Caos Senza Legge, Devastatori Senza Nome di Tifawow (/viewuser.php?uid=12895)
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..::.CAPITOLO
1.::..
Il
Prigioniero arrancava, stanco, esausto, lungo il buio corridoio dove
lui e i suoi compagni di sventura venivano costretti a camminare da
quel sadico elfo, che li aveva prelevati dalla loro casa, in quella
strana struttura dov'erano stati spinti in massa e con violenza.
Un
passo dopo l'altro si trascinava, cercando disperatamente di ignorare
la stanchezza, le fitte di dolore che gli causavano le innumerevoli
ferite riportate nel combattimento contro il loro aguzzino, le voci
impaurite e stanche dei compagni.
L'elfo,
con quegli occhi da Demone dell'inferno, li scortava senza battere
ciglio, senza pietà ne commozione, in quello sguardo freddo
come il ghiaccio che pareva volerli dilaniare lentamente.
E
il Prigioniero non poteva far altro che tenere il capo chino e
avanzare, tenendo le labbra strette per non lasciarsi sfuggire alcun
lamento, per non dare soddisfazione all'elfo e al suo compagno dai
capelli argentati, che li guardava con un sorriso fiducioso al punto
tale da essere una palese presa in giro, che continuava a giocare con
quella fiammella che continuava ad accendersi e spegnersi nel suo palmo.
-entrate
qui, schifosi bastardi- con uno strattone, l'elfo con gli occhi da
Demone, aveva tirato le loro catene, quelle che lo legavano ad una
decina di persone, spingendoli in una piccola e angusta cella.
Una
donna scoppiò in lacrime.
Lamenti
di dolore si alzarono dal gruppetto.
-Damon...-
il ragazzo dai capelli argentati chiuse il pugno di colpo, spegnendo la
brillante fiammella che ivi bruciava -Hai sentito Nathirra? Non
dobbiamo distruggerli... sono prigionieri...-.
Prigioniero.
L'unica
cosa che era dopo che gli avevano strappato tutto.
Eppure
fino a qualche giorno prima così non era stato. Era un
guerriero: abile, forte, valoroso, colmo di orgoglio e di nobili
ideali.
Combatteva
a fianco dei Cavalieri del Vento, senza regole e libero come l'aria,
affrontando nemici e proteggendo i deboli. Non aveva rivali, nemmeno
tra i suoi compagni... la sua spada abbatteva ogni nemico, parava ogni
colpo.
Poi
erano arrivati loro.
Damon
e Fire.
Devastatori
senza nome.
Lo
avevano disarmato facilmente con le loro arti diaboliche, lo avevano
preso, lo avevano ridotto a un misero corpo spogliato delle armi e
dell'armatura, l'avevano incatenato a un gruppo di poveri sfortunati,
gente che una volta era stata qualcosa di più di un
Prigioniero come era lui ora.
Prima
era Lancaster.
Ora
era nessuno.
Istintivamente,
cercò di mettersi in piedi e ridarsi un minimo di
dignità, quando sentì la sorda risata del Demone
accompagnare lo stridio metallico della porta della cella che si
chiudeva.
-Sono
feccia- fu la risposta che egli diede al compagno -Che ti importa di
quello che gli faccio? Non muoiono ora sotto le mie mani, ma moriranno
domani nella Sfera... credo che il mio sarebbe un fato più
misericordioso-.
Fire
scosse le spalle, come se poco gli importasse -A me non interessa di
certo. Ma Nathirra la prenderebbe bene?- il suo tono si fece
improvvisamente basso -Tiene Sensitive in suo potere... né
io né te
vogliamo che le succeda qualcosa, vero? O a te non importa forse di tua
moglie?-.
-Taci!-
il tono ringhiante di Damon si fece, se possibile, ancora
più minaccioso -Queste parole sanno tanto di tradimento
amico. Credi che non sappia cosa si cela nei tuoi pensieri?-.
Fire
ridacchiò tra sé e sé, avvicinandosi
alle sbarre -Attento a
come calibri le parole, amico...- una pausa. I suoi occhi come la brace
parvero sfiorare con insistenza la figura del prigioniero, che a fatica
stava cercando di rialzarsi, impacciato dalle catene -Ti va di rendere
i nostri giochi più interessanti?-.
Il
volto del Demone prese una posa vagamente curiosa -In che senso?-.
-Io
scommetto che quello lì- la destra si alzò a
indicare il Prigioniero -Arriverà alla Sfera sano e salvo-.
Il
Prigioniero sentì un brivido salirgli alla schiena quando si
accorse che parlavano di lui.
Da
Nessuno era passato ed essere il loro Giocattolo.
Damon
scosse il capo, dubbioso -Dici che quest'essere riuscirà ad
arrivare alla fine?-.
-Ne
sono sicuro- Fire guardò il prigioniero ancora per qualche
attimo.
Caldo.
Tensione.
Pietà.
I
suoi occhi ardenti come le fiamme, di cui era fratello, parevano
osservare nell'animo del prigioniero che gli stava davanti, quasi in
qualche modo lo sentisse affine. Lui mai aveva avuto le straordinarie
doti percettive di Sensitive, non era capace di organizzare un gruppo
come faceva Nathirra, non possedeva la straordinaria forza fisica di
Damon o l'abilità di confondersi di Mimic, ne tanto meno
condivideva gli stranissimi poteri del Matto.
Lui
era capace solo di usare il fuoco, di incendiare, di creare fiamme
così calde ed elevate da far evaporare laghi interi...e
quella sua comunione con il fuoco gli permetteva anche di riconoscere
l'intensità delle fiamme dell'animo di una persona.
E
quelle del Prigioniero erano altissime.
Fire
sorrise, vagamente.
-Io
ne dubito, comunque...- con un gesto forzato, Damon porse la mano al
Piromane -Cosa ci giochiamo?-.
Fire
allungò la mano a sua volta, prendendo quella del compagno.
Come sempre, le carni altrui gli risultavano troppo fredde al tatto
-Sensitive..- disse dopo qualche attimo di silenzio -Se vinci tu, io
non mi avvicinerò più a tua moglie, nemmeno
quando lo prevede il rituale. Se vinco io...- una pausa -Tu non
ostacolerai più la nostra amicizia. Perché
è solo questo che c'è sempre stato tra me e lei-.
Damon
parve rifletterci qualche secondo. Poi un sorriso sarcastico si
disegnò sulle sue labbra, mentre la stretta alla mano si
faceva più solida -E sia. Tanto sono certo che non ce la
farà mai...-.
Fire
sorrise.
Un
lampo di fuoco balenò nei suoi occhi -hei tu!- disse,
lasciando la mano del compagno e voltandosi verso la cella.
Il
Prigioniero, che tutto aveva ascoltato fino a quel momento senza
capirci molto, diresse il proprio sguardo verso il Piromane.
Egli
sorrise ammiccante -Cerca di vincere questa partita! Per me
è importante sai??- si avvicinò di un passo alle
sbarre.
-Farti... un
favore?- la voce del Prigioniero suonava stentorea
-Preferisco... marcire qui dentro per tutta la vita....- occhi decisi,
ribelli. Liberi com'era stato lui tra i Cavalieri del Vento.
Fire
scoppiò in una risata, calda e fragorosa -La fiamma di vita
che brilla nel tuo corpo è così accecante da
darmi certezze...- una battuta forse, o forse la verità
-Come ti chiami?-.
-Non
sono forse il Prigioniero?-.
-Perfetto
Prigioniero, allora come ti chiamavi?-.
-Lancaster...-
quel nome era un sussurro, come se avesse paura che loro potessero
strappargli di dosso anche il ricordo di quel nome.
Ma
così non fu.
-Bene,
Lancaster...- sorrise Fire -Tu vinci questa sfida... ed io ti prometto
che se raggiungerai la Sfera ti lasceremo andare...-.
Il
Prigioniero non abbassò gli occhi, sostenne con forza lo
sguardo del Piromane, che quasi sembrava volerlo bruciare dall'interno.
L'aveva
chiamato con il suo nome.
Non
era un Prigioniero, né un Giocattolo. Era era un Mezzo con
il quale
l'uomo che aveva di fronte aveva intenzione di prendere quello che
desiderava. E come Mezzo aveva diritto ad un nome.
Fire
non aggiunse altro, si limitò ad annuire con soddisfazione.
Aveva
capito che davanti a se, c'era qualcuno esattamente come lui.
CONTINUA...
Ed ecco il
secondo
capitolo pubblicato di questa storia^__^ credo che ne
pubblicherò uno ogni due giorni, sono troppo ansiosa di
metterla su tutta quanta per aspettare *_*
Ringrazio
di cuore tutti coloro che nel precedente capitolo hanno commentato,
Eylis che ha lasciato la recensione per la partecipazione al concorso,
Shnusschen
e Ghen che come me vi
hanno partecipato, e NightAlchemist93 che mi ha riempita di
complimenti^^
Un
bacione a tutte quante!!!
E
un bacio anche a chi legge senza commentare ^_*
Tifa.
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