The Wrong Games

di HermioneEverlark
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“Ti dispiace per lui?”
“Non così tanto in fondo.”
Il fuoco getta delle strane ombre sul suo viso.
“Capisco se non vuoi parlarne.”
“Non c'è altro da dire, Cato, è tutto qui. Lui è morto, noi siamo vivi, per ora.”
La fiamma che ci separa si sta lentamente spegnendo, e anche quando si starà estinta del tutto so che noi due non potremo comunque avvicinarci più di così.
Siamo incompatibili.
Cade un brusco silenzio che si somma a quello di una notte un po' troppo scura per essere reale.
Non ci guardiamo, non ci parliamo, ma è evidente che qualcosa è cambiato. Sarà l'assenza di Marvel, mi dico; sarà che adesso ci siamo ridotti a noi due, e nessuno vuole fare il primo passo per allontanarsi definitivamente da questa alleanza che si è rivelata debole dalle fondamenta.
Marvel è stato ucciso da una freccia che gli si è piantata dritta nel collo, dopo aver presumibilmente ucciso la ragazzina dell'11. Una freccia di cui tutti conosciamo il proprietario. Mi ripeto in continuazione che se avessi preso meglio la mira quel primo giorno adesso Marvel sarebbe ancora qui e io mi farei molti meno problemi. E sarei meno sola.
In fondo Marvel era una persona sana e intelligente, forse anche sensibile. Se ci fossimo conosciuti in modo diverso magari saremmo diventati amici. Ci intendevamo insomma, entrambi riflessivi e silenziosi, non come Cato che è un concentrato di musi lunghi, esagerazione e violenza.
Mi dispiace per la fine che ha fatto, ma non nel modo che sospetta Cato: per me lui era solo un alleato, non cercavo di creare nessun idillio amoroso.
Come ha fatto lui con Lux.
Sinceramente non mi va di dargli spiegazioni, non siamo così in confidenza da raccontarci quello che ci passa per la testa. Può rimanere nel dubbio fino a logorarsi il fegato, se ci tiene.
Ma poi, perchè ci tiene? Insomma, che cavolo è successo?
Ti preme così tanto eh?” aveva detto prima che andassimo a cercare Marvel solo qualche ora fa. No, Cato, non mi preme, è l'alleanza che mi spinge a farlo. Ma forse ha avuto ragione lui, forse dovevo fregarmene ed aspettare, non dovevo dare così tanta importanza al suo ritardo, viste come si solo poi evolute le cose e quello che ha frainteso.
Mi da fastidio l'idea che si è fatto di me adesso: penserà che ho voluto copiarlo per avere altri sponsor e l'ho notato guardarmi con un'aria di superiorità tale che mi ha fatto salire la voglia di strappargli le orbite oculari dal cranio.
Mi importa davvero quello che pensa di me?
Faccio per spegnere gli ultimi residui di brace rimasti quando lo squillo inconfondibile dell'inno di Capitol City ci fa sobbalzare. Guardiamo il cielo per vedere le facce dei due tributi morti oggi: uno spettacolo deludente per la capitale. Lascio passare la sfilata di volti; ormai ci ho fatto l'abitudine.
È triste pensarlo.
Ma questa sera c'è qualcosa di diverso. Poco dopo la foto della bambina, sentiamo la voce di Claudius Templesmith, il compare di Caesar, parlarci dal cielo: si congratula con i sei di noi che sono sopravvissuti- sei, siamo solo in sei - e con la sua solita voce leggera ci da una notizia che mi lascia allibita.
“Voglio annunciarvi un cambiamento nelle regole... potranno vincere i due tributi appartenenti allo stesso Distretto ancora in vita alla fine dei Giochi.” Fa una pausa e poi ripete l'annuncio, come se fosse consapevole che non ci è chiaro. E in effetti è così, continuo a fissare il cielo aspettando che il significato di queste parole venga assorbito.
Il silenzio intorno a noi torna a farsi pesante con il peso di questa novità.
Cato si alza di scatto e si avvicina a me tenendomi per le spalle. Mi aspetto un'altra scrollata come quella dopo gli Aghi, invece lui rimane lì a fissarmi, con la faccia a pochi centimetri dalla mia, mischiando i nostri respiri. Ci guardiamo senza dire nulla per qualche secondo, poi lo vedo sorridere alla luce flebile che emana la brace sotto di noi.
“Entrambi vincitori...” Sussurra.
Ha ragione: le parole dal cielo vogliono dire proprio questo: non dovrò più pensare a come scappare senza farmi uccidere. Non dovrò più avere paura di restare sola a combattere contro chi non voglio uccidere.

                                                                              
***


Ci siamo messi a dormire dentro la Cornucopia vuota e fresca, anche se dopo tutto quello che è successo oggi faccio fatica a prendere sonno. Mi rigiro nel sacco a pelo, cercando di fare ordine tra i miei pensieri.
Cato pensa che sia innamorata di Marvel e che adesso che lui è morto io stia cercando di non far trapelare la mia disperazione. Se si aspetta che faccia la scenetta dell'innamorata in lutto se lo può scordare. Mi devo muovere nel fargli capire che sto benissimo e mettere in chiaro tutto senza per forza dovergli parlare dei miei sentimenti.
Parlare di sentimenti con Cato... non c'è persona meno indicata di lui per un compito del genere.
Dopo quella scena nel bosco poi, dove mi è sembrato così strano, nuovo, non ho la minima voglia di entrare più in confidenza con lui. Il tono di voce che ha usato mi fa salire alla mente delle domande a cui faccio fatica a trovare una risposta razionale: perchè quella strana attenzione? Certo, sono la sua compagna di distretto, ma allora perchè mi è sembrato all'improvviso tutto così diverso? Come se mi avessero tolto dagli occhi un velo che non sapevo di aver messo io stessa.
È vero, Cato è ingestibile, ma ha anche i suoi lati positivi e stranamente ha dato prova di interessarsi alla mia sicurezza e ha avuto paura che io fossi morta quella volta degli Aghi Inseguitori. Il ricordo del suo sguardo terrorizzato mentre mi raccontava cosa aveva visto accelera leggermente il mio battito. Ha avuto un cambiamento così repentino che non riesco a spiegare, né tanto meno riesco a fare chiarezza su quello che provo io.
Non che provi qualcosa nei suoi confronti, ovvio.
Insomma, sarebbe da ipocriti, giusto?
Eppure devo ammettere che mi ha fatto piacere ricevere quei piccoli gesti da parte sua. Il tono ferito nell'insinuare che tra me e Marvel ci fosse stato qualcosa non può lasciarmi indifferente, la stretta del suo braccio per non farmi cadere la sento ancora sulla pelle, il senso di turbamento seguito a quel monito gentile rimbalza sulle pareti dello sterno.
Smanio nel sacco a pelo fino a trovarmi girata nella sua direzione.
“Hai finito di muoverti?! Dannazione Clove, non costringermi a legarti a qualche albero per poter dormire in pace!” Cato mi guarda contrariato e questa volta è lui a darmi le spalle.
Cavolo, non pensavo fosse ancora sveglio, mi ha gelata.
Sento la stizza salirmi dentro: come può essere la stessa persona che si preoccupava per me fino a qualche ora fa? Mi rendo conto che evidentemente quella è stata solo una breve pausa nel nostro essere incompatibili e che forse ho ingigantito tutto, compreso quello che provo io.
Mi lascio influenzare troppo facilmente, ecco la spiegazione logica che cercavo.
Non c'è e non potrà mai esserci nulla tra due esseri come noi.
Lascio che la trincea dalla quale pensavo di poter evadere mi si riprenda; domani tornerà tutto come prima, saremo gli alleati del Distretto 2, i primi due Vincitori nella storia dei Giochi e una volta a casa i pensieri di questa notte sembreranno una stupida barzelletta.

 





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