Scorci di vita al campo mezzosangue ( perché i mostri stanno sempre in agguato, ma i momenti belli non sono da meno)

di Mirella__
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One Shot! 1 ha paura di volare.

 

Scorci di vita al campo mezzosangue

( perché i mostri stanno sempre in agguato, ma i momenti belli non sono da meno)

 

Segreti tra noi

 

“Preferivi davvero morire in battaglia?”

Jason trasportava Percy; una mano stretta sulla sua vita  lo stringeva a sé e gli impediva di cadere, mentre il braccio di Percy gli cingeva il collo e le sue unghie gli graffiavano la spalla.

“Piuttosto che tornare al campo mezzosangue così? Diamine, certo che sì!” Percy non si era abbarbicato in stile Koala su Jason solo per non perdere quel minimo di dignità che ancora gli restava. “Quando arriviamo vicino al campo mezzosangue scendiamo di quota”

 

“Certamente,” concordò Jason, “non ho nessuna voglia di farmi vedere così con te”

 

Volarono più in alto, ce n’era di strada da fare. I venti li trasportarono più su e delicati banchi di nubi si libravano vicino a loro. Percy provò a toccarne qualcuna con le dita, ma poi le ritrasse subito: erano fredde.  Si chiese se Jason fosse al suo agio nel cielo, quanto lui era a suo agio nel mare.  Poi il suo cervellino elaborò la frase.

“Ehi!”

E gli avrebbe dato anche un calcio, se non avesse avuto il terrore che in quel caso il ragazzo avrebbe aperto le braccia e lo avrebbe fatto cadere giù, sempre più giù. Si chiese se una caduta da quell’altezza lo avrebbe fatto sfracellare sulle acque, anche se l’ultima volta che gli era successa una cosa simile non gli era andata poi così male.

“Scusami, è che non sei proprio il mio tipo,” Jason ridacchiò e Percy alzò gli occhi al cielo. Ultimamente al campo lo allontanavano con frasi simili, si era messo a farlo pure Chirone!

Non puoi aiutarmi a pulire le stalle, Percy, - aveva affermato il centauro - i pegasi dicono che non sei il loro tipo.

Oppure c’era stata quella volta in cui Leo gli aveva detto: “Calipso ha cambiato idea sul suo tipo di ragazzo e tu non lo sei più”

Ci mancava solo che Annabeth  dicesse qualcos’altro di simile e Percy si sarebbe scavato la fossa.

“Zitto e vola,” borbottò Percy, “e la prossima volta ti faccio fare un giro in fondo al mare”

Jason rise e allentò intenzionalmente la presa sulla sua vita: era divertente l’espressione di terrore assoluto sul viso di Percy, i suoi occhi verde mare zigzagavano ovunque, in cerca di un qualunque appiglio più sicuro di lui.

“Spero di non dovermi trovare in una situazione sim…”
“Cosa fai?!” L’urlo stridulo di Percy gli perforò il timpano, “stringimi più forte!”

Jason alzò gli occhi al cielo. “Ok… non una parola al campo mezzosangue”

“Non una parola,” concordò Percy.

E entrambi volarono verso l’orizzonte, destinazione: Long Island.

 

Zeus si grattava la barba, mentre Poseidone lo guardava con un cipiglio curioso.

“Perché non hai fulminato mio figlio?”

“Perché avrei fulminato pure il mio”

“Ammetti che è divertente vederli litigare in quel modo”

Silenzio.

“Un pochino”.

 

Angolo dell’autrice

Quest capitolo è molto più breve dei miei standard, ma devo dire che la paura di Percy di volare e il suo posto nella lista ( un’incredibile coincidenza) hanno dato vita a una scenetta che è relativamente breve. Con i prossimi capitoli tornerò a una lunghezza più standard, ecco.

Detto questo, ringrazio ancora chi commenta e chi aggiunge la storia a una delle tre liste, siamo a quota 34 in totale, quindi grazie a ognuno di voi!
Alla prossima!




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