Vent'anni dopo

di Magica Emy
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Christian guardò ancora una volta quella porta chiusa, senza tuttavia decidersi a entrare. A cosa sarebbe servito, in fondo? Era uno dei suoi particolari momenti, non sarebbe riuscito a smuoverla e lo sapeva bene. L’unica cosa da fare era lasciarla tranquilla ancora per un po’. Sospirò con forza, scuotendo lentamente la testa mentre si preparava a raggiungere il piano di sotto. Gli avvenimenti degli ultimi giorni lo avevano profondamente scosso, destabilizzandolo completamente. Era sicuro che anche Johanna provasse i suoi stessi sentimenti, anche se continuava a rifiutarsi di darlo a vedere. Aveva quasi strappato Hope dalle braccia di Hèléne per stringersela  al petto e rifugiarsi nella sua camera, senza dire una parola. Non lo aveva più fatto da  quando era successo, non riusciva nemmeno a piangere. Lui, invece…bè, lui non era riuscito a far altro per tutto il tempo, ma aveva dovuto occuparsi ugualmente di tutto. L’aveva pregata, scongiurata di presenziare ai funerali del bambino, ma tutto ciò che aveva ottenuto in risposta era stato uno sguardo assente e addolorato che in un attimo aveva spezzato ciò che restava del suo cuore calpestato, spingendolo così a desistere. Era sicuro che Shane avrebbe desiderato avere la sua mamma vicino mentre quella che era stata la sua famiglia si preparava a salutarlo per sempre, ma la donna era stata irremovibile. Stava succedendo di nuovo. Si era chiusa in un’ostinato, doloroso silenzio che a nessuno, tantomeno a lui avrebbe permesso di scalfire così facilmente. Doveva lottare per lei e per ciò che era rimasto di loro, ma si accorse di non averne più la forza. L’insopportabile sofferenza che gli attanagliava l’anima faceva di tutto per impedirgli di essere lucido e di nuovo, in quel triste e indimenticabile giorno, sentì che le lacrime prendevano il sopravvento...  





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