Cuore di donna

di Afrodyte
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"Oscar" ti domando durante il nostro viaggio di ritorno a palazzo "Come mai sei così silenziosa?"
"Non ho molta voglia di parlare, Andrè"
Mi rispondi con un tono di voce che non mi piace affatto, ma che ti ho fatto adesso?
"Sei arrabbiata con me?"
Dico facendomi più vicino a te, ma tu ti allontani da me e rispondi secca "Sì".
Tento di prenderti la mano, invano.
"Ma che ti ho fatto?" ti domando.
"Lo sai bene, Andrè, quello che hai fatto ieri sera"
"Ma credevo di averti già chiesto scusa questa mattina, che cos'altro posso fare?"
Ti domando per cercare di trovare una soluzione a quello che, per te, è diventato un problema.
"Se non lo sai tu.. inizio a pensare che sia stato uno sbaglio dichiararti i miei sentimenti, ti preferivo prima"
Ma cosa stai dicendo, Oscar?
Sono sempre lo stesso, io.
"Ma Oscar.."
Tento di protestare, ma tu mi zittisci.
"Niente 'ma', voglio chiuderla quì" dici "E che sia chiaro, non mi sto riferendo alla nostra conversazione, Andrè"
Oscar, ma sei impazzita?
Ti hanno, per caso, fatto il lavaggio del cervello a corte?
"Ti prego di ragionare, Oscar"
Dico avvicinandomi a te.
Ma tu giri il viso dall'altra parte.
"Ormai ho deciso" affermi.
"Mi.."
Non riesco nemmeno a dirlo
"Mi stai lasciando?"
Ti vedo esitare e si accende un barlume di speranza in me che, però, viene subito spento quando ti sento pronunciare quel fatidico "Sì".
Ed è più doloroso di una pugnalata al cuore, per me.
Vorrei piangere.
Vorrei implorarti.
Vorrei farti cambiare idea.
Ma rimango zitto.
Sarebbe inutile tentare, adesso.
Quando torniamo a casa tu corri subito nella tua stanza ed io inizio a svolgere varie mansioni, come mio solito.
Nel pomeriggio, decido di andare a tagliare l'erba in giardino: ho bisogno di tenermi impegnato per non pensare a te.
"Ehi amico"
Sento qualcuno urlare alle mie spalle.
Mi volto, riconoscendo la voce dell'uomo che mi ha appena salutato.
"Ciao Alain" dico.
"Sono venuto a vedere come stai, dopo ieri, presumo che tu abbia un bel mal di testa"
In realtà, ho un gran dolore al cuore, ma lo tengo per me.
"Bella casa" continua guardandosi attorno "Oggi non c'è la tua ragazza?"
"Io non ho una ragazza, Alain" affermo, cercando di convincere più me che lui.
"Ma si, la bionda di ieri" sorride "Davvero molto bella"
"Non è la mia ragazza"
"Ah no? Allora, se non ti dispiace, vorrei provarci io"
Lo guardo
"Ma Alain..!"
"Stà tranquillo, amico, stavo solo scherzando"
Dice prima di iniziare a ridere.
"Però, è evidente che vi piacete" continua.
"Sarà, ma tanto deve sposare un altro"
Affermo senza lasciar trasparire alcuna emozione.
"Ah" dice semplicemente "Mi dispiace"
Eh già.
Dispiace anche a me, non sai quanto.
"Senti" continua di fronte al mio silenzio "Che ne dici di andare a divertirci in un locale quà vicino? Questa volta, offro io"
Gli sorrido.
Questa mi sembra proprio una buona idea.
Ho bisogno di bere se voglio far cessare, almeno un po', questo dolore che mi sta straziando l'anima.
"Perchè no?" rispondo.
E, insieme al mio amico, mi allontano dal palazzo e da te.
Voglio smetterla di pensare a te, Oscar.
Voglio smetterla di soffrire costantemente.
Vorrei che, almeno in un'ora della mia vita, tu non sia nei miei pensieri.
E non potrei riuscirci senza l'aiuto dell'alcool.
Perchè tu sei un mio pensiero fisso.
Io ti penso costantemente.
Sempre.
Ogni ora.
Ogni minuto.
Ogni secondo della mia vita.
E, per questo, prego Dio affinchè ti faccia cambiare idea.
Torna da me.
Ti prego, Oscar.
Ti prego.





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