Deal With The Evil.
Epilogo
- The Love That I Have For You.
Okay, respira. Quanto
potrà mai essere difficile?
Alec aveva ormai perso il conto delle volte che aveva ripetuto quelle
parole nella sua mente ancora ed ancora, tentando inutilmente di
calmarsi.
Ma per quanto continuasse a provarci fino alla sfinimento, la cosa non
sembrava essergli di nessun aiuto.
In verità, non era mai stato più nervoso e
terrorizzato in tutta la sua vita.
E se mi dice di no? Non
lo farebbe mai, vero?
Con un sospiro si lasciò cadere pesantemente su di uno
sgabello, arruffandosi con le mani i capelli corvini, cosa che,
contribuì ancora di più a dargli l'aspetto di un
allucinato sull'orlo di un attacco.
Non che ciò fosse poi così lontano dalla
realtà.
Il cuore gli batteva furiosamente nel petto, un nodo gli stringeva lo
stomaco e i suoi poveri nervi stavano per raggiungere il limite massimo
di sopportazione.
Magari era ancora in tempo per ripensarci, per fare finta di nulla.
In quel caso però, sua sorella avrebbe senz'altro richiesto
la sua testa - visto e considerato che stava già sognando il
gran giorno ad occhi aperti -, tuttavia, in quel momento l'essere
decapitato gli appariva un idea assai migliore.
E pensare che solo fino a poche ora prima era pienamente convinto ed
orgoglioso della sua decisione: aveva fatto il possibile per scegliere
l'abbigliamento perfetto, si era preparato mentalmente alla cosa, aveva
studiato il discorso fin nei minimi dettagli.
Ma adesso, a pochi minuti dal momento della verità, sentiva
le gambe di gelatina e desiderava solo di scappare da lì il
più in fretta possibile.
Fece appello a tutte le tecniche di yoga, rilassamento o respirazione
mai inventate o conosciute dall'uomo, sforzandosi di richiamare alla
mente tutti i motivi che lo avevano spinto a quella scelta.
Perché era
così che doveva essere, perché non c'era nulla di
più giusto.
Sorridendo appena, si soffermò a pensare a quale sarebbe
stata l'espressione del ragazzo; riusciva già a vedere quei
meravigliosi occhi verdi brillare di gioia.
O, perlomeno, sperava
che fosse così.
Se avesse reagito mostrando anche solo un decimo dell'entusiasmo di
Catarina alla notizia, avrebbe potuto ritenersi più che
soddisfatto.
Di fatti, quando Alec aveva manifestato alla ragazza le sue intenzioni,
questa era andata avanti per un'ora buona a gridare, esultare e saltare
per casa come una pazza, completamente fuori di sé dalla
gioia.
Il poveretto non aveva potuto fare altro che stare lì a
guardarla mentre si esibiva nei suoi improponibili balletti di
festeggiamento, che agli occhi di chiunque altro, sarebbero stati una
ragione più che valida per richiedere un biglietto di sola
andata per una clinica psichiatrica.
Ma Alec non era "chiunque altro", e sapeva perfettamente quanto lei
amasse suo fratello; quello scoppio di entusiasmo non era altro che un
modo per manifestare tutto il suo affetto.
Quando alla fine Cat era tornata in sé, gli era saltata
letteralmente addosso, abbracciandolo e facendogli presente che sarebbe
stata lei ad accompagnarlo nel consueto giro per negozi.
Per non parlare poi delle minacce rivoltegli, con la spiegazione
più che dettagliata di tutto quello che gli avrebbe fatto se
non le avesse permesso di far loro da damigella.
Il ragazzo aveva annuito alzando gli occhi al cielo, ormai rassegnatosi
da tempo al carattere esuberante di Cat, che nel corso degli anni era
diventata per lui quasi una seconda sorella.
Quando a volte si soffermava a pensarci, gli sembrava quasi impossibile
che fossero già trascorsi cinque anni da quella fatidica
sera che aveva finito col cambiargli completamente la vita.
E pensare che stava per mandare Izzy e Jace da soli al Pandemonium; il
destino aveva davvero degli strani modi di agire.
Tra alti e bassi, momenti bellissimi e difficoltà, lui e
Magnus erano sempre riusciti a restare insieme, amandosi ogni giorno di
più.
Soprattutto grazie all'aiuto del ragazzo, Alec aveva trovato la forza
di continuare dritto per la sua strada senza farsi condizionare e senza
cedere di fronte alle difficoltà.
Prima tra tutte, l'ostinazione di suo padre nel rifiutarsi di accettare
quella che era la "nuova" vita di suo figlio.
Alec aveva incora impressa a fuoco nella mente l'espressione che l'uomo
gli aveva rivolto quando, il giorno dopo la confessione fatta a sua
madre, tornato a casa lo aveva trovato ad aspettarlo seduto al tavolo
del salone.
Alec aveva impiegato solo pochi istanti a capire che, in qualche modo,
anche lui doveva aver saputo la verità.
Il suo volto presentava un misto tra l'orrore ed il rimpianto; a questi
si era poi aggiunto il disgusto, quando si era reso conto che, i
vestiti che il figlio indossava, non erano certo i suoi.
Ci erano voluti mesi e una quantità indefinita di
discussioni e grida da parte di sua madre e dei suoi fratelli, prima
che Robert si degnasse di nuovo di rivolgergli la parola come un tempo.
Anche quando aveva smesso di guardare il sangue del suo sangue come un
cane a tre teste, però, aveva continuato a rifiutarsi di
intrattenere un qualsiasi rapporto con Magnus.
E la cosa non era mai cambiata.
Alec aveva smesso di fargliene una colpa tanto tempo fa: era accecato
dai pregiudizi, e lo sarebbe sempre stato.
Maryse, al contrario, aveva tenuto fede alla sua parola, ed era stata
ben felice di accogliere lo stravagante ragazzo a braccia aperte nella
sua famiglia.
La donna, sebbene tentasse di nasconderlo, aveva finito con
l'affezionarsi davvero a Magnus; cosa per cui Alec non aveva potuto non
amarla ancora di più.
Dio, la sua
reazione quando dopo circa un anno e mezzo di fidanzamento con il suo
amato glitterato, si era presentato a casa con la maglia chiazzata di
sangue e un ghigno di diabolica soddisfazione stampato in faccia.
Difatti, di ritorno a casa, questi si era imbattuto in quel fantomatico
e lurido essere che rispondeva al nome di Devis.
Grazie alle foto che Cat gli aveva mostrato, aveva impiegato meno di
trenta secondi per compiere il tutto: lo aveva riconosciuto, si era
catapultato nella sua direzione e gli aveva sferrato un pugno in
faccia, rompendogli il naso.
Subito dopo se ne era andato tutto gongolante, lasciando
quell'imbecille a piagnucolare e a chiedersi chi accidenti era il pazzo
che lo aveva appena picchiato senza motivo apparente.
Inizialmente sull'orlo di un attacco di nervi, sua madre, aveva
completamente cambiato atteggiamento man mano che ascoltava la storia
del figlio, arrivando alla fine a congratularsi con lui per aver agito
in quel modo per vendicare Magnus.
Jace ed Izzy erano scoppiati a ridere abbracciandola e prendendola in
giro sul quanto fosse diventata tenera nei confronti del "genero".
Ma nessuno dei due poté aggiungere nient'altro, visto e
considerato il modo affettuoso con cui Maryse era solita rivolgersi
anche ai loro fidanzati.
Era innegabile, infatti, che Simon e Clary si fossero oramai piantati
stabilmente in casa loro, con sommo stupore di Alec che non avrebbe mai
creduto i suoi fratelli capaci di portare avanti delle relazioni
così durature, considerata l' indole da rubacuori.
Tuttavia, non poteva certo dirsi dispiaciuto di essersi sbagliato;
entrambi sembravano molto felici e, per Alec non c'era cosa
più importante di quella.
Aveva da poco saputo, con sua somma gioia, che a breve il piccolo nerd
e la sua sorellina sarebbero andati a vivere insieme.
Sperava per lui che la trattasse nel migliore dei modi o,
probabilmente, Izzy lo avrebbe preso a calci per mezza New York,
risparmiando ai suoi fratelli la fatica.
Jace, d'altro lato, considerando la rigida mentalità di
Jocelyn, la madre di Clary, aveva deciso di tenersi più sul
"tradizionale".
Non aveva ancora parlato apertamente di matrimonio, ma quell'ipotesi
era più che evidente agli occhi di chiunque vedesse il modo
adorante in cui quei due si guardavano.
Se suo fratello, però, voleva pensarci due volte prima di
mettersi nella condizione di fare una proposta del genere alla sua
ragazza, Alec non poteva di certo biasimarlo.
Si stava rendendo perfettamente conto di quanto difficile potesse
essere trovarsi in una simile situazione.
« Fiorellino, cos'è quell'espressione assorta?
»
La voce di Magnus a pochi centimetri da lui lo riportò
bruscamente alla realtà, rischiando di farlo schizzare in
aria come una molla dallo spavento.
Troppo perso nei suoi pensieri, non si era minimamente accorto del suo
ingresso nel locale.
Si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con il suo
ragazzo e, restando subito dopo senza fiato.
Era più forte di lui.
Nonostante il tempo trascorso, non riusciva ad evitare di farsi venire
il batticuore ogni volta che lo vedeva o che gli sorrideva.
Aveva capito già da un bel po' che, quello che Magnus gli
faceva provare con la sua sola presenza, non sarebbe mai svanito.
Ed era stato questo fatto, più di ogni altro, a dargli la
sicurezza di voler trascorrere tutta la vita insieme a lui.
Quella riflessione lo riportò con i piedi per terra,
ricordandogli cosa stava per fare.
Dimenticando ogni tentativo di controllarsi, sbiancò di
colpo, assalito da un ondata di nausea mista a panico.
« Alexander ti senti bene? Sei pallido come un morto.
» gli domandò Magnus, sfiorandogli una spalla,
chiaramente preoccupato per lui.
Alec si schiarì la voce, cercando nel mentre qualcosa da
dire e che non lo facesse sembrare ancora più patetico. Ma
il suo cervello sembrava essersi svuotato di colpo.
Ogni capacità logica era sparita nel nulla, insieme al suo
bellissimo discorso.
Merda, come aveva potuto
dimenticarselo?
«Okay, mi stai davvero spaventando, sembri sul punto di
svenire! Fermo qui, non muoverti! Io corro a chiamare aiuto!
» riprese Magnus dopo alcuni istanti, sempre più
agitato dall'espressione sconvolta e spaurita dell'altro.
Tuttavia, riuscì a muovere solo un passo prima che il
ragazzo lo fermasse strattonandogli una mano.
Alec prese un respiro profondo poi, cercando di farsi coraggio, con
ancora la mano di Magnus tra le sue si inginocchiò davanti a
lui.
« Sai, avevo preparato un discorso. Tutta una serie
più o meno complessa di frasi con le quali cercavo di
convincerti ad accettare ma, purtroppo, temo di essermelo appena
dimenticato. Motivo per cui mi toccherà improvvisare.
» esordì poi, con la voce che gli tremava
leggermente.
Spostò lo sguardo sul suo ragazzo, trovandogli
un'espressione di pura meraviglia e di assoluta speranza dipinta in
volto.
Fin qui sembra averla
presa bene, per cui coraggio.
« Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Lo so, non
te lo dico spesso, ma è la pura e semplice
verità. Prima di conoscere te, ho passato anni sforzandomi
di essere perfetto, cercando con tutte le mie forze di dare al mondo un
immagine di me che, in realtà, non mi somigliava affatto.
Ero debole ed insicuro, costantemente in lotta con me stesso per
trovare la mia strada. Quando poi per la prima volta, ti ho visto
lì, in infermeria, e i tuoi occhi hanno incrociato i miei,
ho finalmente trovato la parte mancante di me. Quella di cui ho sempre
avuto un disperato bisogno, sebbene non fossi io stesso consapevole di
cercarla. All'improvviso tutti i dubbi e le paure si sono dissolte,
oscurate dalla sensazione di essere amato davvero per quello che sono.
Sono cresciuto e cambiato, riuscendo a superare ostacoli che prima
avrei reputato impossibili. Tutto perché sapevo che tu
saresti stato pronto ad afferrarmi, se mai avessi avuto bisogno di te.
E questo non potrà mai cambiare: posso farcela solo se tu
sei al mio fianco. Ti amo più qualsiasi altra cosa al mondo,
e non c'è niente che io desideri di più del
trascorrere ogni attimo
della mia vita con te. » continuò
Alec con decisione, cercando di scacciare l'emozione che rischiava di
fargli mancare il fiato.
Puntò gli occhi in quelli del suo ragazzo, ormai velati di
lacrime, cercando di fargli capire tutto il suo amore con un semplice
sguardo.
« Magnus Bane, mi vuoi sposare? » gli chiese poi,
con tutta la sincerità di cui era capace.
Fece appena in tempo a registrare un lieve singhiozzo commosso di
Magnus, prima che quest'ultimo gli si lanciasse letteralmente addosso,
facendolo finire disteso sul pavimento.
« Sì, sì, sì e ancora
sì. » continuava a ripetergli tra le lacrime,
tenendolo stretto e schiacciandolo con tutto il peso del suo corpo.
Alec ridacchiò divertito e sollevato come non mai,
passandogli delicatamente una mano tra i capelli.
« E io che temevo che mi dicessi di no! »
esclamò scherzosamente, dandogli un bacio sul naso.
Magnus si tirò indietro di colpo, guardandolo come se fosse
impazzito. Poi, quasi cercando di capacitarsi dell'assurdità
di quanto aveva sentito, scosse lentamente la testa.
« Per te,
Alec, è sempre sì. (*) »
dichiarò con assoluta serietà, senza accennare a
staccare gli occhi dai suoi.
Il ragazzo attirò Magnus a sé, unendo le loro
labbra in uno dei baci più dolci che si fossero mai dati.
« Quindi, a quanto pare ti sei appena fregato con le tue mani
Lightwood. Dopo questa non ti lascerò di certo andare: sarai
costretto a sopportarmi per il resto dei tuoi giorni. »
bisbigliò d'un tratto Magnus a pochi centimetri dalla bocca
dell'altro.
Alec sorrise, ringraziando ancora una volta il destino, il cielo, la
fortuna o chiunque altro fosse stato a fargli incontrare il suo
personale miracolo.
« Non vedo
l'ora. »
(*) "Per te, Alec, è sempre sì" è la
citazione che si trova nelle Cronache dell'Accademia, "Nascono alcuni
ad infinita notte" :D
E' finita.
Mi piange davvero il cuore a dirlo, ma è finita.
E non posso fare a meno che ringraziare tutti voi, è merito
vostro se la storia ha continuato ad andare avanti fino a quest'ultimo
capitolo. Davvero, grazie infinite. <3
In particolar modo vorrei ringraziare tutte quelle persone che, mi
hanno fatto sapere, il loro pensiero riguardo ogni singolo capitolo,
siete magnifiche <3
Grazie di cuore anche tutti coloro che hanno messo la storia tra le
preferite(47), tra le ricordate(12) e tra le seguite(90). E' davvero un
grandissimo traguardo! <3
Grazie ancora a tutti! <3
In ogni caso, ci tenevo ad informarvi che probabilmente usciranno
presto degli Extra, approfondendo tutte le parti che sono state a
malapena accenate :D
E vi invito ancora una volta ad iscrivervi al gruppo facebook,
composto da persone meravigliose accomunate dalla stessa passione per
la lettura e la scrittura!
Il link è questo ------> https://www.facebook.com/groups/1695283824068412/
E niente, alla prossima!
Bye! <3
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