse quello che si legge nei
libri, quello che esiste solo a parole e che suona tanto carino… non mi è mai capitato di dirglielo mentre si allacciava le
scarpe, mentre era seduto sul cesso o mentre si scaccolava leggendo un libro…
era sempre la situazione più stupidamente falsa che riuscivo a creare, era
sempre quello che era giusto dicessi in quel momento, mai quello che non
riuscivo a trattenermi dal dire, non è mai stato spontaneo, non è mai stato
vero”
Draco vide la tristezza colorare il volto del compagno e
percepì il suo autocontrollo cedere appena, non avrebbe più potuto fermarsi, se
avesse esitato, se avesse omesso o perfino mentito, Harry lo avrebbe capito, il
suo cuore si sarebbe spezzato e questo lui non sarebbe mai riuscito a
tollerarlo.
“Com’eri quando facevi l’amore con lui?”
“Era sesso… no, peggio, era finto amore… c’erano un sacco
di parole, un sacco di fai quello, fai questo… un sacco di parolacce, a
volte… dolore…”
Harry strinse forte i denti, furiosamente geloso di quel
giovane e inesperto Draco, del piccolo Draco tra le mani di un altro che invece
di venerarlo, invece di accompagnarlo tenendolo per mano, invece di coccolarlo,
invece di amarlo, di… Draco!, Draco tra le mani di uno sciocco, di un bruto,
Draco tra le mani di Peter Greengrass!!
“… e tanto imbarazzo, un mare di imbarazzo, avresti mai
pensato che ci potessero essere degli errori mentre si fa sesso, che ci
potessero essere dei rimproveri, che si potesse essere maldestri?... per un bel
periodo ho pensato che non fossi bravo,
che semplicemente non fossi in grado… mi preoccupavo sempre di dove fossero le
mie mani, le mie braccia, le mie gambe, perfino i miei capelli…”
Una pausa di silenzio carico di ricordi, poi Draco lasciò
che un sorriso intenerito passasse le sue labbra, quante volte aveva sbattuto
contro la testa, i denti, un braccio, una gamba di Harry, quante volte lo aveva
schiacciato, quante volte gli aveva fatto male senza volerlo… quante volte si
erano messi a ridere, quante volte avevano dovuto spingere, tirare, rotolare,
scalciare… quante volte la passione non aveva fatto altro che alimentarsi di
quell’aria stupita, di quel spostamento subitaneo, perfino della fitta di
dolore appena prima di annegare nuovamente nel piacere… non si era mai sentito
inadeguato con Harry, niente panico, niente calcoli, niente finzioni, niente
imbarazzo, mai! Si mise a ridacchiare, ricordandosi della volta che nel bel
mezzo di una sessione di sesso mozzafiato aveva cercato di scostare Harry dal
proprio volto, preso in contropiede da uno starnuto improvviso. Harry non aveva
voluto scostarsi, troppo preso da quello che stavano facendo per capire perché
lo stesse scostando e aveva finito per ricevere lo starnuto in pieno viso. La
sua espressione di totale sorpresa era stata impagabile, Draco era scoppiato a
ridere e aveva raggiunto l’orgasmo nello stesso momento. La settimana successiva
gli bastava starnutire per avere un’erezione e ancora adesso, a volte, dopo uno
starnuto lui e Harry si cercavano con lo sguardo, complici.
Harry cercò la calma in quella risatina sicura, quella
risatina che lo riportò prepotentemente al Draco di adesso, il Draco adulto, il
Draco sicuro, il Draco che avrebbe potuto prendere Peter Greengrass per la
collottola e scuoterlo fino a togliergli la polvere di dosso, o meglio, quello
che lo avrebbe guardato dritto negli occhi e con un sorrisino appena accennato
lo avrebbe fatto sentire la persona più insignificante sulla faccia del pianeta.
“Lo odio”
Draco trasalì, impreparato a quella cupa rabbia, a quel
dolore vivo e sfavillante.
“Non devi… non si merita tanta considerazione, mi ha dato
una lezione di vita, ma lo ha fatto senza rendersene conto, stava semplicemente
facendo lo stronzo, forse era stato trattato a quel modo in passato, spero per
lui che in seguito abbia trovato qualcuno che gli insegnasse cos’è l’amore,
spero che sia cresciuto… avrà sempre una certa importanza per me, ma non gli
permetterò mai di averne troppa e non dovresti permetterglielo nemmeno tu, non
se la merita.”
Harry si rese conto di avere ancora la sua mano tra le
proprie e se la portò alle labbra sotto i suoi occhi attenti. Posò nuovamente un
bacio sui polpastrelli perfetti, succhiandoli fino a farli arrossare per poi
studiarli con attenzione, quasi potesse trovarvi le parole che cercava… quando
infine alzò gli occhi Draco gli rapì la bocca con la propria e Harry sentì una
cascata ruzzolargli dalla nuca alla spina dorsale e infrangersi fra le sue
cosce tanto improvvisamente da essere quasi dolorosa.
“Pensavo Peter mi avesse convinto a rinunciare all’amore,
ma non avevo idea di quello a cui avevo deciso di rinunciare fino a quando non
sei arrivato tu… pensavo mi avesse insegnato tutto, ma la verità è che non
poteva insegnarmi nulla, perché nemmeno lui sapeva… la prossima volta che lo
vedi non permettergli di guardarti con superiorità, è stato una formichina, tu
sei la mia vita.”
Harry posò le mani sul suo volto, scrutandolo negli occhi
quasi potesse scorgerci la sua anima, quasi potesse guardargli dentro e
vederlo, vederlo davvero. Ma Draco lasciò che lo guardasse, sicuro, rilassato,
aperto… e lui capì che non conosceva tutto di lui, che non lo comprendeva, che
forse non sarebbe mai riuscito a comprenderlo e a conoscerlo davvero, ma allo
stesso tempo sapeva di amarlo, di amarlo per tutto ciò che di lui conosceva e
anche per tutto ciò che di lui intuiva soltanto, amava la sua luce e amava la
sua ombra… e tutto il resto non aveva importanza.
***
“Salve”
Harry alzò gli occhi dai documenti che doveva firmare,
riconoscendo all’istante il tono ironico anche se lo aveva udito una sola
volta. Peter Greengrass lo stava osservando con la sua solita aria di
superiorità. Un accenno di rabbia e di gelosia si agitarono nel suo petto ma il
suo corpo rispose con un gemito di stanchezza. Ieri aveva esagerato con Draco,
non aveva più l’età per certe cose…
“Salve, Malfoy mi ha detto di ricambiare il saluto, gli
ha fatto piacere ricordarsi di lei, ha risvegliato molti ricordi”
Harry sorrise dolcemente, sorrise del giovane Draco che
era tanto abituato a ricevere amore da lasciarsi spezzare il cuore da qualcosa
che ne era solo la parodia, sorrise con tenerezza a quel Draco inesperto che
spezzato e ferito era finito tra le sue braccia, sorrise perché era tra le sue
braccia che era guarito e cresciuto, era tra le sue braccia che aveva imparato
a volare.
Peter Greengrass guardò l’Eroe del Mondo Magico e si sentì
spiazzato e insicuro, era certo di averlo ferito il giorno prima, di aver
colpito nel giusto, ma allora perché gli occhi verdi erano tanto calmi, tanto
sereni, tanto felici? Era stato lui a prendere la verginità del bambinotto
biondo, era stato lui ad insegnargli l’amore, era stato lui a togliergli
quell’aria sicura e a scoprire sotto la sua aurea corazza il cucciolotto
indifeso, era stato lui!
“Sarei felice di riportare quei ricordi in superficie
assieme a lui, ne sono passati di anni…”
“Potresti venire a bere il the a casa nostra un giorno di
questi, sarà divertente ricordare di quando eravate entrambi bambini”
Peter non si lasciò sfuggire il bambini, ma soprattutto non si lasciò sfuggire la minaccia pacata
del sorriso lieve sulle labbra dell’uomo davanti a lui. Non credeva si potesse
instillare terrore con un sorriso, ma un’ondata di paura gli stava scorrendo
nelle vene sebbene Harry Potter stesse solo sorridendo. C’era qualcosa di
amichevole nell’occhiata sicura e aperta, qualcosa di terrificante nel corpo
muscoloso che ricordava una tigre che cammina maestosa in una foresta, pronta
ad azzannarti puntando alla gola. Ricordava ancora adesso, dopo tutti quegli
anni, quanto potessero essere affilate le occhiate di Draco, non c’era alcun
dubbio: aveva un ottimo allievo.
“… sarebbe carino, ma non penso che ce ne sarà
l’occasione, dopotutto è passato molto tempo da allora, non siamo più bambini”
Harry lo guardò serio per un paio di imbarazzanti e
silenziosi secondi, poi una mezza risata gli brillò nello sguardo e lui tornò
ai suoi documenti, senza degnarlo di ulteriore considerazione mentre Peter
Greengrass si ritrovò in imbarazzo in mezzo all’atrio, senza essere sicuro di
essere stato congedato. Infine si voltò silenziosamente e uscì, Harry non se ne
accorse nemmeno.
Quello che se ne accorse fu Draco, Harry aveva
dimenticato il suo tesserino quella mattina, forse perché dopo la serata
bollente non aveva sentito la sveglia ed era terribilmente in ritardo, o forse
perché appena prima di uscire aveva dovuto sfilargli tre volte le mani dai
pantaloni per poter lasciare davvero la casa. Merlino quanto aveva voglia di
lui, malgrado quello che avevano fatto la sera prima, malgrado quella mattina,
malgrado tutti quegli anni…
E adesso, dopo averlo visto parlare con Peter, cogliendo
quello che stava dicendo malgrado fosse troppo lontano per sentirli, adesso,
dopo averlo visto vincere contro il suo passato per l’ennesima volta… adesso ne
aveva ancora più voglia, avrebbe voluto fondersi con lui, assaggiarlo,
aspirarlo, toccarlo… avrebbe voluto prendere Peter e baciarlo come Potter lo
baciava, avrebbe voluto fargli capire quanto era insignificante, quanto era
stato piccolo e stupido, avrebbe voluto fargli assaggiare la grandezza di
Potter… e allo stesso tempo non sarebbe mai stato disposto a condividerla con
nessuno!
Per un istante pensò di andare da Harry e dirgli che lo
amava, dirglielo e basta, guardandolo dritto negli occhi e scorgendo la sua
infinita felicità, la sua debolezza nella gelosia, il suo sconfinato amore, la
profondità della sua tenerezza… tutto quanto mentre gli diceva che lo amava…
Con un sospiro sentì la punta delle dita dei piedi
fremere dalla voglia di avanzare sul serio… ma si rese conto che il suo non era
amore, era la voglia di firmarlo, era la voglia di far sapere a tutti, a Peter
compreso, che Harry era suo, suo soltanto, voleva marchiarlo così come i cani
pisciano contro gli angoli delle case… Scosse la testa, sorridendo alla
stupidità dei propri sentimenti.
Un nuovo sospiro e uscì per andare al lavoro con il tesserino
di Harry ancora in tasca, era Harry Potter dopotutto, lo avrebbero lasciato
entrare ovunque anche senza tesserino… quanto al marchiarlo lo avrebbe fatto
quella sera, la sera dopo e quella dopo ancora... perché Peter non esisteva
più, era stato un alito di passato e lì sarebbe restato, nel passato.
TADADADAAAAAAN!
Ecco la vostra nuova ficcina, spero che vi sia piaciuta,
come al solito la prossima al prossimo lunedì!