Sinceramente... WOW! Non pensavo che vi piacesse così tanto!! Sono FELICISSIMA!!! ^_________^ Sono quì che gongolo dalla gioia!! Oltre al fatto che ci sono un sacco di persone nuove che mi seguono e che le saluto, ci sono anche tantissime di voi che hanno commentato le altre mie storie ç__ç Sigh... ragazze, vi voglio beneeeee!!!!! Adesso però, vi lascio alla lettura, il prossimo capitolo sarà per lunedì. Un bacione!!! Ciao Goten
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Capitolo
2
Esme
aveva portato l'umana nella sua camera da letto ed era rimasta con
lei. Mi sembrava di essere in tribunale, c'ero io e davanti a me il
resto della mia famiglia.
<<
Edward, come hai potuto! >> Cominciò Rosalie, era allibita dal
mio comportamento.
Ma
io cosa dovevo fare?! Avevo sentito il suono del mio pianoforte,
odiavo chiunque osasse anche solo sfiorarlo! E sapere che quella
piccola, insulsa umana non solo l'aveva sfiorato, ma usato, mi
mandava la rabbia a mille! << Sai benissimo come la penso,
Rosalie! >> Sibilai incattivito.
<<
E' cieca! Come hai potuto! >> La voce di Alice si aggiunse a
quella di Rosalie.
<<
Non lo sapevo. >> Sibilai anche qui in risposta.
<<
Ma potevi e dovevi controllarti, Edward. Non è una di noi, è una
fragile umana. >> Il tono di rimprovero di Carlisle mi fece
sbollire un po.
Il
suo corpo, tremante di paura era marchiato a fuoco nei miei ricordi.
Sicuramente
non sarebbe più tornata, non dopo quello che avevo combinato.
Bene,
un pensiero in meno!
E
tanto dolore per Esme, accidenti! Sapevo che ci teneva in maniera
impressionante...
Osservai
Jasper salire le scale. << Dove vai? >> Ringhiai forse
eccessivamente.
Lo
sguardo glaciale di mio fratello mi fece rimanere di sasso. <<
Vado da lei. E' terrorizzata! >> Riprese a salire le scale, non
degnandomi di altro.
Terrorizzata!
Potevo essere fiero di me, la mia natura di vampiro aveva
terrorizzato una indifesa, cieca, umana... potevo farmi ancora più
schifo di così?!
Sbuffai
fra l'infastidito e l'arrabbiato, i singhiozzi della ragazza
giungevano attutiti dalle pareti, ma giungevano ancora.
Lo
sguardo accusatore dei miei fratelli e di mio padre, non mi
abbandonava mai.
<<
La volete smettere per favore! >> Sbottai con un tono di voce
basso.
Non
stiamo facendo nulla, Edward. Mi rimproverò mio padre. Ma io
sapevo che ero arrabbiato solo con me stesso.
Qualche
minuto dopo, avvertimmo dei passi, troppo marcati per essere solo
quelli di Esme e Jasper. Ed infatti, la prima a comparire fu mia
madre, seguita dall'umana e Jasper chiudeva il loro piccolo trio.
<<
Bella, tutto bene? >> Le andò incontro Carlisle.
I
suoi occhi erano chiusi, il suo corpo tremolava ancora, scosso da
qualche singhiozzo, ma sembrava che si fosse calmata. << Si...
scusatemi, mi dispiace. >> Sussurrò piano.
Lei
si scusava?!
La
mano di mio padre andò con calma a prendere la sua, non mi accorsi
di emettere un ringhio basso minaccioso.
Bella
indietreggiò spaventata, finendo addosso a Jasper. << Adesso
basta, Edward! >> Esclamò quest'ultimo. << La stai
terrorizzando a morte! >>
Anche
io sentii, come tutti gli alti, una calma innaturale avvolgermi.
Jasper stava usando a pieno regime il suo potere. Funzionò. Mi
sentii calmo e molto più tranquillo.
Non
riuscivo a ragionare con Bella li vicino, il suo profumo sembrava mi
schiaffeggiasse.
<<
Scusate. >> Riuscì solamente a bisbigliare, uscendo come un
fulmine.
Fortunatamente
Bella era cieca, o avrei dovuto spiegarle il perché della mia
velocità, anche se forse, qualcuno di noi, avrebbe dovuto dare una
spiegazione per i miei ringhi.
Fuori
in giardino, la mia mente sembrò tornare normale. Realizzai solo in
quel momento l'enorme danno che avevo fatto.
Dio
mio! Avevo aggredito un essere umano, indifesa per di più. E cieca!
Cosa era quella rabbia che mi aveva colto all'ultimo momento?!
Non
lo sapevo e non volevo saperlo! Ma ero conscio che tutto questo era
stato scatenato da lei; Bella.
Decisi
di rimanere li fuori, finché lei fosse stata li dentro, sapevo che
per me era più sicuro non rientrare.
Presi
un respiro profondo e passeggiai distratto, tanto per stare
tranquillo, ogni tanto sondavo le menti dei miei familiari, potevo
vedere quello che stava succedendo attraverso di loro, ed ad un certo
punto, rimasi impietrito.
Bella,
non puoi dire sul serio!? Esclamò
Alice stupita e leggermente arrabbiata.
Certo
che posso. E' stata colpa mia. Esme mi ha detto quanto, Edward, tenga
al suo pianoforte. Non mi sarei mai dovuta permettere di toccarlo.
Sono così dispiaciuta. Il volto
afflitto di Bella, era qualcosa che mi stava sconvolgendo nel
profondo.
Scherzava
o diceva sul serio?!
Provai
a sondare nella sua mente, dovevo sapere... Provai e riprovai; nulla.
La sua mente era impenetrabile.
Forse
ero troppo distante? Non avendo mai provato ad entrare nella sua
mente, probabilmente dovevo essere più vicino.
Se
non avessi respirato in sua presenza, avrei avuto più possibilità
di non aggredirla, potevo provare. Se fosse andata male, sicuramente
ci avrebbero pensato i miei fratelli a bloccarmi.
Ok,
era deciso.
Presi
un bel respiro profondo, l'aria entrava con tutti i suoi profumi
dentro ai miei polmoni, riempiendoli.
Bloccai
il respiro e con decisione varcai silenzioso la porta di casa. Tutti
si voltarono a guardarmi, solo lei non si era resa conto della mia
presenza, stava ancora parlando con Esme.
<<
Bella, dico davvero. A tutti noi, fa molto piacere che tu venga qui a
tenermi compagnia. Per favore, ci tengo molto a te. >> Le stava
dicendo mia madre con voce gentile.
Fu
in quel momento che provai di nuovo a sondare la sua mente. Non c'era
niente da fare, non riuscivo.
Che
diavolo stai facendo?! Sbottò Rosalie nei miei pensieri.
La
guardai male, ma sapevo di essere nel torto. Mi picchiettai sulla
tempia e scossi la testa negativamente.
Non
riesci a leggere nella sua mente?
Scossi
ancora la testa.
<<
Va bene, Esme. >> Si arrese Bella, regalandole nonostante tutto
un lieve sorriso.
Quello
di mia madre invece fu abbagliante. << Bene! Sono così felice!
>> L'abbracciò entusiasta. << Adesso vieni. Ti avevo
preparato un dolce. >> Le prese la mano con delicatezza e la
condusse in cucina.
Notai
che il mio ragionamento funzionava, trattenendo il respiro il suo
profumo non mi stordiva più, adesso avevo la mente libera.
Seguii
gli altri in cucina, rimanendo sempre silenzioso. Fu strano anche per
me, vedere la mia famiglia seduta a tavola, noi, che non mangiavamo
mai e che usavamo quella stanza solo per le nostre riunioni.
Rimasi
in piedi vicino alla porta. La stavo osservando, studiando. Era
piccola, minuta, i suoi movimenti erano aggraziati, solo un po
titubanti, ma forse era dovuto al fatto di essere in un ambiente
sconosciuto per lei.
Esme
le stava tagliando una fetta di torta, sembrava deliziosa
dall'aspetto, ma sicuramente non mi sarei mai offerto di assaggiarla.
<<
Avete tutti un buonissimo profumo. >> La voce bassa di Bella ci
sorprese tutti.
Notai
gli sguardi confusi degli altri.
<<
Cosa intendi? >> Domandò curiosa Alice.
Bella,
voltò il viso verso di lei. Seguiva il suono della sua voce,
nonostante i suoi occhi rimanessero chiusi. Un delizioso rossore le
imporporò le guance pallide. << Tu. >> Si avvicinò
lievemente ad Alice. In quel momento, tutti noi eravamo tesi, poteva
succedere qualunque cosa.
<<
Tranquilli, è tutto ok. >> Ci rassicurò mia sorella parlando
velocissima e con un tono di voce talmente basso da non poter essere
udito.
<<
Sai di pere, cannella e giacinto. >> Sentenziò sicura.
Non
poteva vederci, ma le nostre facce erano veramente sorprese, il che
era tutto dire.
Mia
sorella Rosalie si alzò e si avvicinò a Bella. << Riesci a
sentire anche il mio odore? >> Domandò seriamente incuriosita.
Bella
si sporse annusandola profondamente. << Tu sai di vaniglia,
muschio e lavanda. >>
In
breve, anche Jasper e Emmett si avvicinarono, il loro responso fu:
cioccolato, vino e pane per Jas, acqua di mare, pino e mela per
Emmett.
Erano
esattamente gli odori che ci contraddistinguevano.
Ero
sinceramente colpito, nessun umano aveva un olfatto così sviluppato,
scossi la testa incredulo e mormorai a bassissima voce. <<
Assurdo. >>
Bella
si raddrizzò improvvisamente. << E' qui! >> Mormorò
terrorizzata.
Il
silenzio calò sull'intera stanza.
E
adesso, che diavolo le prendeva? Osservai mio padre, anche lui non
riusciva a capire. << Bella, chi è qui? >> Le domandò
con voce gentile.
Ma
lei non lo stava ascoltando, la vedevo chiaramente, cercava di
sentire qualcosa di diverso dalla voce di mio padre... ma cosa?
<<
Edward... >> Sussurrò piano, gelandomi sul posto. << ...
Edward mi dispiace, davvero. Non avevo intenzione di... >> Si
bloccò, la sua voce aveva una nota di tremolio.
E'
ancora impaurita. Mi spiegò Jasper, usando il suo potere per
tranquillizzarla.
Fantastico!
Lei mi temeva! Aveva il terrore di Edward Cullen! Sorrisi
amareggiato. Gli occhi della mia famiglia erano puntati su di me...
questi erano i momenti che mi irritavano di più, dove tutti si
aspettavano qualcosa dal sottoscritto. Sbuffai infastidito e uscì
dalla cucina.
Ancora
non riuscivo a capacitarmi di come diavolo avesse fatto a sentire la
mia presenza!
Il
chiacchiericcio in cucina continuò, parlarono di cose banali,
semplici, ogni tanto avvertivo i pensieri di Alice domandarmi di
tornare e di unirmi a loro. Ma sapevo perfettamente che se l'avessi
fatto, Isabella si sarebbe di nuovo spaventata. Per un attimo, mi
sembrò di sentire l'amaro in bocca.
Quasi
due ore dopo, l'ispettore Swan venne a riprendere sua figlia. Così
scoprii che Bella era la figlia del capo della polizia di Forks.
<<
Buona sera Capo Swan. >> Lo fece accomodare mio padre.
Io
accennai ad un semplice saluto con la testa.
<<
Salve a tutti. Allora, come è andata oggi Bells? >> Domandò
tranquillo, osservando sua figlia mettersi il cappotto e prendere in
mano la sua sciarpa.
Tutto
bene non direi, avrei risposto io, ma non lei... << Oh si,
tutto bene. Ho conosciuto tutta la famiglia di Esme e Carlisle. Sono
molto simpatici e gentili. >> Sorrise.
Quel
tutti, ovviamente escludeva me, ma a quanto pare Bella non aveva
ancora finito di parlare... << Sai, ho scoperto che anche a
Edward piace suonare il piano. >>
Il
volto dell'ispettore tornò su di me. << Davvero? Bene...
magari un giorno suonerete qualcosa assieme. >> Buttò li,
sembrava un'idea malsana e quando vidi per un brevissimo attimo il
viso di Bella farsi triste, la mia voce uscì senza che io me ne
accorgessi.
<<
Senz'altro. >>
Si
voltò verso di me, come se potesse vedermi, l'avevo stupita e la
cosa mi piacque, molto.
<<
Bene, se sei pronta, possiamo andare. >> L'ispettore aprì la
porta, pronto per andare, ma Bella sembrava avesse ancora una cosa da
fare.
Sotto
lo sguardo di tutti, avanzò leggermente insicura verso di me,
allungò una mano e senza rendermene conto, io allungai la mia,
afferrandola.
Quello
che sentii non posso neppure descriverlo. Era un'emozione talmente
viva e intensa da lasciarmi senza fiato. << Ti ringrazio. >>
Sussurrò piano, quasi volesse che solo io potessi sentire le sue
parole.
Allungò
anche l'altra mano, dove teneva ben salda la sua sciarpa. <<
Questa è tua. >> Disse solamente, aspettando che l'afferrassi,
e così feci.
La
sentii prendere un respiro profondo e poi si allontanò, lasciandomi
piacevolmente confuso.