I promise
La sala era in
fermento, quel giorno tutte le donne erano
riunite attorno alla giovane donna americana con la quale Jotaro si era
sposato
pochi anni prima: era giunto il momento, il parto si avvicinava.
Joseph
attendeva in sala d’attesa mentre sua moglie Suzie
era in sala parto con la moglie di Jotaro: guardava una fotografia, la
solita
fotografia.
- Oh, sono
certo che sareste venuti anche voi. Abdul,
avresti sicuramente adorato questo bambino e gli avresti fatto i tuoi
stupidi
giochetti. Per non parlare di Iggy, sempre a fare il finto duro, sono
certo ti
saresti messo a scodinzolare.. Kakyoin, non so cosa avresti fatto ma
non dubito
della gioia che avresti provato.. se solo foste qui. – si
lasciò sfuggire un
sospiro quando vide sua figlia uscire trafelata dalla stanza:
-
Papà, Jotaro non è arrivato? Il bambino sta per
nascere!
Ci siamo quasi. –
- Sono certo
che arriverà a breve, lo farò entrare appena
arriva! – disse l’uomo con un sorriso, mentre Seiko
entrava ancora più agitata.
Qualche
minuto più tardi, una figura spuntò dalle scale:
- FINALMENTE
JOTARO KUJO, ERA ORA. Tuo figlio sta per
nascere e sei in ritardo. –
- Joseph. Ti
prego, sono già abbastanza agitato, non si vede?
– Joseph pensò che in effetti no, non si vedeva.
- Polnareff
non verrà? – l’anziano scosse la testa
- Aveva alcuni
affari da portare a termine, in Italia credo,
non ricordo bene. – Jotaro annuì e Joseph
potè notare un’ombra di tristezza nel
suo volto.
Aveva sempre
quell’espressione impassibile, escluse alcune
rare situazioni come quella, in cui mostrava di essere umano anche lui;
in quel momento dalla stanza si udì un gemito
e Jotaro corse dentro.
Una
volta lì, le donne si girarono verso di lui sorridendo e
facendo segno di avvicinarsi: sua moglie teneva in braccio la creatura
partorita poco prima e con un sorriso gliela porse: prese tra le
braccia quella
che poi si rivelò essere una splendida
bambina, e sorrise appena.
Guardava le
sue labbra arricciate, la lingua che ogni tanto
sbucava fuori e gli occhietti ancora chiusi; era davvero bella: la
voglia a
forma di stella era lì, sulla spalla e già
lasciava immaginare cosa il destino
aveva in serbo per lei.
-Avete
già scelto il nome? – chiese Suzie, esuberante
come
sempre.
Oh, certo che
si. Il suo nome sarebbe stato Jolyne, Jolyne
Kujo.
“
Ciao Jolyne. Scusa, papà è arrivato in ritardo.
Cercherò
di essere più attento da oggi in avanti. Non voglio
trascurarti per nessun
motivo, sai? Mi importerà sempre di te, lo
prometto.” pensò prima di uscire e
lasciare che sua moglie si riprendesse dal parto.
Non avrebbe
mai abbandonato sua figlia, non volontariamente.
Anche a distanza, avrebbe sempre cercato di farla vivere nel miglior
modo
possibile, restandole accanto.
Voleva vederla
crescere, essere felice, farsi delle amiche,
uscire, realizzarsi nella vita.
Purtroppo, le
cose non vanno mai come si pianificano, il
destino decide per noi.
E Jotaro non potè fare nulla.
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