Buon compleanno Pomodoro!
Anche quest’anno
ti faccio un regalino piccino, una cosa molto nonsense in
realtà. Non doveva
essere così malinconica, ma ormai mi conoscete. Doveva
essere una flash ma,
ehm, sì, ormai mi conoscete xD Obviosly è una
NaruSasu con un leggero
sottointeso SasuSakuNaru giusto perché il team seven
è meraviglioso.
È una cosa
proprio piccola, priva di pretese. Magari più tardi faccio
qualcosa di fluffoso*^*
In realtà
è un
esperimento, una sorta di prequel per una raccolta che voglio fare
ambientate
negli anni ’90, i periodo della generazione X. Vediamo se si
può fare.
E nulla, vi
lascio alla lettura, c’è una piccola parte p0rn,
ma nulla di eclatante per
questo ho messo l’arancione.
Recensioni
sono sempre gradite^^
Hold our
breathes.
“Passeremo
questa notte come se fosse l’ultima della nostra
vita”
La macchina
sfreccia per l’autostrada vuota, le luci passano davanti agli
occhi di Sakura
come macchie sfocate.
“Chiudi il
becco us’ratonkachi”
Naruto ride e
basta. Potrebbe essere il paradiso, o l’inizio
dell’inferno.
“We
set on the ride home,
Singing our favorite song,
Reading the line on the side of the roads,
It tells me ‘You’re note
alone’.
No longer hysteric or frantic,
When I said I love you, I meant it,
So tell me are you in?
Because tonight we are infinite”
La macchina è
parcheggiata con le ruote fra la sabbia. Dietro lo skyline contro il
cielo,
davanti l’oceano.
Il ragazzo
biondo e il ragazzo moro sono seduti sul cruscotto in silenzio, una
sigaretta
fra le dita tra la mano pallida e una lattina di birra stretta nella
mano abbronzata.
Il cielo si sta già tingendo di un violetta rossastro in
attesa dell’alba.
Naruto beve la birra tiepida dalla lattina, Sasuke sbuffa fumo
elegantemente.
Ogni cosa nell’Uchiha è elegante, dalle labbra
serrate con garbo tra il bastoncino
bianco, le ciglia lunghe quasi a sfiorare le guance e la piega del
collo bianco
da cigno. Le sue clavicole devono essere state disegnate da Leonardo da
Vinci,
questo lo capisce pure Naruto che di arte non se ne intende proprio.
La radio cita
le prime note di Heaven knows I’m
miserable now degli Smiths, quella e il respiro debole di
Sakura che si è
addormentata tra le coperte sui sedili dei passeggeri interrompono il
silenzio
delle quattro di mattina. L’alba del compleanno di Sasuke ma
non è nulla di
importante, solo l’ennesima scusa per prendere la macchina,
uscire e ubriacarsi
sulla spiaggia. Naruto gli passa la lattina di birra tiepida come segno
di
pace, non la prende e allora l’appoggia sul cruscotto
affianco a loro. Hanno
entrambi addosso i vestiti della sera prima e le stelle sono sparite
tutte dal
cielo. Questa sarà la notte della
nostra
vita, aveva detto Naruto. Adesso si è appoggiato
con la testa sulla sua
spalla, piano, e gli soffia con l’alito che sa da birra sul
collo. Gli bacia i
capelli biondi sporchi, altrettanto piano.
“Potremmo
andarcene sul serio” dice poi, distratto. La mattina
è fredda ma le labbra di
Naruto sul collo calde.
“Noi
tre?”
“No, io e le
birre” poi dice a mezza voce qualcosa tipo idiota.
La maglietta gli è scivolata lasciando una spalla scoperta e
sente Naruto
morderla famelica, una sua mano sta già risalendo lungo la
coscia. Non dovrà saperlo nessuno,
aveva detto
Sasuke.
L’Uchiha
afferra i capelli biondi con le dita, possessivo, e spinge quel viso da
bambino
troppo cresciuto sul suo inguine.
“Succhiamelo”
ordina. Naruto ride contro il rigonfiamento nei jeans strappati. La
stoffa
scivola via e la risata si spegne, gli spinge il pene fino a toccare la
gola. Lo
masturba leccandolo con la lingua e stringendolo appena con le labbra,
il
respiro di Sasuke si è fatto ansante e le note della canzone
sono sfumate tra i
gemiti trattenuti a labbra strette. Naruto si alza solo un attimo a
guardarlo
lasciandolo scivolare dalla propria bocca con un suono bagnato, si
lecca il
labbro inferiore e lo guarda con sfida.
“Le birre non
potrebbero mai farti questo”
e si
abbassa di nuovo fra le sue cosce, in equilibrio sul cruscotto, e lo
prende
tutto in bocca, dalla punta alla base. Sasuke gli tira i capelli con il
solo
intento di fargli male, si sfidano, come sempre del resto. Un filo di
saliva
cola dalle labbra del biondo. È dannatamente eccitante.
La portella
dell’auto si apre e poi sbatte qualche secondo dopo che
Sasuke è venuta, proprio
mentre Naruto si rimette a sedere e passa una mano tra le labbra
sporche di
sperma. Ma alla fine non hanno nulla da nascondere a Sakura.
La ragazza
cammina con i piedi scalzi fino al fianco di Sasuke, si stringe nella
coperta
pulciosa che hanno trovato nel bagagliaio della macchina e ha tutti i
capelli
rosa da principessa arruffati. Si stropiccia un occhio con la mano e
chiede:
“Cosa mi sono
persa?”
Naruto le
passa una birra. “Ho fatto un pompino a Sasuke”
Sakura prende
la birra, non dice niente con gli occhi all’orizzonte e beve
quella brodaglia
tiepida tutta d’un sorso, come una camionista.
“State
zitti”
borbotta il moro gettando la sigaretta ancora accesa. Il sole ha
iniziato a
salire illuminando l’aria, quasi non si vede la linea
dell’orizzonte come se
cielo ed oceano stessero facendo l’amore. Restano
là immobili come statue,
potrebbe essere il perfetto epilogo di un film in bianco e nero, si
può immaginarlo
perfettamente: tre ragazzi su una macchina sulla sabbia a guardare il
giorno
mangiarsi la notte della loro vita. I film in bianco e nero hanno
qualcosa di
così malinconico e dolce. La ragazza fa scivolare una
conchiglia fra le mani di
Sasuke.
“Buon
compleanno, Sas’ke” dice Sakura.
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