Tobia e l'arcangelo Raphael

di Ciuffettina
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«Ma perché io? Perché non mandi Gabriel?» La voce, leggermente isterica, di Raphael si sentiva anche fuori dall’ufficio di Metatron. «Ha più dimestichezza con gli umani, io non scendo sulla terra da quando i fratelli di Giuseppe l’hanno buttato in un pozzo.»
Metatron lo fissò da dietro la scrivania. «Rispondi a questa semplice domanda: che cosa significa il tuo nome?»
«Dio guarisce» sospirò l’arcangelo.
«Esatto, pertanto vista la natura della missione chi meglio di te?»
«E che fine ha fatto la regola “un angelo, una missione”?»
«Questa è un’unica missione: aiutare Tobia.»
«A me sembrano di più: guarigione, esorcismo…»
«Non. Mi. Contraddire» scandì lo scriba. «Ti è tutto chiaro?»
Raphael consultò gli appunti che si era fatto. «Sì: guarire Tobi dalla cecità, accompa…»
«No, no, no! Mi ascolti quando parlo? La guarigione di Tobi è l’ultimo punto!»
«Perché?» chiese Raphael, perplesso.
«Perché se Tobi riacquista subito la vista, parte lui o non parte per niente, Tobia resta a casa e l’intera operazione salta. Puoi andare ora.»
Raphael uscì dall’ufficio, riguardando gli appunti e facendosi una scaletta:
 
  1. Accompagnare Tobia a recuperare i soldi
  2. Portarlo dove abita Sara
  3. Annientare il demone
  4. Far sposare Tobia e Sara
  5. Guarire Tobi (ultimo punto!)

Stava ancora riflettendo sulla missione, quando incrociò la serafina Haniel(1): «Raphael, ho sentito che ti è stata affidata una missione importante.»
«E come l’hai saputo? È successo soltanto adesso.»
«Diciamo che non sono sorda, allora che cosa devi fare?»
«Devo accompagnare Tobia, figlio di Tobi, a recuperare del denaro da Gabael in Rage di Media, poi gli faccio fare una deviazione fino al suo parente Raguel, distruggo il demone che tormenta sua figlia Sara, la faccio sposare a Tobia, li riporto a casa e guarisco Tobi dalla cecità.»
Haniel si passò una mano fra i capelli rossi e replicò: «Dammi retta, se vuoi che i ragazzi si sposino e siano felici, dev’essere Tobia a scacciare il demone.»
«Dubito che sia in grado di farlo e poi che differenza fa?»
«In questo modo il tuo protetto acquisterà merito sia con la futura sposa sia con i suoi genitori e dalla gratitudine può sbocciare l’amore. Ti ricordi Davide? Gli abbiamo fornito l’aiuto necessario per sconfiggere Golia ma poi abbiamo lasciato che fosse lui a vibrare il colpo fatale.»
«Non per contraddirti ma vorrei ricordarti che è stato Cervill(2) a conficcare la pietra che aveva lanciato Davide nella fronte del gigante, il ragazzo aveva completamente sbagliato mira.»
«È proprio quello che intendevo: nessuno l’ha mai saputo e Davide è diventato un eroe per il suo popolo e poi re. Se avessero saputo la verità, avrebbero detto che sì, Davide era coraggioso ma che se non ci fosse stato l’intervento divino adesso sarebbero ancora sotto il giogo dei Filistei e magari avrebbero nominato un altro re. Potresti esorcizzare tu il demone ma fare in modo che sembri sia stato Tobia. Pensaci!» e si allontanò.
Probabilmente avrebbe dovuto redarguirla di non immischiarsi nelle missioni altrui, specialmente nelle sue, ma il consiglio aveva una sua validità. Il problema era che lui era bravo a pianificare ma se voleva darle retta, avrebbe dovuto improvvisare e non poco.

 
*****

Racconto ispirato a “Il libro di Tobia”
1) Secondo l’angelologia, arcangelo minore che presiede l’amore e che nella mia head canon ho deciso d’identificare con Anna Milton.
2) Facente parte dei Principati, si dice abbia aiutato Davide a combattere contro Golia.




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