fghjklò
Fragments of Life
Dedico l'intera raccolta a Eleonora,
la mia sorella di OTP (delle OTP) <3.
**
"Don't worry Light.
Even if the world hates you,
I'll always be by your side."
Il
treno procede spedito e senza intoppi. E' passato quasi un anno
da quando abbiamo cominciato a vivere in questo nuovo, estraneo,
pianeta che somiglia così poco al posto in cui sono nata e
cresciuta. I primi giorni in questo mondo sono stati difficili, ma
piano piano ci siamo ritrovati tutti e questo mi fa pensare che il filo
rosso che ci unisce non si spezzerà mai. Eravamo destinati a
ritrovarci.
Non
dovrebbe mancare tanto all'ultima fermata, quella che mi porterà
da mia sorella e dal suo futuro sposo. Finalmente dopo tanto tempo e
tanta sofferenza, il tanto sospirato matrimonio avrà luogo e
questo mi fa pensare che aver combattuto non è stato uno sbaglio. Tutto
questo non sarebbe stato possibile nel vecchio mondo, un mondo dove
Serah era morta, e noi tutti ci facevamo trascinare sempre di
più nell'oscurità dei nostri cuori, portando nell'animo
sensi di colpa. Ma io ho sofferto di meno rispetto a Noel o anche a
Snow, loro hanno sentito tutto il peso del loro dolore, per tutti i 500
anni di quel mondo in decadenza.
No,
non avrei mai potuto rinunciare alla lotta, e non solo per me, ma anche
per loro. Questo mondo è quello a cui eravamo davvero
destinati... o almeno a volte mi piace pensare che sia così.
La
mia vita procede in modo normalissimo. Ho un lavoro e alcuni
amici, la mia casa è piccola ma a me va benissimo, perché
tanto vivo da sola. Sono persino riuscita a diventare una brava cuoca,
non brava quanto Serah, ma almeno riesco a prepararmi pranzo e cena
senza bruciare nulla. Un netto miglioramento rispetto a quello
che sapevo fare prima.
Il
nostro gruppo finalmente si riunirà. Con gli altri mi sono vista
qualche volta, semplici uscite in ricordo dei vecchi tempi e per non
perderci di vista. Quello che non ho più rivisto è stato
Hope. Ci siamo tenuti in contatto tramite lettere e messaggi, ma non
è lo stesso che averlo davanti agli occhi e potergli parlare
faccia a faccia. L'ultima volta che ho visto il viso di Hope è
stato quando il mondo è rinato.
Io
e Hope ci guardiamo negli occhi. Ho come l'impressione che i suoi
lineamenti stiano cambiando per improvvisamente riprendere l'aspetto da
adulto. E' così strano che una parte di me, remota, si chiede
cosa stia succedendo. Ma tutte le mie domande e i miei timori, per
questo ennesimo viaggio, per il cambio repentino del suo aspetto,
spariscono quando lui mi sorride dolcemente e con fare incoraggiante.
Sento un calore immenso nel petto e nel mio cuore sembra
sbocciare un sentimento intenso.
Scuoto
la testa, come per liberarmi da una mosca fastidiosa, non devo pensare
ad Hope, non devo. Pensare a lui mi fa venire la nostalgia e mi viene
solo voglia di piangere e basta. Sento una lacrima scivolare
sulla mia guancia e non faccio niente per nasconderla, permetto ad
altre lacrime di scendere.
Hope.
Il
battito del mio cuore sembra collegato al suo nome. Cosa mi sta
succedendo? Da quando ho accettato la parte "debole" del mio
cuore ho cominciato ad avvertire i sentimenti in maniera amplificata,
come se fossero dieci volte più intensi del normale. Ma forse
è perché mi permetto di sentirli al posto di reprimerli.
Il
filo dei miei pensieri vieni interrotto quando il treno si ferma.
Asciugo le lacrime e prendo la valigia, scendo dal treno con
attenzione, guardandomi in giro in cerca di mia sorella.
«Ciao Claire».
Le sorrido.
«Ciao», le dico io.
Ci
abbracciamo per qualche secondo, mi chiede se mi serve una mano con la
valigia, ma io le dico di non preoccuparsi, sono stata previdente a
prendere un trolley, quindi mi limito a trascinarla.
«Casa
mia è a cinque minuti da qui, ero indecisa, ma poi ho pensato
che dopo tutte quelle ore seduta, avresti avuto bisogno di sgranchirti
le gambe».
«Grazie mille», le dico io «Ne
ho proprio bisogno, ti giuro, quel sedile era davvero scomodo e non
vedevo l'ora di scendere», la informo io.
«Hai impegni domani?».
«No, ovviamente no», le rispondo io.
«Ti andrebbe di venire a prendere Hope in stazione?», chiede.
Mi
basta sentire il suo nome per non capirci più niente. Mi blocco
e non riesco a muovermi, il cuore comincia a battermi fortissimo e i
sentimenti confusi che provo per lui sembrano togliermi il respiro.
«Cl-Claire? Tutto bene?», mi chiede mia sorella sinceramente preoccupata.
«Uhm certo», rispondo io «Tutto bene»
«Allora? Verrai tu a prendere Hope?».
Confusa
mi limito semplicemente ad annuire. Non voglio che la mia voce mi
tradisca, perché sono certa che sarebbe tutta tremante.
Serah
sembra voler aggiungere qualcosa ma giungiamo a destinazione, lei mi
dice che Snow non è in casa, perché deve sistemare alcune
cose per il matrimonio e dopo uscirà con Sazh per passare un po'
di tempo "tra uomini", così ha detto lui.
Mi
fa appoggiare la valigia nella mia stanza e sistemo i vestiti che ho
portato. Noto che Serah sorride quando vede un vestitino bianco come la
neve e leggero. Mi sembra di non aver abbastanza concentrazione per
sentire cosa mi sta dicendo.
«Mi stai ascoltando?», mi chiede lei.
«No», le rispondo con sincerità.
«Stavo dicendo che mi sembri strana, sicura che va tutto bene?».
«Sì, certo, sto benissimo», la rassicuro io «Sono solo contenta che rivedrò tutti».
«Ma
se ci vediamo sempre! L'unico che non hai più visto è
stato Hope... oh», sussurra lei come se avesse capito qualcosa.
«Cosa? "Oh" cosa?», domando io.
«E' per Hope? Tu provi qualcosa per lui?».
«Lui è un ragazzino», ribatto in automatico.
«Non
è più ragazzino e tu lo sai bene, non vi siete più
visti, ma vi siete tenuti in contatto, e lui ti ha detto che il suo
aspetto è tornato quello che aveva durante il viaggio mio e di
Noel», dice lei.
«Non conta niente, Serah, non importa».
«Importa
invece, Claire, come puoi pensarla in questo modo? Dopo tutto quello
che hai sacrificato, dopo quello che hai imparato, possibile che ti
ostini a far finta di niente? Tutti ci siamo resi conto dei tuoi
sentimenti per Hope, e quando dico "tutti" intendo proprio tutti,
persino Snow!».
«Era un ragazzino quando ci siamo conosciuti, io gli voglio bene», confesso.
«Ma ora non è più un ragazzino e sono sicura che qualcosa sarà pur successo».
«I-io.. tu ricordi il giorno della nascita di questo mondo?», le domando.
Che cosa sciocca da chiedere.
Ovvio che si ricorda.
«Certo», risponde lei.
«L'ultimo
ricordo che ho di Hope risale a quel momento. Ci siamo guardati negli
occhi, io ho visto mutare il suo aspetto, avevo visto il suo viso
mutare e diventare quello di una persona adulta, ricordo che ero
nel panico per il suo repentino cambio d'aspetto, per l'ennesimo
viaggio, ,per l'ennesima incognita, ma quando lui... mi ha sorriso
tutto è sparito, non provavo più nessuna paura».
«Cosa provavi?», mi chiede Serah.
Posso confidarmi con lei?
E' mia sorella.
Lei è mia sorella.
Non
mia figlia. Nel corso degli anni ho visto Serah crescere con gli occhi
di una madre, ma la verità è che lei ha sempre avuto
bisogno di sua sorella, e anch'io ho bisogno di lei. Non è mia
figlia e non ha più bisogno di me per crescere, non serve
proteggerla dai miei dubbi e dalle mie difficoltà, posso
mostrarmi debole ai suoi occhi. Non è un male mostrarsi debole,
di tanto in tanto.
«In realtà non saprei come definirlo», confesso io a bassa voce «Ricordo solo di aver avvertito un calore immenso e un sentimento intenso nascere nel mio cuore».
«E questo ti confonde e ti spaventa?», domanda lei con delicatezza.
Io mi limito ad annuire.
«Non
posso dirti cosa fare o cosa provare, ma penso che vedendolo, domani,
riuscirai a capire di più quello che provi, e se tu dovessi
provare qualcosa... ti prego, sorellina, ti prego non rinunciare alla
tua felicità e ai tuoi sentimenti, non farlo», mi prega
lei con voce rotta dall'emozione.
«E se...», comincio a dire io ma vedo che alza una mano, come per bloccare le mie parole sul nascere.
«Con
i "e se" non si va avanti, Claire. Per quel che vale, penso che pure
lui provi qualcosa per te», mi confessa mia sorella «Voi dovete solo... dovete solo aprire il vostro cuore, e niente di più».
Mi lascio sfuggire una lacrima, perché? Come posso aprire il mio cuore, se non so neanche che sentimenti provo?
E
sento il caloroso abbraccio di mia sorella, e per una volta, al posto
di dirle che va tutto bene e che non deve preoccuparsi, mi abbandono
tra le sue braccia, mentre mi sussurra che andrà tutto bene.
«Grazie», le dico io quando mi calmo un po'.
«Domani andrai a prendere Hope e sono certa che qualcosa capirai».
Mi limito ad annuire.
Mangio
qualcosa velocemente, parlando con Serah, ma questa volta del suo
matrimonio, quando Snow rientra in casa mi saluta con un sorriso e un
rapidissimo abbraccio (che mi lascia un po' di stucco, ad essere
sincera). Vengo a sapere che Snow non sa niente del vestito che
indosserà Serah "Porta sfortuna", dice mia sorella come se fosse
la cosa più naturale del mondo.
«Domani tu potrai vederlo, sorellina, ti giuro è bellissimo!!!», esclama lei con uno sguardo sognante.
«Ne sono certa», le dico io.
Serah
ha sempre avuto gusto nello scegliere i vestiti, ero io quella che si
metteva le prime cose che le capitavano in mano, anche perché il
lavoro che facevo non mi permetteva di indossare cose carine, dovevo
essere comoda e sinceramente non mi infastidiva.
«Domani chi andrà a prendere Hope?», chiede Snow.
«Claire», risponde Serah.
Snow mi guarda per qualche secondo e poi annuisce.
«Non riuscirai neanche a riconoscerlo, talmente è cambiato», mi dice Snow.
«Riconoscerei Hope ovunque», mi lascio sfuggire e poi «Voi l'avete già incontrato?»
Entrambi annuiscono «Ci viene a trovare molto spesso, e esce anche con gli altri».
Avverto
una fitta di gelosia e di smarrimento. Ha incontrato tutti gli altri,
ma non me. Quando ero persa in quella luce, dopo aver accettato Lumina,
avevo chiesto aiuto e lui improvvisamente, dal nulla, mi aveva stretto
la mano e mi ero sentita così al sicuro che non mi sarebbe
importato di niente. Il calore di Hope accanto a me bastava a farmi
sentire bene, ma dovevamo combattere e ovviamente non mi sarei mai
tirata indietro.
«Da quanto tempo non vi vedete?», domanda Snow improvvisamente serio.
«Non sono affari che ti riguardano», ribatto io alzandomi dalla sedia e voltandogli le spalle «Non sono proprio affari tuoi, Snow».
Mi
chiudo nella stanza degli ospiti. Ha visto tutti e anche spesso, tutti
tranne me. Perché? Magari non dovrei neanche andare a prenderlo
in stazione, domani. Magari non mi sopporta o non vuole più
vedermi, forse gli ricordo troppo un passato che cerca di dimenticare.
Perché? Perché non ha voluto vedermi? Io sento la sua mancanza.
Mi
manca talmente tanto che a volte mi sembra di non riuscire a respirare.
No, non mi bastano i ricordi. Non mi basta il suo ultimo sorriso,
così bello e rassicurante, io... voglio vederlo. Voglio vederlo.
Voglio vederlo.
«Sorellina?», mi chiama Serah entrando nella stanza e chiudendo delicatamente la porta.
«Non mi hai detto niente», la accuso io.
«Non volevo ferirti».
«Non posso vederlo, Serah», le dico.
«Ma tu vuoi vederlo», ribatte lei «Tu vuoi vederlo, e lo sai benissimo, perché menti a te stessa?».
«Lui non vuole vedermi», dico.
«Ti sbagli!», esclama lei convinta «Perché
fate così? Perché volete per forza distruggervi? Lui non
vuole vederti, perché pensa di ricordati un periodo che vuoi
dimenticare, e tu pensi la stessa cosa, poco ma sicuro».
Improvvisamente
mi ritrovo senza parole. Non so come rispondere perché mia
sorella ha perfettamente ragione. Ci sarebbero state occasioni di
vederlo, non sarebbe stato molto difficile.
«Sono solo fonte di tristezza per lui, la cosa migliore è lasciarlo andare».
«Perché devi fare così?», mi chiede esasperata dal mio comportamento «Perché
volete farvi del male? E pensare che entrambi provate qualcosa, io lo
so, perché fai così?».
«Mi
comporto così perché lo amo!», esclamo io e poi mi
metto le mani davanti alla bocca, gli occhi sgranati dallo choc e
dal peso delle parole che ho appena pronunciato.
«Lo ami?», mi chiede Serah.
«Cre-credo di sì», sussurro io «Penso di amarlo e questo mi spaventa a morte», confesso.
Se mi serviva una prova del mio cambiamento, be', eccola qui. Non mi sarei mai confidata in questo modo.
Serah mi sorride dolcemente e mi accarezza i capelli, mettendo una
ciocca dietro l'orecchio, e sembra che i ruoli si siano invertiti,
perché mi pare di essere la sorella minore in questo momento.
«Io non posso dirti cosa provare o cosa fare», comincia a dire lei continuando ad accarezzarmi i capelli «Ma
posso dirti che tutto si sistemerà, per quel che vale manchi
moltissimo ad Hope, e penso che l'unica cosa che dovete fare è
dichiarare i vostri sentimenti, ma anche questa scelta spetta a te e a
te soltanto».
Mi limito ad annuire e poi chiedo a mia sorella di lasciarmi sola, perché ho bisogno di pensare e di riposare.
**
Non sono riuscita a chiudere occhio. Ho passato tutta la notte sdraiata
sul letto, guardando il soffitto e aspettando la luce del mattino.
La notte mi è sembrata lunghissima e eterna, ma finalmente
è giunta alla fine, e la luce del sole entra liberamente dalla
finestra della stanza. Mi alzo e senza badare molto a quello che faccio
indosso il vestito bianco, quello candido come la neve, e le scarpe
abbinate. Mi guardo allo specchio e il mio viso porta i chiari segni
della notte insonne, esco dalla stanza e vado in bagno, bagnandomi il
viso con l'acqua fredda per svegliarmi un po' e per rinfrescare la
pelle che sembra bruciare a contatto con le mie dita. Infine lego i
capelli in una semplice coda e esco di casa.
Mia sorella ha detto che Hope sarebbe arrivato presto, e poi stare in casa mi rende solo più nervosa.
Cammino lentamente e arrivo alla stazione, ci sono già alcune
persone, ma ovviamente nessuno di loro è Hope. Guardo l'orologio
che porto al polso e capisco che comunque non manca molto tempo. Mi
siedo sulla panchina, stando attenta al vestito e aspetto mentre
l'ansia mi sta letteralmente togliendo il fiato.
La voce, priva di inflessione, annuncia che il treno sta per arrivare.
Le mani cominciano tremarmi e stringo la stoffa del vestito. Ho
così tanta paura. Paura di amarlo sul serio, paura di cadere e
farmi male, paura di avere il cuore spezzato.
Ho il corpo paralizzato dalla paura e mi sembra che niente potrebbe farmi alzare da questa panchina.
Il treno finalmente arriva e si ferma, aprendo le porte e facendo
uscire un mare di persone. Non riesco neanche ad alzare lo sguardo,
faccio a gara di sguardi con un sasso a pochi passi dal mio piede.
«Light?», mi chiama qualcuno «Sei tu?»
Alzo lo sguardo e il cuore comincia a battermi velocemente «Hope».
Angolo autrice.
E.... fine. Giuro che non volevo farla finire così. I personaggi fanno sempre quello che vogliono.
Inizio col dire che sono agitata. Molto agitata. E' la prima one-shot
che scrivo su di loro, o meglio su di loro come coppia/futura coppia.
Ho voluto cambiare un po' il carattere di Lightning, anche a causa
degli eventi del Returns, mi piace pensare che lei dopo aver
accettato "la sua parte debole", riesca a vivere i suoi sentimenti
più liberamente, anche se con un po' di timore, dal momento che
è sempre stata abituata a sopprimere le emozioni invece che
provarle.
Ho controllato tutto, in cerca di errori, ma non mi sembra di averli
trovati. Ma in caso doveste vederne qualcuno, avvisatemi e
provvederò a correggere.
Ok.
Ora smetto di parlare.
Alla prossima,
Fang.
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