Verità inesistenti
Sansa gli sorrise e Petyr si chiese se quel gesto fosse l'involontaria conseguenza di un'emozione genuina. O se invece fosse l'ennesima menzogna.
Era sempre stato bravo a capire quando qualcuno gli mentiva, eppure con lei gli era diventato impossibile.
Il loro rapporto era divenuto un burrascoso susseguirsi di dolci bugie e atroci verità. Come un bacio irruento fatto di morsi e carezze. Un bacio che lo rendeva folle di domande senza risposte e gli provocava quel fastidioso mal di testa che lo colpiva solo quando non sapeva qualcosa. O quando non la riusciva a capire.
Sospirò.
Sansa l'aveva reso umano come nessun'altro aveva mai fatto prima. Neanche Cat.
Petyr si maledì mentre ricambiava sornione il sorriso.
Sansa non era più la giovane innocente ragazzina che aveva conosciuto anni prima. Non credeva più nelle favolette della buonanotte o nei cavalieri senza macchia e senza paura. Non credeva più nel lieto fine.
Petyr si era assicurato che la giovane Stark aprisse gli occhi, li spalancasse anzi, e si rendesse così finalmente contro degli orrori del mondo. L'aveva istruita e lei, diamine, lei era stata un'allieva esemplare.
Forse anche troppo.
Petyr le si avvicinò e con un gesto sospeso fra il dolce ed il lascivo le diede un bacio a fior di labbra. Sansa allargò il suo sorriso, gli occhi spenti.
"Ti amo." gli sussurrò piano.
"Anch'io."
Questa volta Petyr non si fece alcuna domanda. La risposta, in fondo, gli bruciava già nell'anima.
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