Vita di un albero
Un piccolo
seme riposa tranquillo avvolto nel terriccio umido. L’humus lo ricopre e lo
abbraccia da ogni lato, esercitando una leggera e affettuosa pressione
rassicurante sulla sua forma leggermente ellittica. Il seme dorme, ed elabora
la propria vita futura, protetto e caldo nella terra smossa.
Quando è
pronto, sospinge fuori dal suo fragile involucro un microscopico peduncolo
bianchiccio, che saggia il terreno con la prudenza tranquilla di chi è troppo
piccolo per essere spavaldo.
Il germoglio
cresce pian piano, con lentezza, assorbendo attraverso un effimero cespuglio di
radichette capillari una miriade di diverse sostanze nutritive dal suo morbido
letto. Si fa strada, con la solita delicata tenacia, verso la superficie. La
buca, così piano che sembra non accorgersene nessuno, e spunta, fa capolino,
mostrando la sua chiarissima punticella vegetale.
La luce del
caldo sole lo investe, e il germoglio sperimenta un nuovo tipo di abbraccio,
tiepido e dolce, luminoso e potente. Cresce il germoglio, e crescono nella
terra le sue radici. Si formano minuscole foglie, e la clorofilla compie il suo
dovere di tramite per la trasformazione dell’energia solare in zuccheri
complessi e anidride carbonica: una piccola centrale energetica opera quasi
magicamente in ogni foglia. La piccola creatura si nutre di sole, e si alza per
arrivarvi più vicino. Diventa un giovane virgulto flessuoso, dallo stelo
resistente e dalle foglie più grandi e più verdi. Il virgulto tende sempre
verso il cielo, e diviene un arbusto dal fusto legnoso, capace di resistere
alla natura che vive al di fuori di lui. Assorbe l’acqua dalla terra madre con
i filamenti celeri delle radici, ed elabora gli zuccherini composti di sole ed
aria crescendo sempre più.
Passano le
stagioni, passano gli anni, ed ecco che l’arbusto è un giovane albero: non più
lieve, ora è solido e si protende con una chioma rigogliosa verso l’azzurro
cielo luminoso. Ogni anno la sua corteccia acquisisce una nuova venatura; ogni
anno il suo tronco si amplia di un nuovo cerchio, e i suoi rami si avvicinano
sempre di più allo smalto blu che lo sovrasta da sempre. Ecco un grande albero
antico, che elargisce l’effetto benefico della sua ombra alla campagna
verdeggiante: una volpe ha fatto la tana tra le sue radici nodose, e vi ha
partorito i cuccioli su un letto di foglie secche; uccelli canori nidificano
tra i suoi rami, e spandono i loro cinguettii nell’aria satura di profumi. Gli
insetti volano a sciami, rubando il nettare ai fiori sbocciati; un ruscello
gorgoglia timidamente, mentre l’albero ascolta e tace.
Il piccolo
seme è divenuto un sottile germoglio; il germoglio delicato è diventato un
nuovo virgulto; il virgulto flessuoso si è tramutato in un solido arbusto; il
giovane arbusto è ora un albero antico. Un piccolo seme che si nutre di acqua e
di sole diventa un microcosmo di vita rigogliosa.
Ma gli uomini
avidi lo abbattono: distruggono la vita creata. Dell’albero antico fanno legna
da ardere, e la terra con i suoi abitanti piange la morte del suo figlio di legno.