Guardo
il bianco soffitto della mia camera, avvolta nelle calde
coperte.
Dove sei?
Sento le lacrime, calde rigarmi il
viso, scendere lungo il
viso, bagnando il cuscino.
Dove sei?
Ed è come se il mio petto
all’istante si squarciasse quando,
nella palpebra chiusa del mio occhio, vedo il tuo viso, quel viso
così simile
al mio.
Dove sei?
Hai
detto di volermi bene, di amarmi più della tua stessa vita.
Hai detto che non mi avresti mai abbandonata, ma non hai mantenuto la
tua
promessa.
Hai detto che ogni notte mi avresti rimboccato le coperte e baciatomi
la
fronte.
Eppure, ora, in questa stanza… sono sola.
Dove
sei?
Posso
ancora sentire il profumo del tuo dopobarba nell’aria,
la tua calda risata,
i tuo passi pesanti,
il tuo respiro oramai troppo corto e affannoso.
Mi
stai pensando?
Mi
manca la tua dolce e forte stretta,
le tue futili battute,
la tua strana ironia,
il modo in cui mi facevi arrabbiare.
Dove
sei?
Sei
andato via, come una foglia spostata dal vento.
Sei andato via troppo presto, sei andato via, quando ancora non era
giunto
il tuo momento.
Mi ami?
Un
male che nessuno poteva fermare,
che ti logorava l’anima,
che ti cresceva nell’addome,
che era pronto a portarti via la vita.
Pronto a portarti via da… me.
Mi stai pensando?
E
soffoco un urlo nel cuscino, mentre il dolore si fa avanti.
Lascio sfogare la mia anima con infinite lacrime, lacrime che mormorano
nel
silenzio quanto mi manchi.
E lascio che il mio cuore implori aiuto, un aiuto che nessuno
può dargli.
Lo lascio affogare in quel dolore causato dalla tua assenza.
Lottare…
lottare per chi?
“Vivi.”
Mi avevi sussurrato.
Io lotterò… per te.
Perché sei tutta la mia vita,
perché mi manchi,
perché te l’ho promesso,
perchè senza quella promessa non sarei nulla,
perchè senza il pensiero di te... io non esisto...
...
perchè ti voglio bene, papà.
Edgard
Sugar Keating
|